NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Scuola e trasporti, matrimonio che non si farà

Secondo e conclusivo round della trasmissione di In Piazza dedicata al tema del mancato accordo tra aziende di trasporto e presidi sull'adeguamento degli orari e sul nodo molto spinoso sabato a casa: questa volta abbiamo parlato delle scuole della provincia con rappresentanti del Da Vinci di Arzignano, dell'Agrario di Lonigo, del Brocchi di Bassano del Chilesotti e del Corradini di Thiene

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Scuola e trasporti, matrimonio che non si farà

(g. ar.)- Tre anni dopo il primo tentativo di trovare il bandolo della matassa bus/scuola, orari dei trasporti ed orari di entrata e di uscita degli studenti (aggiungendoci l'eterno problema dell'eventuale sabato a casa) il tutto da armonizzare al meglio secondo le necessità anche economico finanziarie delle aziende, non s'è praticamente mossa foglia ad eccezione di qualche caso, vere mosche bianche in città, un po' meno problematiche in provincia.

Se a Vicenza infatti le scuole che si sono uniformate sono appunto soggetti rarissimi (Piovene e Fusinieri su tutti), la situazione varia di parecchio se parliamo di provincia. Mentre Bassano continua a segnalare qualche difficoltà, ma per il resto sembra che la scuola abbia risposto abbastanza uniformemente in modo positivo alle richieste delle aziende di trasporto. Richieste, va sottolineato ancora, che seguono non un improvviso capriccio, ma indicazioni precise di Regione e governo nazionale dal momento che il finanziamento del settore trasporti è in calo vertiginoso e non da oggi.

Scuola e trasporti, matrimonio che non si farà (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il vero nodo da sciogliere anche quest'anno e per il terzo anno consecutivo, è d'altra parte proprio il pacchetto di regole nuove che per la spesa alla voce trasporti il governo nazionale ha dettato senza badare troppo alle grosse difficoltà già caratteristiche delle Regioni. Sono le Regioni infatti insieme con le Provincie a dover regolare il traffico finanziario che si riflette poi sui bilanci degli enti locali, a cominciare appunto dalle Regioni: più di un terzo di taglio, questo in sintesi, a spiegare quale sia in effetti il vero problema che le amministrazioni hanno dovuto affrontare con grossi problemi di soluzione.

Le quali soluzioni, a stretta logica di dare/avere, vanno ricercate unicamente in una stretta dei costi di gestione e quindi in una più razionale regolamentazione di orari, corse, impegno del personale, ecc. Per queste ragioni le aziende di trasporto si sono presentate già tre anni fa ai presidi chiedendo una variazione sostanziale degli orari di entrata ed uscita e anche dove sia possibile l'adozione della settimana corta, cioè il sabato a casa.

La risposta della scuola è stata da subito scoraggiante nel senso che adducendo motivazioni di ordine didattico i presidi hanno in sostanza risposto picche e non è servita fino all'anno scorso neppure l'opera mediatoria dell'ex provveditorato (Venturella) che oggi tra l'altro viene coperto a scavalco da un funzionario di Belluno. Come dire nessuna speranza di cavare il ragno dal buco, mentre in realtà in città c'è stato un unico allineamento alle richieste delle aziende di trasporto pubblico da parte di poche scuole della città, come abbiamo citato in precedenza.

La sostanziale differenza di reazione tra città e provincia ci ha fatto tornare sull'argomento manche perché pare chiaro a tutti che mentre le scuole vicentine, fatte salve le eccezioni, non discutono praticamente più (le parti non si incontrano dalla scorsa primavera) quelle dei maggiori centri della provincia si sono comportate e si comportano diversamente.

Aggiungiamoci un'altra considerazione che riguarda il terzo interlocutore normalmente trascurato in questo dialogo ormai apparentemente tramontato: gli studenti e le loro famiglie. Succede che ragazzi e genitori non dicono praticamente più niente anche perché, soprattutto per la questione del sabato a casa, hanno ampiamente fatto sapere la loro opinione: sarebbe bello, ma come la mettiamo con la pausa per il pranzo visto che non c'è una scuola dotata di mensa? Se comunque il sabato pare davvero un problema insolubile non lo è affatto quello dell'adozione delle due fasce di entrata e uscita che le aziende hanno chiesto e le scuole di Vicenza per la stragrande maggioranza hanno rifiutato.

In Piazza dedica la seconda trasmissione consecutiva al tema parlandone questa volta con GIANNI ZEN del Brocchi Bassano, ELEONORA SCHIAVO del Da Vinci di Arzignano, CARLO GECCHELIN del Chilesotti di Thiene, GABRIELLA STRINATI del Corradini di Thiene e DAVIDE SERENA dell'Istituto Agrario di Lonigo.

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