NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Scuola e trasporti, matrimonio che non si farà

facebookStampa la pagina invia la pagina

Scuola e trasporti, matrimonio che non si farà

Chi comanda in realtà quando bisogna prendere decisioni che non coinvolgono solo la scuola ma attraversano tutta la realtà di un territorio? Le decisioni vengono prese solo sulla base delle esigenze degli insegnanti?

Scuola e trasporti, matrimonio che non si farà (Art. corrente, Pag. 4, Foto generica)ELEONORA SCHIAVO- Le decisioni di tipo didattico spettano al collegio docenti, significa che ore e sistema sono determinati lì con il principio che le cinque ore sono giuste per tornare a casa in tempi ragionevoli, in grado di studiare, ripassare quel che il ragazzo ha fatto alla mattina, eccetera. Le discipline scolastiche hanno bisogno di tempi anche lunghi ed anche distesi per cui l’orario deve essere considerato come un investimento. Si ragiona su questo e anche sul fatto che allungando eventualmente le ore della mattinata fino a sei i ragazzi difficilmente uscirebbero in tempo utile anche per i bus: si dovrebbero togliere cinque minuti alle ultime tre ore con un monte complessivo di oltre mezz’ora perduta considerando anche il tempo dell’intervallo. Ragionando dal punto di vista didattico tutto questo non si può fare, non nel nostro tipo di scuola che è il liceo e che ha necessità di sei giorni con la scuola sempre aperta di pomeriggio per le attività supplementari. Tutto quel che ha a che fare con la didattica è decisione dei docenti. Tutto il resto, inizio e fine scuola, è di competenza del consiglio di istituto il quale però deve recepire il parere motivato del collegio docenti.

MARIA GABRIELLA STRINATI- Questa posizione descritta da Eleonora Schiavo va direttamente alla realtà delle cose; l’attenzione, oltre la quinta ora, cala vistosamente. Per come è strutturato il curriculum di studi attualmente in Italia non può essere che così; per cambiare occorre ristrutturare tutto, meno ore, meno materie, meno minuti nell’ora, materie obbligatorie e opzionali, e così via. Un’altra concezione della scuola che però bisogna almeno concepire nei nostri progetti, una cosa comunque che nella situazione attuale non è minimamente praticabile. La scuola del nord permette una elasticità profondamente diversa dalla nostra condizione per cui se si vuole ragionare su tutto questo occorre farlo con una profonda revisione di tutte le condizioni.

DAVIDE SERENA- Sono d’accordo su tutto. Il numero delle materie è eccessivo, la distribuzione del carico di lavoro dei ragazzi è pesante. La molteplicità di materie con la riforma ha messo tutti sullo stesso piano nel biennio per poi distinguere nel triennio. Comunque c’è da dire che veniamo da un tipo di scuola in cui era più importante fare tanto piuttosto che fare bene. Nel nord intendono diversamente il tempo della scuola e il modo di apprendimento. Con una utenza così vasta non abbiamo potuto ragionare molto. Sul sabato abbiamo le perplessità legate al fatto che le ore del mattino sono sicuramente più proficue. Dal punto di vista dei docenti c’è unanimità nel ritenere che questo orario sia il migliore possibile attualmente.

Scuola e trasporti, matrimonio che non si farà (Art. corrente, Pag. 4, Foto generica)CARLO GECCHELIN- Mio figlio mi dice della sua difficoltà di concentrarsi nelle ore finali e il cambiamento è difficile nonostante tutte le riforme che si sono attuate in questi ultimi anni. Si può pensare a tante cose, anche alla sperimentazione di far ruotare gli alunni anziché i docenti, cosa ritenuta non fattibile da molti perché non abbiamo le strutture necessarie per ottenere questi cambiamenti.

GIANNI ZEN- La condizione è obbiettivamente difficile per tutti ma il pensiero deve essere lungo, è nei momenti di crisi che bisogna costruire il futuro, al di là dei conti che dobbiamo fare sulla situazione che viviamo. Il grande problema dei ragazzi di oggi è doppio: la noia in classe perché sono considerati un po’ come vasi vuoti da riempire; poi c’è la struttura mentale dei ragazzi che sono i cosiddetti nativi/digitali il cui processo di apprendimento è diversissimo dalla scuola che noi abbiamo vissuto da adolescenti e che i nostri docenti di oggi non fanno altro che riprodurre. La lezione frontale è difficile da cambiare con le aule affollate. Ma questo modo di fare scuola è chiaramente superato dai fatti e la motivazione dei ragazzi è sicuramente bassa per cui nasce la noia. A queste età si fa fatica a star fermi e occorre qualcosa che ti entusiasmi, solo così superi la fatica quotidiana. Se non si reinveste sulla scuola anche in termini di ripensamento il più largo possibile non ci sarà mai rinnovamento sociale o politico. Tra l’altro mancano insegnanti giovani e quindi non si riesce a coinvolgere giovani generazioni che a loro volta possono essere moltiplicatori di motivazione e di passione. Sono cose che poi ti accompagnano per tutta la vita.

GABRIELLA STRINATI- La formazione della persona è fondamentale. Non vedo contenitori da riempire ma persone a cui trasmettere qualcosa che sia compreso e che leghi alla realtà. Logico che la cultura è al centro di tutto, ma la cultura come si sa finisce sempre in mezzo alle forbici di chi scrive un bilancio pubblico.

 

nr. 34 anno XVII del 6 ottobre 2012 

 

IN PIAZZA VA IN ONDA ILVENERDI' alle 12,30 e la DOMENICA alle 20,30  

su TVA NEWS 295 canale digitale terrestre

IL SABATO alle 21,10 su TVA VICENZA canale 10 e TV SAT e SKY 832

« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar