NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Scuola e trasporti, matrimonio che non si farà

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Scuola e trasporti, matrimonio che non si farà

Il sabato a casa è l’altro aspetto del contenzioso che per Vicenza pare destinato a non trovare una soluzione dato che a parte Piovente Fusinieri non risono altri disposti a prendere questa decisione.

GIANNI ZEN- Si tratta di discorsi che ogni tanto è giusto riprendere. Al Rossi avevo fatto la proposta e l’ho ripetuta a Bassano per il biennio che con 27 ore ha margini utili. Auspicherei un tavolo provinciale dove le scuole di fronte alle aziende di trasporto cominciassero a individuare una logica di sistema comune. Non c’è più come referente il dott. Ventrella e il reggente è evidentemente in difficoltò a garantire una forma di coordinamento che però vorrei veder realizzato ugualmente. Le scuole devono uscire dal proprio individualismo e pensarsi in ragione di un sistema il che aiuterebbe anche il territorio a recuperare, ad esempio alcune corriere e alcuni autisti. E’ chiaro che se alleggerissimo Vicenza anche le criticità più evidenti potrebbero trovare qualche soluzione, il sovraffollamento per noi significa sicurezza, è una croce quotidiana, ogni mattina mi auguro che non succeda mai niente, ma qualcosa ogni anno succede. Ecco perché parlo di fare sistema e ragionare assieme. Non parlo della logica di campus delle scuole del nord Europa. Avendo servizi in comune, scuole aperte il pomeriggio, è chiaro che si risolvono moltissimi problemi. Capisco anche che qui ragioniamo di una realtà in cui non viene deciso niente di niente se non è lo Stato a decidere, mentre nel nord è tutto demandato all’autorità locale. Come faccio a pensare a un pomeriggio con 2000 ragazzi che non hanno dove trascorrere l’intervallo dopo le ore della mattina? Non ci sono le condizioni oggettive ma dovremmo cominciare a pensarci. E dovrebbero per primi farlo i politici, a cominciare da dove si costruiscono le scuole, la mia per esempio è nel punto più critico del traffico cittadino di Bassano quando invece c’era un terreno a disposizione della Provincia nel centro studi. Non c’è lungimiranza politica e invece è necessaria.

ELEONORA_SCHIAVO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ELEONORA SCHIAVO- La settimana corta si può fare allungando l’orario da lunedì a venerdì, ma bisogna ripensare completamente l’orario scolastico. Come? a sesta ora pesantissima, richiede concentrazione in larga parte svanita, e poi ci sono tanti ragazzi che fanno altro nel tempo libero, dal teatro allo sport, ai potenziamenti di lingue e di altre materie. La scuola non chiude il pomeriggio e garantisce tutte le operazioni supplementari che i ragazzi possono trovare utili per la loro preparazione. La chiusura del sabato sarebbe positiva se ci fosse il potenziamento delle discipline dentro il normale orario scolastico, non più al di fuori. Dopo di che c’è il discorso del personale non docente verso il quale si riverserebbe un trattamento discriminatorio. Insomma, io dico che occorre il ripensamento generale di una didattica che deve essere funzionale per progetti e per organici tenendo conto di tutti i potenziamenti delle discipline che già oggi parzialmente si fanno ma non nelle ore mattutine. Il ragionamento è possibile ma a patto che passi attraverso un ripensamento di tutto in blocco.

MARIA GABRIELLA STRINATI- Il quadro di Zen è affascinante e utopico. Anche a livello di amministrazioni e di concertazione tra le scuole è una via da seguire sicuramente, ma quante difficoltà…

GIANNI ZEN- Le faccio un esempio, quando ero al Rossi avevo lanciato l’idea che la zona Stadio fosse destinata a un polo tecnologico con Rossi e Lampertico e dall’altra parte la meccatronica dell’Università. Se si vuole, le cose si fanno ma secondo una visione complessiva perché non si può procedere per frammenti ed io sono convintocce occorra un ragionamento globale perché la scuola deve essere la prima forma di investimento della società.

MARIAGABRELLA STRINATI- Molte amministrazioni ragionano in questa direzione ma… con le mani legate. Pensi che il Corradini ha quasi mille studenti divisi in tre edifici diversi, non c’è polo, non c’è possibilità di arrivare al punto della situazione. Il sogno di un campus è ancora tale per Thiene, non è detto che non ci riesca di fare quel che è stato fatto a Schio ma per ora la situazione è bloccata obbiettivamente. Ho visto in Germania e nel nord sistemi scolastici che hanno la possibilità di fare scuola in modo del tutto diverso. E anche la nostra didattica ha bisogno di un ripensamento, anche noi al Corradini abbiamo tante offerte formative pomeridiane verso studenti che sono eccellenze in tante attività, dalla musica allo sport, ma è il sistema che si è bloccato. Da questo punto di vista ci deve essere secondo me anche una disponibilità vera delle scuole e delle amministrazioni locali.

DAVIDE_SERENA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)DAVIDE SERENA- Io dico che l’utopia è bella e utile e non ce ne dobbiamo privare. L’idea del preside Zen è condivisibile; anche la crisi economica e i tagli non devono più permettere che si vada per strade individuali,. Altrettanto vero è che bisogna ripensare alla didattica, il tempo delle lezioni deve essere il tempo della vita, con una serie di servizi utili, senza che venga trasportato al pomeriggio un quadro orario che penalizzerebbe la didattica. Sappiamo che la mattina è sempre più produttiva del pomeriggio, ma è chiaro che stando le cose come sono ora si graverebbe col pomeriggio solo sui ragazzi. Sarebbe una complicazione in più. Bisogna invece ripensare il sistema scolastico nel suo complesso.

CARLO GECCHELIN- La politica scolastica finora è stata fatta nell’ottica del costruire gli edifici e non sapere che cosa succederà dentro quei muri. Forse un tavolo di confronto provinciale o quanto meno di raffronto tra varie scuole sarebbe molto utile con un documento da proporre all’amministrazione provinciale che resterà competente in materia. Al tavolo del confronto bisogna arrivare con proposte vere che siano misurate sulla necessità di una didattica opportuna e logica proprio in prospettiva di altre sperimentazioni come può essere la settimana corta. Occorre un nuovo tipo di coordinamento per ottenere questo risultato utile a tutti.

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