(g. ar.)- Siamo alle porte di un evento che benché ancora relativamente lontano (maggio) promette scintille per gli appassionati vicentini che come si sa di ciclismo normalmente campano e godono, dando da sempre tra l'altro a questo mondo fior di campioni e di fuoriclasse assoluti. Nella migliore tradizione di quegli avvenimenti sportivi che attirano decine di migliaia di persone a fare il tifo, il ciclismo continua ad essere magia vera ed il Giro d'Italia ne è assieme al Tour l'espressione più genuina, più credibile. Lacrime e sangue, fatica ed entusiasmi, delusioni ed esaltazione: questo è il ciclismo.
In Piazza se ne occupa questa settimana prendendo lo spunto dal fatto che Vicenza rivede il Giro dopo 17 anni e lo rivede sedendosi ad una mensa ricchissima, con grandi portate più dolce frutta e caffè: prima una tappa seguita da un successivo passaggio. Due-giorni-due che saranno delizia per gli appassionati da molto tempo all'asciutto se non confortati da qualche transito lampo.
Gli anni passati nel frattempo sono veramente tanti, basti dire che una delle stelle nascenti di oggi, Battaglin, era in età da scuola materna quando ci fu l'ultimo arrivo in viale Roma a Vicenza. Dopo di che è stato solo correre di qua e di là per andare ad intercettare qualche passaggio del Giro che la provincia di Vicenza ha continuato a toccarla, senza però arrivare mai al dunque di un arrivo di tappa.
Non è un caso se sull'onda di questo nuovo entusiasmo rinfocolato proprio dal traguardo vicentino incluso nel percorso del 2013, il responsabile di VicenzaE' Vladimiro Riva ha proposto con una lettera al Giornale di Vicenza di dedicare proprio questa tappa a Tullio Campagnolo, corridore forse non proprio eccelso, ma certo autentico genio della meccanica, l'uomo che seppe far tesoro di una salita massacrante come Croce d'Aune per pensare a come si poteva non ritrovarsi un'altra volta in quelle condizioni, incapace di smuovere gli ingranaggi di quel primo cambio a leva posteriore che non ne voleva sapere di dargli un rapporto più leggero e adatto alla salita. Patron di supercampioni come Eddy Merckx, Vittorio Adorni, Felice Gimondi e tanti altri ancora, Campagnolo meriterebbe davvero un ricordo adeguato e forse l'idea di Riva, per ora non ripresa da altri, è la migliore per ottenere quel risultato ricordandone il nome.
Naturalmente non va trascurato peraltro il grande lavoro che è stato fatto da molte persone, dirigenti di società, procuratori sportivi, squadre, ecc., per ottenere il risultato di riavere una tappa che si concluda a Vicenza con in aggiunta il grande ed emozionante condimento di un percorso sui Colli Berici che davvero promette moltissimo.
Diciamo che almeno questa volta gli appassionati di ciclismo non saranno costretti a trasferimenti più o meno lunghi (il più vicino ed il più frequentato di questi anni è stato la salita della Rosina, sopra Marostica) per riuscire a rivedere il Giro in diretta. Questa volta se lo troveranno in casa e avranno tutto il tempo per non perderne nemmeno una sequenza.
Proprio per questa nuova vicentinità del Giro d'Italia apriamo con questa una serie di trasmissioni di In Piazza che si diluiranno nel tempo in almeno cinque puntate da qui a maggio in modo da poter descrivere bene un po' di questa vita faticosa e vagabonda che per tre settimane porta centinaia di corridori in tutta Italia e attraverso ogni tipo di difficoltà anche di carattere climatico, dal mare alle Alpi, o viceversa.
Per la puntata di apertura abbiamo deciso di cominciare invitando una rappresentanza di quelli che nel ciclismo ci lavorano tutto l'anno: Bruno Cenghialta, direttore sportivo di Acqua e Sapone, Danilo Scremin, massaggiatore e fac totum di Androni Giocattoli, Enrico Pengo capo meccanico della Lampre, Moreno Nicoletti, procuratore sportivo e Gianluigi Moras medico ortopedico che da anni è in veste ufficiale al seguito del Giro.