NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Due anni dopo l'alluvione, tra opere realizzate e polemiche

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Due anni dopo l'alluvione, tra opere realizzate e

Marcello Vezzaro, sindaco di Caldogno:

«Cittadini più preparati, ma ora serve un coordinamento sovracomunale»

Due anni dopo l'alluvione, tra opere realizzate e (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)È Caldogno - come sempre detto - uno dei simboli dell’alluvione del 1° novembre 2010, che ha lasciato un segno indelebile nella storia di questo comune che si appresta a celebrare il secondo anniversario di un evento tragico, che ha provocato la morte di una persona, il pensionato Giuseppe Spigolon, e danni per molti milioni di euro, nelle frazioni di Cresole e Rettorgole. «È vero - conferma il sindaco Marcello Vezzaro - questa data rappresenta, e sicuramente lo sarà anche negli a venire, un giorno di tristezza per chi non c'è più e per i danni che hanno messo in ginocchio molti nostri cittadini. Una ferita aperta che noi amministratori abbiamo contribuito in parte a rimarginare, anche perché possiamo dire che in questi due anni sono state fatte opere importanti, con investimenti di decine di milioni: mi riferisco ad esempio alla ricostruzione totale dell'argine che era stato rotto dalla furia dell'acqua ma anche all'innalzamento degli argini».

Un'altra opera importante, ritenuta fondamentale anche per evitare il rischio esondazioni a Vicenza, riguarda il bacino di laminazione di Caldogno, per il quale è previsto un costo di circa 25 milioni di euro. Ad inizio novembre, quindi proprio in coincidenza con l'anniversario, dovrebbe essere pubblicato il bando dell'aggiudicazione del progetto definitivo e dell'esecuzione lavori. La scorsa settimana è stato trovato l'accordo con i tre fratelli Canale di Caldogno, le cui abitazioni e gli annessi rustici dovranno essere abbattuti per consentire la realizzazione della cassa di espansione sul Timonchio, che avrà una portata di oltre 3 milioni e mezzo di metri cubi. «La Regione - conferma il primo cittadino di Caldogno - si è accordata per la somma complessiva di 1 milione e 600 mila euro, mentre il Comune ha individuato l'area, di proprietà di un quarto fratello, in via Tommasina, dove le fattorie verranno ricostruite. I fratelli Canale avranno due anni di tempo per l'edificazione, dopo di che scatteranno le penali, ma nel frattempo si potrà iniziare a lavorare al bacino di laminazione. Il mio augurio è che le opere possano iniziare già nella prossima primavera, mentre per vederlo finito bisognerà attendere il 2015».

Quello che, come detto, è un anniversario di tristezza, il sindaco di Caldogno vuole trasformarlo nell'ennesima occasione per ripartire. «Il nostro obiettivo – precisa Vezzaro – è di ricordarlo in maniera propositiva: per questo motivo anche quest'anno, in coincidenza con la settimana del ricordo, organizzeremo incontri, tra gli altri, con responsabili del Genio

Civile, dei consorzi, della Regione e della Protezione civile. Non voglio dire che noi amministratori e i cittadini siamo diventati esperti, ma si sta creando un'attenzione diversa per il controllo dei fiumi e per tutto quello che riguarda la difesa del territorio. Dovesse avvicinarsi un allarme, siamo pronti e mi riferisco, non solo all'esperienza, ma anche alle campane, agli sms e alle cosiddette aste dei fiumi che segnalano l'altezza, non solo nel nostro comune ma dalla Val Leogra in giù. Ci piacerebbe che questa attenzione fosse estesa anche agli altri centri limitrofi: per questo è necessario un coordinamento sovracomunale, in cui noi stessi potremo trasferire quando abbiamo quanto imparato e quanto attuato in questo biennio».

 

Diego Marchioro, sindaco di Torri di Quartesolo:

«Opere su Bacchiglione e Tesina, ma in 2 anni è cambiato poco»

Due anni dopo l'alluvione, tra opere realizzate e (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Realistico anche Diego Marchioro, sindaco di Torri di Quartesolo, che sulla vicenda delle opere realizzate dopo l'alluvione dell’autunno 2010 vede il bicchiere per metà pieno e per metà vuoto. «Di positivo - attacca Marchioro - c'è da rilevare che sono stati fatti degli interventi sia lungo il Bacchiglione che lungo il Tesina e in particolare mi riferisco ai lavori di sistemazione e di rialzo degli argini, ma anche di pulizia e sistemazioni del fondo. Non mi riferisco a lavori svolti nel mio comune, che non ci sono stati, ma ad esempio quelli in comune di Vicenza e in quello di Longare: in quest'ultimo territorio, in località Secula, una delle più colpite due anni, sono state fatte opere diffuse e di una certa importanza». «L'aspetto negativo - aggiunge poi Marchioro - che sostanzialmente negli ultimi due anni la situazione è rimasta pressoché invariata: come dire che se tornasse l'alluvione di 2 anni le conseguenze sarebbero le stesse. Giusto anche dire che attualmente il livello della falda è notevolmente più basso».

Quando si parla dell'evento catastrofico di due anni fa, il collegamento con il comune di Torri di Quartesolo è riferito non tanto ai danni, che sono stati limitati soprattutto se si pensa a quanto avvenuto nel capoluogo berico e a Caldogno, quando ad un’opera, destinata ad essere una delle più importanti in tutta la provincia nel post-alluvione: si tratta del bacino di espansione denominato "Palù", che si trova nella zona della frazione Marola.

«Nell’introdurre questo massiccio intervento – riprende il primo cittadino di Torri di Quartesolo – non perdo mai l'occasione per ringraziare Confindustria Vicenza che ha quasi totalmente finanziato (il comune di Torri ha contribuito con 16 mila euro, ndr.) il progetto preliminare di un grande intervento, che è in carico alla Regione Veneto e allo Stato. Adesso ci troviamo nella fase del progetto definitivo, già eseguito e approvato in commissione tecnica regionale. La nostra speranza è che questa seconda fase possa concludersi tra la fine dell'anno e l'inizio del 2013, anche non voglio assolutamente fare date. Mi auguro fortemente che si riesca a finanziare questa opera, il cui costo nel frattempo è lievitato a 25 milioni di euro, una cifra indubbiamente impegnativa».

«È un'opera importante - aggiunge il primo cittadino di Torri di Quartesolo – visto che una volta realizzato si tratta di un bacino con una portata di 2 milioni di metri cubi, inferiori dunque ad altri, ma secondo il parere dei tecnici molto utile in caso di fenomeni acuti e improvvisi, che negli ultimi anni sono sempre più frequenti».



 

Armando Cunegato, sindaco di Valli del Pasubio:

«Situazione drammatica, costretti a restituire 2,4 milioni alla Regione»

Due anni dopo l'alluvione, tra opere realizzate e (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«La situazione sugli interventi nel nostro comune è drammatica e ora dovremo anche restituire 2,4 milioni di euro alla Regione». Non usa mezze misure, Armando Cunegato, sindaco di Valli dl Pasubio, sulla questione legata al dissesto idrogeologico causato dalle alluvioni del novembre 2010. «Siamo nelle stesse condizioni di due anni fa – precisa – anzi per certi aspetti le cose sono peggiorate, visto gli interventi sono stati limitati e nel frattempo gli eventi atmosferici hanno provocato ulteriori danni».

È proprio l’obbligo del rimborso che delude profondamente il primo cittadino di Valli del Pasubio, che precisa: «I danni accertati e certificati solo nel nostro comune ammontano a 15 milioni e mezzo.  A suo tempo l’allora commissario per l’emergenza, ossia il Governatore Luca Zaia, ci aveva garantito il rimborso di circa il 30% del totale, quindi poco più di 5 milioni. Noi, sicuri di questo promessa, abbiamo iniziato a fare e a progettare, anche con oneri maggiori, visto ad esempio che in ufficio tecnico siamo stati costretti ad assumere un geometra, soprattutto con il compito di risolvere i problemi burocratici, in particolare quello di risponde alle innumerevoli richieste di precisazioni e delucidazioni. Senza dimenticare che nella presentazione dei progetti relativi alle frane abbiamo tenuto un rapporto diretto con la Provincia, ma si è trattato di un iter lunghissimo».

«In un primo momento - aggiunge poi Cunegato - avevamo proposto, come ci era stato chiesto, di realizzare interventi di messa in sicurezza delle strade per circa 6 milioni e mezzo, a cui andavano aggiunto le opere relative ai muri crollati e a quelli necessari per il contenimento. Da parte nostra in questo biennio siamo riusciti a spendere circa 2 milioni e ora ci apprestavano a far eseguire l’opera più importante, del costo di 700 mila euro, ossia la messa in sicurezza dei quartieri di Collo e Zavino e della strada comunale che li collega. Per inciso si tratta di opere già appaltate  ad una ditta, che ora adirà probabilmente alle vie legali, in quanto gli interventi avrebbero dovuto iniziare il 1° settembre e il “contrordine” è arrivato a metà agosto. Noi speravamo di trascorrere un inverno tranquillo e invece in queste condizioni c’è il rischio che possa succedere qualcosa di brutto. Io non vorrei dirlo e mi auguro che non accada nulla, ma poi che non si dica che l’allarme non l’avevamo lanciato prima».

Ma il territorio di Valli del Pasubio, considerato uno dei più “a rischio” nel Vicentino, si dibatte ogni giorno anche con altri problemi irrisolti. «Molte strade sono rimaste nella medesima condizione di due anni fa e tutto ciò rappresenta, anche per noi amministratori che pur ci siamo fatti in quattro, in una sconfitta. Ad esempio contrada Cumerlati rimane irraggiungibile: qui vi abitano due famiglie di gente giovane, che stanno pensando di andarsene, perché non si può più vivere. E se i giovani se ne vanno è un gran brutto segnale. Mi sono mosso personalmente inviando una lettera a tutti gli assessori e a tutti i consiglieri contenente tutto il malloppo riguardante il nostro comune ma nessuno di loro si è degnato di rispondere. li ho anche cercati di persona ma nessuno si fa trovare».

 

nr. 36 anno XVII del 20 ottobre 2012

Due anni dopo l'alluvione, tra opere realizzate e (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

 

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