NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Ma la carne “nuoce” davvero alla salute?

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Ma la carne “nuoce” davvero alla salute?

Come consideriamo la questione economica in sé i riflessi veri sul lavoro degli allevamenti e degli operatori di tutto il settore: lanciare un messaggio catastrofico come questo può creare forti paure specifiche o no?

DIEGO MEGGIOLARO- Non è che ne siamo spaventati, C’è un mercato che comunque funziona e la domanda e l’offerta sono qualcosa che nessuno può regolamentare. Anche gli allevamenti funzionano in base alle richieste: da una parte un processo di qualità della carne che non è più quella grassa di una volta, poi la specializzazione del sistema delle macellerie in cui la preparazione e il taglio si sono molto raffinati, poi il funzionamento dell’equilibrio che c’è perché gli allevamenti stanno al territorio in base alla disponibilità degli alimenti; i grandi allevamenti da carne rossa si concentrano a est della pianura padana perchè? Perché è bacino naturale del mais ceroso che è il primo alimento fondamentale con la soia, magari combinati con la polpa di barbabietola che serve a regolare il rumine ed è un elemento assolutamente naturale. L’economia è data dal sistema di raccolto utilizzo e consumo di questi prodotti dentro un sistema aziendale che ha la capacità di allevare e rispondere al mercato. Altro elemento: non abbiamo un patrimonio bovino così rilevante da permetterci un ricarico così forte da soddisfare le necessità per cui ecco crearsi la specializzazione degli allevatori nel far sì che questi allevamenti siamo funzionali al territorio alla qualità del prodotto alle esigenze del consumatore. Tutto questo dà economia e anche riposta alle opportunità e alle capacità del territorio di saper mettere assieme ed armonizzare domanda e offerta, specializzazione degli allevamenti e quindi risultato finale a cui serve moltissimo anche la presenza di un settore veterinario attentissimo a intervenire e controllare. Se questo equilibrio subisce variazioni indebite il primo ad accorgersene è il macellaio, e poi gli altri. Ed è un equilibrio non per niente costruito in decenni di professionalità capacità e cultura. Il tutto si trasforma solo così in economia e reddito per chi lavora.

Ma la carne “nuoce” davvero alla salute? (Art. corrente, Pag. 4, Foto generica)ANGIOLA VANZO- Gli allevatori produttori di carne, gli operatori, i veterinari fanno un ottimo lavoro, riescono a fornire alimenti di qualità non solo igienico sanitaria ma anche organolettica, con caratteristiche specifiche ad esempio nell’allevamento di animali magri, maiali compresi, per i quali sono cambiate completamente le razze. L’altra pare del lavoro dobbiamo farla noi medici cercando di comunicare messaggi semplici e validi alla gente che deve diventare protagonista delle proprie scelte. La prevenzione prende solo il 4% delle spese correlate alla spesa sanitaria per cui con pochi mezzi bisogna coinvolgere davvero tutti e riuscire ad ottenere a tutti i livelli un risultato finale buono. Per vedere questi risultati naturalmente passano anni per cui il corrispettivo ad esempio politico è scarso. Ma diciamo che dal punto di vista della conoscenza su come proteggere la salute siamo sicuramente avanti, sappiamo perché bisogna evitare grassi sale alcol eccetera e andare sulla verdura consumando anche carne ma senza eccedere. C’è comunque una parte della popolazione che è restia ad accettare questi messaggi. “Occhio alla salute” dice che metà delle mamme di bambini obesi sostengono che il proprio figlio sta bene, si muove in modo corretto, non ha problemi. Bisogna andare a livello di istruzione della madre per evitare questo rifiuto psicologico della realtà.

TIZIANA NOGARA- Mi riallaccio a quanto dicevo prima e questo rifiuto della realtà è evidente in certi casi anche quando si entra in macelleria. Il maiale che è alimentato solo con cereali e siero di latte, senza mangimi, offre una carne bianca e leggera, meglio di sempre; rientra nelle diete ipocaloriche se preventivamente sgrassata come il pollo e il tacchino; sul salume c’è una demonizzazione da parte delle madri che è al limite della comicità. Il bambino che mangia pane e prosciutto molto spesso non lo fa perché glielo impediscono. Dopo di che si va sulle merendine ed è così che si crea l’obesità precoce. Meglio non abbandonare il panino imbottito e lasciare da parte le merende confezionate. Il pericolo è che così si abbandona anche una tradizione salumiera che in Italia ha 400 tipi prodotti trattati soltanto con pepe e sale, badando alla naturalità. Ma questo passaggio di informazione tra produttori e famiglia è sempre molto difficile, sono tutti molto scettici ed occorre diffondere messaggi veramente persuasivi.

GIOVANNI RONZANI- A proposito di naturalità e trattamenti naturali: bisogna vigilare bene anche su questo terreno perché molti alimenti sono esposti in particolare al possibile deterioramento e possono creare problemi anche molto seri. Come il concetto di natura anche il concetto di vegetale è da rivedere con attenzione: al lassativo farmacologico dicono di no, ma dicono sì all’infuso. Il che è concepire in modo distorto la realtà delle cose e credo che in questa ottica vanno viste tutte queste scelte abbastanza strane da parte di gruppi più o meno filosofici. Le allergie dei bambini sono più frequenti con uova e altro? Negli adulti spesso lo sono per i vegetali. È molto di moda parlare di celiachia, ma l’intolleranza al glutine si sviluppa con lo sviluppo della civiltà industriale e dell’agricoltura intensiva: Tutto è correlato con gli elementi di glutine presenti nelle sostanze. Gli acidi grassi trans ad esempio sono contenuti nei prodotti da forno. Quando dobbiamo parlare di queste cose parliamo di una complessità così difficile che estrapolare nei vari elementi ciascuno rispetto agli altri che diventa quasi impossibile giungere a conclusioni facili. Gli alimenti in più debbono piacere, sono tradizione cultura, non si può prescindere dalla nostra storia anche scegliendo determinati alimenti. Ultima cosa sulla carne italiana e veneta in particolare: anni fa all’università di Padova si è visto in uno studio che igienicamente e sanitariamente ma anche dal punto di vista nutrizionale è una carne di altissimo rendimento, senza concorrenti. Quando c’è di mezzo la filosofia o la fede o questo genere di estremismi si arriva a storture autentiche.

DIEGO MEGGIOLARO- Qualcuno sposa la sua filosofa sostenendo che sia la più adatta e normale per lui e per chi la pensa come lui: va tutto bene finché non si invade l’equilibrio degli altri e soprattutto non si tradisce il buon senso e la ottima varietà nella cucina. I nostri gusti diretti, non miscelati sono effettivamente una opportunità quasi unica perché nel nostro territorio troviamo tipologie nutrizionali di enorme varietà e stagionalità. Molta attenzione a questi estremismi e a questi catastrofismi che giocano e pesano maggiormente poi sulle persone più sensibili ed esposte quindi a correre grossi rischi perché non vanno ad esaminare analiticamente e criticamente la questione. L’equilibrio ed il buon senso debbono guidarci costantemente.

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nr. 36 anno XVII del 20 ottobre 2012


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