NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Ma la carne “nuoce” davvero alla salute?

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Ma la carne “nuoce” davvero alla salute?

La Coldiretti e gli allevatori come si muovono in questo contesto?

DIEGO_MEGGIOLARO (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)DIEGO MEGGIOLARO- Guardate che mezzo chilo a settimana all’anno fanno 27 chili, cifra a cui non arriviamo sicuramente mai, perché uno si stanca prima. Credo che Tiziana Nogara ci aiuterà molto nel dire che per esempio d’estate non si mangia quasi più carne, aumentano le verdure, il cibo fresco; il che vuol dire che siamo stagionali, abbiamo esigenze estremamente diverse rispetto a situazioni come Stati Uniti o Cina. Si parla qui di una indagine nella Cina rurale. Ma già la Cina di oggi ha altri parametri sanitari veterinari e di sanità in genere, impossibile mettere a confronto dati di questo tipo su periodi diversi e meno ancora sui parti del mondo così distanti tra loro. Cominciamo a usare termini diversi e criteri diversi, razionali, a cominciare dall’intenderci su quanti incidono rispetto a quel totale di 27 chili annui di carne consumata. Ma, salvo esagerazioni da una parte e dall’altra, non ci arriviamo di sicuro. Restando dentro il sistema della cucina italiana, carni comprese, troviamo un assoluto controllo. In Veneto c’è un sistema sanitario di controllo veterinario che è pari alla Gran Bretagna, paese non così… arretrato. Quando parliamo di controlli parliamo di alimentazione dei bovini da carne, parliamo di diete alimentari che sono cominciate decenni fa, cerchiamo di lavorare rispettando non solo le regole ma cercando di trarne l’alimento migliore per cui c’è tutta una metodologia di assieme che viene rispettata e garantita. Per questo la carne italiana è assolutamente diversa. Quando questi scienziati non solo promozionano se stessi ma vendono anche libri che non costano solo un euro a me francamente viene qualche dubbio. Dobbiamo rincorrere questo genere di messaggi? Io dico di no. Abbiamo una cultura di valore, è aumentato sì il consumo di carne negli ultimi cinquant’anni ma in proporzione col reddito, ed oggi questo consumo si è stabilizzato con la cultura del non abusare, esperienza costruita con prudenza, una cucina con prodotti e alimenti che tra l’altro sono i più copiati al mondo al punto che il tarocco del made in Italy vale 50 miliardi di euro, se mi capite. Tra l’altro abbiamo un settore medico veterinario che garantisce controlli minuziosi e di grande qualità per cui paure non ce ne sono. Questi messaggi per me non hanno alcun valore se sono funzionali a qualche ritorno personale. L’esempio di questo Campbell in particolare è rivelatore: comunica i nomi di presidenti degli Stati Uniti per introdurre un messaggio che così trova ascolto.

GIOVANNI RONZANI- Dice che Clinton è stato bene dopo la dieta, ma non ci vuole molto a migliorare la condizione di uno che prima usava la cosiddetta dieta americana. Ci vuole poco, basta togliergli un po’ di grassi e Clinton su questo terreno era particolarmente sensibile perché veniva da un infarto.

DIEGO MEGGIOLARO- Perfino i vegetariani in America non sono affidabili, usano i prodotti vegetali ogm e c’è uno studio francese che dice cose allarmanti su questo.

TIZIANA_NOGARA (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)TIZIANA NOGARA- Noi siamo 170 più supermercati che sono un’altra settantina. La carne si mangia molto meno soprattutto nei mesi caldi, ma nell’arco di un anno rispetto agli anni 90 ho statistiche che parlano di una forte diminuzione. I consumatori sono più attenti. Non metterei assolutamente in relazione il nostro consumatore con americani e cinesi perché siamo agli antipodi, diversissimi, specie la donna è attentissima a quel che porta alla famiglia quando si tratta di mettersi a tavola. La carne è controllatissima, la filiera è assolutamente sotto controllo, non solo la carne, ma anche le verdure i formaggi tutti i latticini. In Europa siamo quelli che hanno la migliore qualità di materie prime ed abbiamo anche un controllo attentissimo e un consumatore altrettanto attento. Il discorso va centrato sulla bontà del cibo più che sul consumo di carne nello specifico. Si sa che mangiare trippa carne non fa bene, ma si sa anche che la carne occorre. Questi estremismi di Campbell e di chi lo segue sono un fenomeno di costume, da non colpevolizzare ma certo fa parte di una tendenza molto di moda. Basta parlare di light, ma non dobbiamo dimenticare che il generale stile di vita è molto importante per cui qualunque tipo di nutrizione moderata da esercizio fisico e non esagerazione generalizzata è quel che ci vuole. La popolazione americana è la più obesa del pianeta: dobbiamo chiederci che carne mangiano e a cosa la associano, bibite gasate, patatine fritte, cose che gonfiano. L’alimentazione bovina di adesso in Italia è assolutamente sana, è proibito l’uso di qualsiasi farmaco come anabolizzanti e antibiotici. Negli USA non è così, non è proibito niente, in una macelleria o in un ristorante americano si vedono bistecche visibilmente gonfiate, se ne accorge anche uno che non fa il macellaio. Esteticamente molto belle da vedere, ma la sostanza è quella che sto dicendo ed è la sostanza che rende un cibo sano nutriente ed utile alla nostra vita.. Lo dice anche Slow Food di Carlo Petrini che predica l’equilibrio tra i vari elementi. La carne italiana in questo senso fa certamente la parte del leone.

Non trovate che questa radicalizzazione delle posizioni rifiutando perfino il dialogo non assomigliano in qualche modo alla moda del rifiuto del vaccino ai bambini?

TIZIANA NOGARA- Secondo me sì perché questa tendenza a seguire la moda si manifesta in molte parti della nostra vita e delle nostre abitudini. La donna è legata alla moda, tutti siamo legati alle mode, la donna in più ha meno tempo per cucinare, compra cibi pronti, sta attenta alla qualità ma ogni tanto scivola verso il precotto e l’industriale. Questione di tempo disponibile. Però la donna lo sa e siccome lo sa rimedia stando molto attenta alla salute della famiglia. Si leggono molto di più le etichette, ci si informa molto di più direttamente. Il che rende noi operatori molto preparati, sia che lavoriamo e vendiamo cibo, sia che siamo cuochi e ristoratori. Dobbiamo essere ben preparati ed è giusto perché il consumatore ha estremo bisogno di certezze, è un discorso di qualità globale del cibo. Anche il discorso del vaccino rientra in qualche modo in questo ragionamento, moda di abbandonare il farmaco, andare sull’omeopatia come fa Campbell e quindi l’astensione dai farmaci presume anche la rinuncia volontaria ai vaccini. Sempre di più si moltiplica l’orizzonte che lavora alla pari con le farmacia tentando di diventarne un’alternativa. La debolezza del nostro tempo secondo me è questa.

GIOVANNI RONZANI- Campbell ammette che la sua filosofia va in questa direzione confortata poi dai suoi dati scientifici. Dati e convinzioni personali che messi assieme provocano questi comportamenti, niente proteine di origine animale perché nelle proteine si trovano malefizi vari per cui subito scrive questo ed altri libri. Altri scienziati americani fanno ciascuno il loro bravo libretto e magari sostengono l’esatto opposto. Il sensazionalismo dei titoli di giornale è pericoloso. Basta guardare in internet dove molto spesso semplici convinzioni personali vengono spacciate come una fede profonda, come verità assoluta. E naturalmente non è così.

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