NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La diversità che ancora disorienta e spaventa

Il mondo misterioso e ancora insondato dell’autismo rappresenta uno dei casi più espliciti di quanto disabilità e assistenza sociale e sanitaria possano rimanere lontane – Attraverso un libro che racconta del suo viaggio con il figlio Franco Antonello aiuta a capire qualcosa di più e con lui madri padri e operatori ciascuno con la propria storia

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La diversità che ancora disorienta e spaventa

(g. ar.)- Il bambino ha otto anni, finora ha potuto contare su 22 ore settimanali di insegnante di sostegno che si occupa di lui e di altri tre ragazzini, tutti autistici a vario grado e livello mdi caratteristiche specifiche e di gravità. La famiglia riceve dalla scuola una comunicazione sconcertante: le ore da ora diventano 6, non più 22. La reazione immediata mette in evidente difficoltà il dirigente scolastico: dopo vari tira e molla e una serie di visite dei genitori anche al provveditorato agli studi (peraltro ridotto ad un ente notarile che registra e dispone i trasferimenti degli insegnanti) ecco la marcia indietro: le ore non sono più 6 ma risalgono a 16. Ed è a questo punto che i genitori la mettono giù dura: se è possibile ora questo cambiamento a crescere, domandano, che bisogno c'era della prima comunicazione? E perché si gioca con la vita e la serenità di persone e di famiglie già sufficientemente provate dalla quotidianità, anziché rendere loro un servizio corretto ed efficiente, tra l'altro previsto dalle regole?

La diversità che ancora disorienta e spaventa (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Quando si tocca il tema della burocrazia e del suo linguaggio ci si accorge che il lessico in questione non cambia mai, è sempre brutalmente insensibile alle sfumature, non ha rispetto per le persone, si limita a comunicare, a ordinare, o come in una logica militaresca, senza altra preoccupazione. Si tratti di alluvioni, oppure di rimborsi di danni, si tratti di disabilità o di qualsiasi altro tema che coinvolga il settore sociale ma anche quello della semplice buona educazione e cortesia, le parole e gli atteggiamenti sono però sempre e drammaticamente gli stessi. La burocrazia non si cura di distinguere e sfumare, parla soltanto codicilli alla mano e non si cura di tutto il resto. E quando le decisioni sono manifestamente errate cerca sì di tornare al punto di partenza ma lo fa in genere maldestramente, suscitando reazioni comprensibilmente molto dure da parte delle vittime di turno.

Ora, facciamo mente locale e pensiamo all'ipotesi che il bersaglio di questo schiacciasassi senza capacità di distinzione siano i bambini autistici o in genere siano i disabili di ogni età: la questione ci pare subito oltrepassare di molto la buona propensione di chicchessia a capire i meccanismi di queste comunicazioni e di questi atteggiamenti.

È un libro a riproporre tutti questi temi, sia pure dentro gli schemi di una storia romanzata quanto però rigorosamente autentica; in evidenza, la condizione di un ragazzo autistico e della sua famiglia; come si vive, seguendo quale percorso, con quali obiettivi. Franco Antonello ha raccontato a Fulvio Ervas il suo viaggio con il figlio Andrea diciottenne, attraverso gli Stati Uniti. Un saggio di che cosa possa essere questa sindrome e che cosa possa rappresentare per una famiglia, ma anche una testimonianza potente di come in realtà, posto che ce ne siano le condizioni, un padre può riuscire a rompere l'accerchiamento di una condizione normalmente molto difficile, per la quale serve sempre e comunque un grande coraggio.

La realtà non romanzabile, d'altra parte, è però diversa e ci sono ancora moltissimi altri episodi a spingere verso l’accertamento di qualche verità in più come ad esempio l'atteggiamento comune nei confronti delle persone diverse, che sono anche le più fragili: perché la diversità continua ancora a disorientare o addirittura a spaventare? E perché non riusciamo a capire che la dimensione a parte di questi bambini può essere avvicinata e toccata dalla nostra dimensione e quindi dall’organizzazione sociale che può dare una mano a rendere tutto più semplice?

In Piazza ha rivolto queste domande a FRANCO ANTONELLO presidente dell’associazione di Castelfranco I Bambini Delle Fate, MONICA FABRIS mamma di un bambino autistico, RICCARDO CAGNES presidente del Comitato vicentino Handicap, ANTONELLA TOFANO presidente dell’Associazione triveneta Autismo e VANNI POLI consigliere regionale dell’ANFFAS.

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