NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La diversità che ancora disorienta e spaventa

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La diversità che ancora disorienta e spaventa

La diversità che ancora disorienta e spaventa (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)È l'educazione sociale che manca, alla fine di questo discorso, o che altro?

RICCARDO CAGNES- Non c'è educazione sociale e civica, questo sì che è colpa delle istituzioni, si diseducano i cittadini e invece di avere una base sulla quale lavorare assieme si ha il niente perché non c'è un vero riferimento di partenza. La signora Monica ha raccontato la sua storia, ma sapete quante sono le famiglie che non hanno il coraggio di farlo? E a quante persone nella campagna contro gli invalidi civili sono state tolte le pensioni mentre i genitori perlopiù molto vecchi non hanno avuto la forza di reagire?

FRANCO ANTONELLO- Il lavoro della fondazione ha consentito proprio interventi sociali come appunto il progetto della neuropsichiatria di Vicenza, poi c'è la azienda di San Pietro In Gù che finanzia da due anni il progetto. Con l'ospedale di Thiene e Schio portiamo avanti un altro progetto per il quale proprio in questi giorni stiamo contattando possibili finanziatori: ne abbiamo già sette e ne cerchiamo altri perché ce ne servono una trentina. Basta mettersi in contatto con I Bambini delle Fate, a Castelfranco, per avere tutti i dettagli. Abbiamo in cantiere nove progetti complessivamente in nove province diverse: piccoli contributi, ma grandi obiettivi. Ogni mese pubblichiamo una pagina sui quotidiani con lo stato del progetto, chi ci ha dato i soldi, quanti ce ne ha dato, ecc. Più trasparenti di così non potremmo essere...

E non finisce qui il problema: c'è in ballo da sempre non risolta tutta la questione del futuro...

VANNI POLI- Viviamo una situazione di incertezza che ci porta a incontrare persone come l'assessore al sociale della Regione che sanno parlare solo di soldi. Più si contrattano queste questioni più si precipita nella retroguardia di qualsiasi ipotesi di miglioramento. La classe politica è evidentemente inadeguata per occuparsi davvero dei problemi della gente. Credo che le famiglie giovani, quelle che arrivano dopo di noi, abbiano in mente fortemente il grande problema del futuro: senza di loro non ce n'è per i loro figli, esattamente come è stato a suo tempo per noi che abbiamo lottato a lungo e ci siamo dovuti arrangiare.

La diversità che ancora disorienta e spaventa (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)MONICA FABRIS- Noi non ci sentiamo soli, ma è evidente che avere alle spalle un'associazione che ci dà una mano è bene, ci dà forza. Ci hanno anche detto tra l'altro che siamo al limite dello stalking perché disturbavamo la quiete degli uffici evidentemente. Credo proprio che un'associazione non ci direbbe mai una cosa del genere. Si gioca su cose che bisognerebbe trattare con grandissima delicatezza. Quello che i nostri ragazzi ci chiedono soprattutto è la stabilità e la normalità della vita e dei comportamenti.

RICCARDO CAGNES- Il futuro è sempre il grosso punto di domanda. Si è costruita una serie di strutture per pensare appunto al futuro. Pensate che ho contatto l'ufficio scolastico territoriale per fare una riunione con le famiglie ed informarle dei servizi disponibili dopo gli anni della scuola; volevo anche spiegare le problematiche che stiamo vivendo, ecc.: la risposta è stata negativa, mi è stato risposto che per motivi di privacy non posso avere i nomi delle famiglie e che devono rivolgermi a ciascun direttore scolastico. Ho cominciato, ma è un gran lavoro, non so come andrà a finire, ma sicuramente riusciremo a venire a capo anche di questo problema perché è urgente dare alle famiglie l'assistenza di cui hanno bisogno, compresa l'assistenza legale.

ANTONELLA TOFANO- Il confronto è sempre difficile, i genitori si trovano davanti spesso a insensibilità terribili che non tengono conto del lavoro a tempo pieno delle famiglie con i loro figli, sempre senza una pausa di respiro. Un riferimento utile e qualificato serve eccome. Oggi io potrei anche risolvere il singolo problema con mio figlio ma se non cambia la cultura per tutti non c'è futuro.

FRANCO ANTONELLO- È veramente il problema più terribile quello del futuro e sono convinto che solo un cambio di cultura può aiutare a risolverlo; insisto a dire che se ciascuno di noi dedicasse una mezza giornata al sociale forse questi ragazzi avrebbero un futuro e si soddisferebbe il bisogno che hanno di normalità.

 

nr. 42 anno XVII del 1 dicembre 2012

 

 

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