NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Gli anziani e la fantasia del tempo libero

Sempre più specifiche, quasi specializzate le iniziative che si indirizzano al mondo della terza età più attiva da parte delle organizzazioni produttive ed economiche come Ascom, Confartigianato e rappresentanze dei pensionati con i loro coordinamenti (CUPLA) – L’altra faccia di questa realtà è rappresentata dalla grande massa che ancora ricorre al pronto soccorso per mancanza di alternative sul territorio

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ANZIANI

(g. ar.)- La misura della qualità della vita si ottiene anche andando a verificare i vari modi di essere anziano. Considerato che ormai da anni il passaggio dal lavoro attivo alla pensione non è più necessariamente legato ad uno shock ovvero ad improvvisa assenza di interessi, ci si trova di fronte oggi ad un fenomeno non secondario che vede proprio gli anziani presenti in prima persona in varie attività: da quelle culturali a quelle del puro tempo libero, dalla prestazione gratuita di volontariato fino all’impegno davvero importante di rimettersi a studiare magari per ottenere una laurea, o un’altra laurea.

C’è una stagione nella quale, avendone la possibilità, diventano realizzabili progetti di viaggio e di conoscenza magari coltivati per una vita. Il momento della pensione può funzionare così e lo sanno bene le categorie economiche e produttive che da tempo si preoccupano di accompagnare i rispettivi iscritti in percorsi molto interessanti e molto seguiti. Artigiani, Commercianti e associazioni di professionisti autonomi come il Cupla mettono in calendario una vera agenda annuale e la risposta è sempre importante.

ANZIANI (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Con Nicola Carrarini dell’ANAP di Confartigianato, Remo Seganfreddo di “Cinquant’anni e più” che fa capo a Confcommercio, LINO FERRIN responsabile del Coordinamento dei pensionati da lavoro autonomo CUPLA e VINCENZO RIBONI Primario del Pronto soccorso dell’ospedale San Bortolo abbiamo cercato di analizzare la reale situazione della condizione di anziano autosufficiente e con la voglia di vedere e conoscere nuove cose.

Ma, come dicevamo all’inizio, ci sono altre iniziative ed altri interessi in gioco quando si parla di iniziative culturali. La voglia di studiare ritorna frequentemente in modo prepotente ed induce migliaia di persone a riprendere in mano i libri. Un esempio evidente arriva dal Centro Rezzara che dopo 32 anni di attività a messo assieme la bellezza di 26 corsi in provincia, comprese le due sedi extra di Este e Carmignano di Brenta, per un complesso di iscritti che aggiornato alla stagione 2012/2013 è di 4000 iscritti. Precisato che ciascuno di questi studenti fa fronte ad un carico di 200 ore di lezioni ed esercitazioni è facile tirare le somme e capire che anche nella cosiddetta terza età esistono oggi modi produttivi di grande rilievo, fosse solo per la capacità di contrarsi in studi che facili non sono mai.

Naturalmente non è tutto, il quadro complessivo è ancora più ampio e comprende tutti, anche quelli che al concetto delle ore libere e affascinanti dedicate ad un passatempo o alla cultura non possono dedicare nemmeno una parte minima della loro esistenza quotidiana.

Si scoprono infatti particolari decisamente interessanti quando si cerca un paragone affidabile tra lo stato di evidente vantaggio dell’anziano che è impegnato in qualcosa di piacevole e quello degli altri anziani, i meno fortunati e peraltro ben visibili nella gestione giornaliera dell’assistenza pubblica, come dimostra il contributo personale di Vincenzo Riboni che proprio dal punto di osservazione del pronto soccorso è stato in grado di portare importanti testimonianze oltre che dati numerici decisamente interessanti quanto allarmanti per la dimensione che caratterizza il fenomeno del ricorso all’ospedale anche quando la necessità terapeutica effettiva non lo richiederebbe.

Sullo sfondo di questo quadro rimane sempre il problema della medicina sul territorio, non ancora attuata e non in grado dunque di costituire un’offerta terapeutica alternativa rispetto all’ospedale, ma anche il grande tema dei non autosufficienti che nonostante le novità molto sbandierate, come il centro di Monte Crocetta, all’occorrenza restano a carico della famiglia.

È anche da questo genere di confronti che si possono ricavare utili elementi per capire a che punto siamo anche nella capacità di assistere e non abbandonare.

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