NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Gli anziani e la fantasia del tempo libero

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ANZIANI

Tornando alla realtà del tempo libero e della fantasia da impiegare, ricordiamo tra parentesi l'università degli anziani del Rezzara: 4000 iscritti, 200 ore di corso, 26 centri in provincia di cui due a Carmignano e Este. Dal punto di vista culturale è importante esattamente come i progetti di vostra competenza...

Gli anziani e la fantasia del tempo libero (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)NICOLA CARRARINI- Stiamo saggiando qualche esperienza, a cominciare dall'i-pod e dalla informatica in genere. Abbiamo scoperto che ci sono moltissimi anziani interessati e molti altri ancora che ne sanno già molto più della media che utilizza uno computer. Altri progetti a partire da uno stimolo della ulss riguarda la domiciliarità: progettisti, medici, imprenditori del sistema casa, fruitori delle case, il tutto per scoprire perché ancora solo l'1% del patrimonio edilizio europeo è adatto all'anziano. Il futuro vedrà una permanenza in casa sempre più rilevante. Far fronte a queste esigenze per una popolazione che invecchia ci è parso interessante anche perché si crea una vera ottica di cambiamento, nella gradevolezza delle soluzioni progettuali e non certo per trasformare un alloggio in un piccolo ospedale casalingo. Bisogna informarsi, formarsi, seguire progetti col vantaggio che i protagonisti di tutto questo sono gli stesso anziani e c'è dunque una convergenza di energie e di risorse mentali importante. La qualità della vita si persegue anche così. Per questo abbiamo inventato dei piccoli fascicoli informativi per spiegare come comportarsi in stato di necessità, per superare il momento della mancanza di aiuto che si può sempre verificare quando ci si trova in una situazione di emergenza.

LINO FERRIN- Abbiamo visto che la metà dei nostri anziani dà aiuto alla famiglia, un censimento lo dimostrerebbe facilmente. Poi c'è il volontariato che in questa provincia è fortemente presente. La situazione è seria: nel 2008 avevamo 213mila pensionati con uno stato delle cose che dal punto di vista economico è ormai esasperata; chi va in casa di riposo paga 1500 euro e più al mese magari con una pensione di 700/800 euro che più o meno è la media di tutte le categorie. In casa di riposo cosa succede? Chi se ne va da casa crea problemi a chi resta perché le spese di casa rimangono vive e pesanti. Bisogna risolvere tutto questo e non lo si fa solo col volont6ariato perché in realtà occorre altro, organizzato e pensato molto attentamente. Non è sufficiente che la singola organizzazione si muova da sola, serve altro per rispondere ai problemi drammatici che affliggono questi nostri tempi.

REMO SEGANFREDDO- Io vorrei sdrammatizzare un po', sono un ottimista. Ci sono tante cose che bisogna correggere nelle nostre abitudini; dall'alimentazione alla capacità di muoversi; la qualità di vita si ottiene anche così e anzi ha una grande importanza mangiare diversamente, ad esempio sostituire al dolce la frutta e la verdura. L'impoverimento di salute e gli aumenti di peso a cui stiamo assistendo sono anche determinati dall'incapacità di fare scelte sensate. Anche questo è fare economia, valutando bene che cosa si compra e che cosa poi si consuma e in che modo oltre che in quale quantità. Mangiare bene è un diritto, muoversi è un dovere, fare sport non vuol dire fare agonismo ma al contrario significa consumare in modo sano e opportuno quel poco di energie che abbiamo a disposizione e che in genere tendiamo ad accumulare. Molto spesso la colpa di certe cose che ci capitano è proprio nostra, non di altri.

Gli anziani e la fantasia del tempo libero (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)VINCENZO RIBONI- È importante l'invecchiamento attivo e gestire bene le proprie risorse fisiche utilizzando bene le tecniche di nutrizione, senza esagerare in niente. La problematica dei grandi anziani e delle patologie che caricano queste persone sono importantissime; non sempre la vita si allunga in senso positivo ma anzi lo fa accumulando tutti i problemi che prima erano certo meno numerosi. Le nostre strutture sono molto caricate di pressione da una popolazione sempre più anziana e sempre più caratterizzata da patologie sia medico sanitarie che sociali. Il riferimento è particolarmente importante oggi con questa crisi e la via d'uscita è quella dell'ospedale, alla maniera del Duecento, quando si accoglievano i pellegrini e gli si dava sostegno indipendentemente dallo stato di salute. L'ospedale è invece per gli acuti e per le fasi acute pur trovandoci tutti i condizioni diverse nel senso che non possiamo rispondere a tutta la domanda. Oggi non ci sono percorsi attivati anche se sono scritti con precisione nelle leggi: servono risposte serie, ogni giorno vedo ultraottantenni in fase acuta che trovano risposta, ma subito dopo non trovano percorso di uscita, che li si ricoveri o no. Questo è il problema, è la rivelazione dell'esistenza di esigenze di carattere sociale e quindi di necessità di supporto delle famiglie con anziani e in particolare con grandi anziani. L'impegno deve essere convinto e forte. È utile l'aiuto degli artigiani con i loro fascicoli informativi che mirano a facilitare i percorsi e indicare le soluzioni e gli spazi disponibili per andare oltre il momento della fase acuta e trasferirsi alla fase successiva. È quel momento intermedio che risolverebbe davvero la questione, ma non ci siamo ancora. Patologie cardiache e cerebrali rendono molto invalidante la condizione di queste persone: al di là degli stili di vita, è più che evidente come occorra un concorso di tutti comprese le amministrazioni e il volontariato per creare percorsi facilitanti e facilitati che aiutino ad uscire dalle situazioni veramente difficili. Avere persone in casa che soffrono patologie invalidanti di questo livello crea drammi enormi per una famiglia. Anche per questo l'ospedale è tornato ad essere punto di riferimento, ma non può essere l'ospedale la soluzione al problema. Non facili soluzioni, ma percorsi pensati ed attuati con intelligenza.

NICOLA CARRARINI- D'accordo su tutto. Difatti nel nostro lavoro ci preoccupiamo di dire all'anziano che all'occorrenza non è solo e poi cerchiamo di fare in modo che le istituzioni dialoghino con gli altri, con il mondo del volontariato in particolare, perché assieme si riesce a gestire le situazioni anche le più difficili.

LINO FERRIN- Per chiudere, c'è anche il problema determinato dalle risposte che Vicenza ha dato in modo non adeguato alla riforma sanitaria Troppi medici di base in rete, pochi nell'altra versione. La legge regionale c'è, gli ospedali di comunità sono una soluzione, ma anche le diversità tra Vicenza e le altre province debbono essere ribilanciate e quindi superate. Se non si pareggiano l condizioni il problema non si può risolvere.

 

IN PIAZZA VA IN ONDA VENERDI’ alle 17 su TVA VICENZA

e DOMENICA alle 20,30 su TVA NEWS 295 canale digitale terrestre

 

nr. 43 anno XVII dell'8 dicembre 2012

 

 

 

 

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