(C.R.) I laghetti nel Vicentino? Tutti da rilanciare. O quasi. Con la sola eccezione di Roana, sottoposto qualche anno fa ad un profondo restyling, tutti gli altri necessiterebbero di interventi strutturali e maggiore manutenzione. Ecco cosa abbiamo scoperto nel nostro viaggio tra i laghetti della provincia berica.
Paolo Gozzi, sindaco di Arcugnano, lancia l'allarme: «Il lago di Fimon è in totale abbandono, dobbiamo salvarlo»
Il lago di Fimon, che si trova nel territorio di Arcugnano, tra le frazioni di Pianezze e Lapio, è uno specchio d'acqua considerato di "modeste dimensioni" – 0,60 kmq e poco profondo, in media circa 2 metri – ma è anche l'unico lago reale dell'intera provincia berica. I dintorni del lago di Fimon, unico bacino naturale dei Colli Berici, sono anche un sito archeologico, la cui importanza fu riconosciuta già nel XIX secolo dal naturalista vicentino Paolo Lioy. Le origini risalirebbero al Pleistocene, qualcosa come 15 mila anni prima di Cristo, ma alcuni studi ritengono che l'area, protetta dai colli Berici, possa essere stata risparmiata dalla glaciazione e allora le origini potrebbero essere ancora più antiche.
In realtà quel pezzo di "storia vivente" e punto di riferimento per tutti i vicentini nella seconda metà del secolo scorso rischia il degrado totale. A lanciare un accorato appello è Paolo Gozzi, sindaco di Arcugnano, che non usa tanti giri di parole. «Si tratta di un'area per buona parte abbandonata - spiega il primo cittadino - che sinora ha potuto beneficiare dell'attenzione della Provincia di Vicenza, competente anche della S.P. attraverso la quale si arriva, e in particolare dell'ex assessore Paolo Pellizzari, che ad onor del vero si è sempre preoccupato della manutenzione e di quant'altro. Ora però che l’ente Provincia, che a sua volta aveva ricevuto le competenze dalla Regione Veneto, si trova in una situazione di impasse, non più stato fatto nulla e questo lo può notare chiunque arrivi al lago in queste settimane».
«Bisogna intervenire al più presto - incalza il sindaco Gozzi - sia per quanto riguarda lo specchio d'acqua, alle prese con una serie di problematiche, che la zona circostante e le arterie di accesso. Per quanto ci riguarda ci stiamo muovendo in Regione perchè le gestione del lago di Fimon possa essere affidata all'amministrazione. E non perchè vogliamo tornare proprietari, ma perchè lo chiedono a gran voce i cittadini di Arcugnano e le associazioni locali, perchè per tutti noi è una ferita lacerante vederlo in queste condizioni. Tuttavia se da un lato abbiamo la volontà di ottenere tutto questo, è necessario però che la Regione Veneto faccia, almeno in una prima fase, la sua parte, mettendo a disposizioni fondi o finanziamenti in grado di garantire la realizzazione delle opere. In altre parole, noi possiamo prenderci il compito della gestione, ma dovremo essere aiutati, perchè in questo momento le nostre casse sono vuote. In alternativa ci sono anche dei fondi europei a cui avvicinarci, noi in tal senso abbiamo aperto un ufficio che si occupa proprio dell'accesso di questi fondi».
Il sindaco Paolo Gozzi si augura che il suo appello venga recepito. «Il lago di Fimon è un patrimonio - conclude - non solo dei miei cittadini, ma di tutti i vicentini. Non dimentichiamoci che il lago di Fimon, che rappresenta la porta dell'Alta Via dei Berici, è valorizzato anche dalla presenza di 4 agriturismi, trattorie e ristoranti rinomati, bed & breakfast e di due storiche discoteche, anche se adesso una di queste è chiusa. Un altro progetto che intendiamo portare avanti è il rilancio del Borgo del lago di Fimon, collocato sopra le due discoteche, giusto per dare un riferimento geografico. Ci piacerebbe riproporre quanto fatto ad Arquà Petrarca e ad Asolo con i rilancio degli antichi borghi, anche se il nostro progetto, che riguarderebbe un'ottantina di case, sarebbe comunque un percorso lungo. La nascita di un hotel? In questo momento non saprei esprimermi, ma tutte le attività recettive portano benefici e quindi di fronte ad una proposta del genere ci si potrebbe comunque confrontare».