Silvio Regis, segretario provinciale e regionale della Fimmg:
«Un ruolo delicato che il Governo deve tutelare ad ogni costo»
Sull'argomento abbiamo interpellato anche Silvio Regis, vicentino, segretario provinciale e regionale della Fimmg (la Federazione dei medici di medicina generale), che vanta alle spalle 32 anni come medico di famiglia. «Si tratta di un ruolo particolarmente delicato e di grande responsabilità nello stesso tempo – spiega il dottor Regis – visto che quasi sempre il medico di famiglia rappresenta il primo baluardo di chi non sta bene e si trova ad esternare il proprio stato di salute. In realtà si tratta di una figura particolarmente importante non solo dal punto clinico ma anche sociale. Di questi tempi di crisi economica non va trascurato anche il fatto che nell'ambulatorio di un medico di famiglia non si paga il ticket e si possono ricevere tutti i consigli da parte di un medico che di quella persona ha un'ottima conoscenza, visto che è un suo paziente».
«Se poi vediamo la cosa da un'altra prospettiva - continua il dottor Regis - possiamo dire che dal nostro osservatorio privilegiato non si tratta poi di una specializzazione medica così ambita, visto che non percepiamo da parte dei giovani di medicina generale interesse per altri settori. Dall'alto della mia esperienza posso dire che nell'arco dell'ultimo decennio questa figura professionale si è aggravata di ulteriori impegni, basti pensare non ultimo l'uso obbligatorio del computer, dove ad esempio arrivano i referti medici e le analisi di laboratorio, che rappresentano un ulteriore aggravio a quello che è il lavoro quotidiano. Visto anche sotto quest'ottica appare evidente che per arrivare al salto di qualità è fondamentale, per non dire indispensabile, la riorganizzazione del lavoro. Perché è impensabile, da qui in avanti, che il medico di famiglia sia costretto ad avere altre incombenze».
Sul futuro della professione anche il segretario provinciale e regionale – la sede unica si trova in via Santi Apostoli 22 a Vicenza – ammette che esistono «perplessità per quanto riguarda le strategie dei nostri politici, visto che il Governo sta dimostrando di non prevedere o non voler attuare un cambio generazionale. Invece dalla politica servirebbero decisioni reali e decise, in grado anche di programmare il futuro e invece la prospettiva è quella dei tagli in molte regioni, anche in Veneto. A mio parere l'aspetto occupazionale scoppierà in tutta la sua gravità tra 6-8 anni, quando i medici che andranno in pensione cresceranno in maniera esponenziale e allora ci sarà anche un problema di riorganizzazione, che non sarà facile da affrontare. E alla fine, oltre che sui medici, il problema andrà a ricadere sui cittadini visto che dei 1.500 assistiti di ogni medico il rischio è dei passare in uno spazio di tempo breve a 2.500. Da qui la necessità, magari assieme alla Regione Veneto che sta lavorando da tempo su un protocollo che prevede una ristrutturazione del mondo sanitario».
Con il gruppo "Utap Medici Insieme Vicenza" il futuro è già iniziato:
Mauro Loison: «Un servizio che funziona e sta soddisfando i cittadini»
Una delle soluzioni per sopperire in futuro ad una diminuzione dei medici di famiglia è legato da un pool di medici che mettendosi assieme garantiscono un maggior numero di servizi, varie professionalità e vantaggi per i cittadini, come ad esempio quello di accedere in qualsiasi ora della giornata dalle 8 alle 20, anche al sabato. E è il caso dell'Utap Medici Insieme Vicenza, che ha sede in viale Trieste 300, nata nel novembre 2007 dopo una esperienza di tre anni come medicina di gruppo. L’Utap (che significa Unità territoriale assistenza primaria) raggruppa l’attività di sei medici di medicina generale che in maniera coordinata coprono l'orario diurno alternandosi nei vari ambulatori. La struttura comprende anche un servizio di segreteria (dalle 8 alle 13 e dalle 15 alle 20), garantito da due addette e di un infermiere professionale che permette di risolvere anche problemi sanitari urgenti oltre a snellire le pratiche burocratiche, ad esempio la ripetizione delle ricette.
«È un servizio che sta funzionando e soddisfa i nostri 9 mila utenti – assicura il dottor Mauro Loison, uno dei sei medici vicentini di cui è dotata la struttura – proprio perché sviluppato in modo da conciliare le esigenze di tutti, ad esempio di coloro che lavorano e che non sono costretti a prendersi un permesso per recarsi dal medico. Tutte le visite sono su appuntamento in modo da ridurre i tempi di attesa in studio e da elevare la qualità della risposta sanitaria, ma la struttura è sempre aperta proprio con garantire le urgenze di ogni tipo e in ogni momento. Oltre a noi medici, una figura chiave della struttura è quella dell'infermiere professionale che svolge il ruolo innovativo di “infermiere di famiglia”».
L’Utap di Vicenza è composta da 5 ambulatori medici, 2 locali infermeria, una sala d’attesa con 34 posti a sedere e una reception con 2 postazioni informatizzate. «Un accordo collaborativo con l’Ulss 6 Vicenza - aggiunge il dottor Loison - permette l’erogazione di servizi sanitari aggiuntivi oltre al collegamento informatico con la struttura ospedaliera. Il vantaggio è di garantire alla popolazione attraverso interventi specifici di diagnosi e cura ed erogazione di servizi sanitari personalizzati sul territorio. Ciò attraverso il lavoro in equipe di più figure professionali in una unica struttura. L'importanza sta nel fatto che la medicina di gruppo Utap è una modalità organizzativa della professione in base alla quale un gruppo di medici professionisti di condividere sede, mezzi e organizzazione funzionale del lavoro con lo scopo di ottimizzare la propria risposta professionale dei confronti dell’utenza: si tratta di un modello a cui mira la Regione Veneto anche per i protocolli sanitari futuri. È possibile che strutture simili, presenti anche in altri capoluoghi di provincia, possano nascere anche in altre realtà più piccole, come ad esempio, per restare nel Vicentino, una zona altamente popolare come Cavazzale».
nr. 04 anno XIX del 2 febbraio 2013