NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il teatro adesso si ispira al cinema

Sempre più spesso la prosa si rifà a film di successo come nel caso di “Eva contro Eva”, abbiamo incontrata la protagonista della pièce Pamela Villoresi che riconosce questa nuova “moda” teatrale: “Conoscere già la trama grazie alle pellicole può portare a teatro i giovani”

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Eva contro Eva

Questa settimana a Thiene è andata in scena una pièce tratta da un film famosissimo diretto da J.L. Mackievicz, “Eva contro Eva”. Protagoniste sul palcoscenico sono Pamela Villoresi, nella parte della diva Margo Channing, e Romina Mondello in quella di Eva Harrington. Interpretato da Bette Davis nei panni di Margo (la cui parte inizialmente era destinata a Claudette Colbert che venne sostituita dalla Davis per un infortunio) e da Anne Baxter in quelli di Eva, le quali vinsero entrambe l’Oscar il film vinse 6 statuette ed è al momento l’unico, insieme a Titanic, ad aver avuto ben 14 nomination. La storia è quella di una diva che viene avvicinata da una fan devota la quale riuscirà a guadagnarsi la fiducia della star al punto da essere assunta come assistente. In realtà la ragazza riuscirà a scalzare la protagonista. Tratto da un racconto originariamente intitolato “The wisdom of Eve” e pubblicato su Cosmopolitan nel ’46, il film, secondo alcuni critici, sarebbe stato ispirato a una vicenda accaduta all’attrice ukraino-austroungarica Elisabeth Bergner. Il film è celebre anche per una breve apparizione di Marylin Monroe agli esordi. Abbiamo incontrato Pamela Villoresi.

Eva contro Eva (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Un’attrice esperta come il personaggio di Margo come fa a non accorgersi che ha davanti una simulatrice? Eva è davvero una simulatrice o c’è una parte di autentica ammirazione?

Pamela Villoresi: «Secondo me nella ragazza c’è assolutamente una parte di autentica ammirazione ed è quella che coglie Margo; Margo è indubbiamente una schiacciasassi, come tutte le persone in carriera, poi è un tipo di diva per cui il mondo ruota attorno a loro, però lei non ha una scaltrezza perversa. Come sempre le persone che sono in buona fede fanno fatica a immaginare quelle in mala fede perché una non presuppone: per esempio gli amanti traditori sono sempre molto gelosi mentre le persone che per natura non tradiscono tendono non esserle. Lei non lo farebbe mai e poi è abbastanza narcisa da credere che l’altra viva in funzione e adorazione totale della sua persona».

Margo è appunto un’attrice affermata, sicura di sé, eppure questo non la risparmia dalla vulnerabilità: il suo punto debole è la vanità stuzzicata dalla ragazza giovane che la venera in maniera ossessiva e che le dà delle conferme oppure è il timore di essere ormai alle soglie del decadimento commerciale e percepire di avere un appoggio da parte della giovane, per cui una sorta di investimento affettivo per il futuro?

«Sì, penso che ci sia anche questo, lei ha colto una cosa importante: credo che lei, in questa ragazza, veda anche la figlia che non ha avuto».

Qual è il lato positivo di Eva? Più che una “cattiva” nel senso di villain cinematografico, sembra una che è riuscita a essere un po’ più furba e nel finale il cerchio le si chiude addosso. Forse al cinema non si è mai stati abituati davvero a un’eviscerazione e a un’analisi dettagliata del male come invece succede a teatro? Lei sembra più che altro una capitata al momento giusto nel posto giusto.

«Secondo me non è solo questo. Io non volevo fare questo spettacolo, quando me lo hanno proposto, perché proporre una donna contro l’altra, soprattutto una giovane che vuole scalzare una anziana nel mondo del lavoro, in un momento in cui i giovani non solo hanno diritto a scalzarci, ma a pigliare dei kalashnikov perché non gli abbiamo lasciato nessuna prospettiva. Invece non è così, hanno avuto ragione loro a insistere perché in realtà viene più fuori un tipo di carrierismo che questa giovane Eva rappresenta e che già si affacciava in America e che poi da noi è arrivato dopo, ma che si è già imposto per bene, un carrierismo che va a scapito sicuramente non solo della qualità professionale, della cultura, della preparazione e di un rigore etico».

Però Eva è una brava attrice e conosce la parte al punto di poter sostituire la grande star.

«Si sì, sicuramente Eva è una brava attrice, ha del talento, è veramente innamorata del teatro ed è veramente affascinata da Margo. Detto questo, ammazzerebbe la sua mamma per fare carriera e questo non è lecito, Margo non ha fatto quella strada lì».

Il vero burattinaio di tutto è il critico, questo forse è la parte più superata del racconto perché oggi al critico generalmente si ribatte, su Twitter o su Facebook, anzi spesso si sfrutta il battibecco o il dibattito per attirare l’attenzione sull’evento.

«Qua ci sono due burattinai, uno è sicuramente De Witt, che manovra la situazione con la ragazzina, che la fa debuttare e fa uscire quell’articolo in cui si dà a Margo della vecchia che non è più adatta per certe parti, e poi però le presenterà il conto: in questo senso Eva e Addison De Witt si somigliano perché tutti e due detestano l’umanità, sono pronti a sfruttare qualunque persona al proprio servizio e sono incapaci di amare davvero. Però c’è un altro burattinaio, che è Karen, la moglie del drammaturgo, che sembra tutta carina, ma in realtà è lei, che per vendicarsi di Margo che ha trattato male il marito (in più forse è anche invidiosa perché Margo è una donna molto eccentrica ed intelligente, Karen non è intelligente, è una moglie al servizio del marito, Margo la vessa), la trattiene un famoso lunedì di riposo e fa in modo che Margo non riesca ad arrivare allo spettacolo. Poi rimarrà anche lei vittima delle sue macchinazioni perché la giovane Eva la ricatterà fino alla fine e continuerà suo malgrado ad essere complice di Eva».

Eva contro Eva (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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