NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Il teatro adesso si ispira al cinema

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

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Eva contro Eva

È ambientato negli anni ‘50, un periodo in cui il cinema era estremamente in auge, vediamo però una situazione in cui è il teatro è più importante: il sogno non è Hollywood, ma è il teatro.

Eva contro Eva (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)«Anche dai noi ci sono stati grandi divi del teatro, non dimentichiamocelo, da Renzo Ricci prima, Gassman dopo, abbiamo avuto delle api regine e primedonne del teatro straordinarie, l’ultima ci ha lasciati da poco, la Mariangela Melato, e quindi il mondo del teatro, in America ancora di più, ha i suoi divi. Anche se, certo, da noi non è paragonabile la fortuna che si può fare a cinema o a teatro».

Qualche anno fa la intervistai per uno spettacolo su Marlene Dietrich, questa volta la parte di Bette Davis, attrici che hanno vissuto in epoche diverse dalle nostre, che però hanno tutt’oggi una forte potenza iconica e una carica di fascinazione estetica incredibile. Cosa può essere preso ad esempio ancora oggi, da questa presa sul pubblico e come tecnica di recitazione?

«Si, c’è un’analogia tra questo personaggio di Margo e Marlene: nel caso di Margo è estremamente più positivo, partendo dalle suggestioni del film però noi abbiamo potuto prenderne distanza perché sono passati 60 anni, ormai è storia. Mentre Bette Davis interpretava una se stessa diva del teatro, io interpreto una diva americana degli anni ‘50, cioè, ho tutta la storia in mezzo. Abbiamo potuto scegliere una strada che a me piace molto, in cui questa Margo, che per altro dal suo fidanzato viene scelta anche a scapito della più Eva contro Eva (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)giovane che vorrebbe soffiarle anche il marito (un uomo più giovane di lei di 12 anni), perché ha il fascino dell’intelligenza. Infatti l’abbiamo immaginata con degli eccessi, una sorta di Peggy Guggenheim: una che invece di avere il brillante della Fifth Avenue, ha le plastiche d’autore dello Whitney Museum. Abbiamo calcato sulle battute che aveva il testo, qualcun’altra ce l’abbiamo messa e una è proprio della Peggy Guggenheim. Gli occhiali, il rosso dei capelli, la parrucca con la pettinatura eccessiva, e la battuta è quando Karen imbarazzata le chiede: “Quanti mariti hai avuto, Margo?” e lei risponde: “Due miei e svariati di quell’altre”. Questa è proprio una battuta della Peggy, infatti la gente ride moltissimo; abbiamo un po’ virato su questa fascinazione dell’intelligenza».

Questo è un dramma con un intreccio forte tra i personaggi, si dice sempre che nei drammi c’è un rovescio comico. II risvolto comico se c’è, è nella vicenda in sé o è nel modo in cui l’avete trattata?

«La vicenda ha un lieto fine, in qualche modo un po’ si e un po’ no, perché Margot poi decide di ritirarsi dalle scene e sceglie la vita privata, sposa il suo compagno e per cui diciamo in qualche modo è un lieto fine. In realtà ci sono dei momenti anche molto drammatici: è comunque un viale del tramonto».

Secondo me la cosa terribile per lei, così esperta, così famosa eccetera, è che si rende conto, ad un certo punto, di aver fatto un errore di valutazione.

«Eh si. Però anche la delusione di perdere questa ragazza: ci aveva creduto, ci rimane davvero proprio male, io lo calco molto questo».

Ultimamente lo spettacolo teatrale tratto da un film è abbastanza di moda. Generalmente è sempre stato il cinema a trarre ispirazione da testi teatrali, come mai solo ora sta avvenendo anche il contrario, almeno in Italia?

«Sì è diventata un po’ una moda, era una delle ragioni per cui non ero convinta di fare questo spettacolo, poi devo dire il successo è tale, alla gente piace talmente, è così divertente e piacevole lo spettacolo, che alla fine hanno fatto bene a insistere, pazienza se è una moda. Forse è anche un modo per richiamare il pubblico più giovane che sapendo che è magari una trama più cinematografica è più invogliato a venire, ha meno confidenza col teatro. Non saprei spiegarlo, però è vero che i produttori lo gradiscono».

 

nr. 05 anno XIX del 9 febbraio 2013

Eva contro Eva (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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