NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Cisl, nella società tra storia e modernità

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Cisl, nella società tra storia e modernità

La Cisl peraltro in questo congresso ha parlato molto di tutto questo e non è un caso: qual è il cammino da percorrere?

Cisl, nella società tra storia e modernità (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)GIANFRANCO REFOSCO- Ho in mente, abbiamo in mentre tre concetti base che sono il cambiamento, la sperimentazione e la partecipazione dei lavoratori. Da qui si parte. Una parola d’ordine che ci ha guidato in questo lavoro. Cominciare intanto a pensare che se le cose sono state così fino ad oggi non è detto che restino così: dobbiamo essere nell’ordine di dee che un cambiamento serve. A tutti: nessun Comune può più fare da solo e neppure le aziende possono fare da sole. Cambiamento quindi. Il secondo tema della sperimentazione tiene conto che non ci sono ricette ma necessità di fare tentativi: tutto nelle mani del territorio e di chi ci vive. La partecipazione vale per tutti, dalla sanità agli enti locali, pubblico e privato debbono avere più spazio da dare all’intelligenza dei lavoratori. La produttività non è lavorare di più e gratis ma ridisegnare l’organizzazione interna. C’è ancora troppa gelosia e ci si chiude. Se vogliamo poi lavoratori responsabili che si prendano carico della loro azienda occorre farli partecipare ai processi decisionali, è un percorso che nel vicentino non trova per ora una strada troppo facile ma è sicuramente una delle strade che portano alla qualità maggiore delle imprese.

L’università che a Vicenza c’è può dare un contributo effettivo visto che si tratta di un patrimonio disponibile?

GIANFRANCO REFOSCO- La facoltà di ingegneria di Vicenza ha anche un chiarissimo riscontro occupazionale: sopra il 90 per cento dei laureati entro tre mesi ha un lavoro, il che vuol dire che queste competenze servono. Un giornalista tedesco che mi ha intervistato e mi ha fatto osservare che nel Veneto non c’è un Politecnico di statura internazionale. È vero, se al posto di cinque università di dimensione e mezzi ridotti ce ne fosse una serissima ecco che questa domanda non avrebbe più ragione di essere.

Non è un po’ il discorso dei consorzi che prima dovevano essere quasi ridotti a un paio e poi sono stati ridotti molto relativamente? Questione di consigli di amministrazione e nessuna visione realistica di quel che è meglio per la comunità?

Cisl, nella società tra storia e modernità (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)BRUNO OBOE- I politici di prestigio che ha avuto la provincia di Vicenza, da Rumor al fratello Giacomo artefici di grandi progetti a partire dalla Serenissima, sono un ricordo preciso: proposta della Camera di commercio e subito dopo disegni che guardavano distante, non al domani semplice. Oggi ci si deve di nuovo porre il problema di che cosa succederà tra dieci anni quando dovremo dare garanzia alle nuove generazioni di non dover espatriare ma di poter cercare lavoro in casa propria. Una classe di notai non serve a niente in questo momento, serve una classe di politici. L’ultimo che è passato è Danilo Longhi: oggi gli dedicano una strada, ma lui era un politico. In tanti anni di sindacalismo ho visto i più prestigiosi dirigenti, miei e degli altri. Vedo per fortuna una Cisl nuova con tanti ragazzi e ragazze che hanno voglia di fare. Se le cose non le fanno gli altri noi abbiamo il dovere di fare e proporre. Non ho mai pensato di essere solo cislino, ma di appartenere invece ad una logica di rappresentanza complessiva del mondo del lavoro. Per anni siamo andati avanti così, facendo cose egregie anche in momenti molto difficili come nell’84 con la scala mobile. Nella mia lunga storia sindacale ho visto salvo Pastore gente come Carniti Dantoni Pezzotta Bonanni ecc, e ho visto poi nella Cgil gente come Lama Trentin Garavini: debbo dire che non mi è mai capitato di vederli non firmare un contratto isolandosi. Fare contrattazione e fare accordi è il succo per arginare le sconfitte. In questo periodo vedo invece una federazione come la Fiom che non firma più della metà dei contratti, 6 su 10, mi pare di ricordare: dirigenti come Lama e gli altri di fronte ad una cosa del genere avrebbero chiamato a rapporto questi pseudodirigenti e li avrebbero mandati a lavorare in fonderia. Non ci si può mai nascondere dietro al semplice fatto che si vuole di più e basta. Non si può.

PAOLO GURISATTI- Questione di uomini, le istituzioni cambiano se gli uomini le fanno camminare queste idee. Nel caso specifico di Vicenza manca una capacità di leggere il futuro dell’industria non solo delle aziende; l’industria è tutta una filiera di elementi che vanno assieme: Dainese produce tute ma fa tanto altro, con pezzi di produzione eccellente che danno un risultato di primo piano mondiale. Accanto all’industria che fa del nuovo occorre però qualcuno che ci dica qual è il futuro di queste imprese che nel nostro territorio formano complessivamente il mondo dell’ l’industria.

EGIDIO PASETTO- Bruno Oboe è stato un grande dirigente sindacale come del resto altri prodotti in provincia di Vicenza: il suo punto di forza qual era? Di essere dirigente e cioè uomo di coraggio con la voglia di rischiare. Perché davvero non si ottiene niente facendo gli impiegati e senza rischiare niente.

GIANFRANCO REFOSCO- Mi inorgoglisce di questo lavoro presentato nel nostro congresso che è davvero il prodotto di tutte le categorie per un anno e mezzo e senza esclusione di nessuno perché tutti hanno saputo dare un contributo. È un progetto che sta su una base solida partendo dalla considerazione che per tutelare bisogna prima di tutto non pensare di poter rimanere immobili. A noi intersessa davvero tutelare le persone e pensare a un futuro migliore. Ed è questo il nostro principale compito che intendiamo assolvere fino in fondo.

 

nr. 08 anno XVIII del 2 marzo 2013

 

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