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Anche il Rugby Vicenza chiede il sintetico. Il vicepresidente Fantelli:
«Ne abbiamo chiesti due, con il fango è impossibile allenarsi bene»
Anche il Rugby Vicenza sogna un campo in sintetico. E non solo quello. «In realtà ce ne vorrebbero due - esordisce Augusto Fantelli, vicepresidente della storica società berica (38 anni di vita), che quest'anno ha raggiunto lo storico traguardo della serie A - e in tal senso abbiamo già inoltrato una richiesta dettagliata al comune di Vicenza e in particolare all'assessorato allo sport, con il quale abbiamo un ottimo rapporto. Uno è necessario nel nuovo impianto dei Ferrovieri, dove disputiamo le partite casalinghe di serie A, l'altro nella sede storica di via Sant'Antonino. Qui ci sono infatti tre campi ma di fatto uno è impraticabile in quanto risulta sott'acqua, uno viene utilizzato per le partite di campionato delle giovanili e quindi deve essere mantenuto in buone condizioni, mentre il terzo è di fatto utilizzato dalle nostre 18 squadre, per complessivi 450 tesserati, per cui ospitando 7-8 ore di allenamenti al giorno è facile capire la situazione in cui si trova soprattutto nei periodi di maltempo. Quale sarebbe la priorità? A rigore di logica il primo campo in sintetico sarebbe più logico venisse costruito in via Sant'Antonino, dove esiste un impianto di illuminazione, che invece manca, per il momento, in via Baracca: in questo modo potrebbe venire utilizzato per tutto il pomeriggio e sino alle 11 di sera. Noi come società crediamo di aver fatto la nostra parte visto che nella costruzione dello stadio comunale del rugby ci siamo occupati, con spese a nostro carico, della progettazione, della direzione lavori e degli aspetti legati alla sicurezza. Alla fine la Regione ha contribuito con 500 mila euro, stessa cifra investita anche dal Comune: in definitiva con una spesa totale di circa 1,3-1,4 milioni, di gran lunga inferiore ad altri investimenti fatti per strutture simili, possiamo vantare un impianto moderno con una tribuna capace di ospitare un migliaio di spettatori».
«Mai come in questa stagione - riprende il vicepresidente Fantelli - ci siamo resi conto della necessità di disporre di uno, o meglio due, campi in sintetico. Ad onor del vero sino a qualche un anno fa avevamo dubbi, come filosofia rugbystica, di disporre di campi che non fossero in erba o in fango come spesso capita di vedere. Ma proprio quest'inverno, caratterizzato da numerose nevicate e piogge, ci sta mettendo in grossa difficoltà anche per quanto riguarda i risultati della prima squadra, che nelle ultime quattro partite ha perso in due occasioni e ne ha pareggiata una perché non si allena bene. Da parte nostra abbiamo cercato di ovviare a questo tipo di problema, chiesto la disponibilità, magari solo per qualche ora alle società che gestiscono i sei campi da calcio in sintetico, che tuttavia in tutti i giorni dalle 16 alle 22, risultano occupati in maniera continua».
Anche dalla sede del rugby berico si ha la conferma che anche la pallaovale sposerà la politica dei campi in sintetico. «La Federugby - conclude Fantelli - sta portando avanti un progetto che prevede aiuti a favore dei comuni intenzionati ad investire su impianti moderni, dotati di illuminazione artificiale e di campi in sintetico. In tal senso anche noi abbiamo presentato domanda, dopo esserci resi conto che queste superfici favoriranno la crescita e la maturazione dei nostri giovani, visto che in un campo al limite della praticabilità è quasi impossibile allenarsi. O lo si fa in maniera inadeguata».