NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Buono… il primo

Si è aggiudicato il primo premio al concorso nazionale In Primis Aldo Dalla Vecchia, l’autore vicentino che ha presentato il suo romanzo d’esordio dal titolo “Rosa Malcontenta”

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Buono… il primo

Buono… il primo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Fare centro al primo colpo non è cosa di tutti i giorni. C'è riuscito Aldo Dalla Vecchia, autore vicentino che col suo romanzo d'esordio (anche se come vedremo non si tratta di un vero e proprio esordio in assoluto...) Rosa Malcontenta (Sei editore Torino) ha vinto il primo premio al concorso nazionale In Primis 2012. Il Premio, giunto alla seconda edizione, offre ai giovani autori inediti l'occasione di vedere pubblicata la propria opera prima. Il romanzo ha ottenuto un corale consenso da parte della giuria tecnica composta da Margherita Oggero, Luca Bianchini, Maurizio Crosetti e Stella Sorcinelli. Il romanzo, che esce in libreria proprio questa settimana, è la storia di una vita intera fatta di amori, dolori, perdite e malinconia, raccontata con uno stile solo in apparenza dimesso, ma in realtà denso ed elegante, capace di esplorare il dolore senza mai cedere alla retorica, descrivendo la quotidianità di una vita normale e dei suoi chiaroscuri. Questo uno degli aspetti che più ha affascinato la giuria e che li ha convinti a scommettere sul suo talento. Pubblicato on line nel maggio 2001 su un sito dedicato, diventa in breve tempo un caso mediatico: ventimila lettori in pochi mesi, molti dei quali scelgono di scaricare gratuitamente il testo in Pdf, e una quantità di articoli e recensioni sulla stampa nazionale, che lo consacrano come il primo vero best seller virtuale del nostro Paese. Al centro della vicenda, il racconto in prima persona della protagonista, che rievoca la sua vita nel Veneto rurale del secondo Novecento, con uno stile asciutto ed essenziale. Poi, nel 2012, a poco più di un decennio dalla pubblicazione in rete, Rosa Malcontenta inizia la sua seconda vita, sotto forma di monologo teatrale adattato dallo stesso autore del romanzo e rappresentato al Teatro Studio Frigia Cinque di Milano, registrando il tutto esaurito.

Veneto: è il 1967 quando Rosa sposa Martino. Malcontenta, la chiama bonariamente suo marito, perché viene proprio da paese del Veneziano che prende il nome dalla famosa villa progettata da Andrea Palladio. Martino ha un magazzino di materiali edili a Chiampo, ed è un uomo semplice. Rosa è figlia di due custodi di una villa d’epoca, ed è una donna semplice. Un ritratto dell’Italia più tradizionale e per questo più vera, scritto in prima persona con uno stile scarno ed essenziale, al di fuori dello spazio e del tempo. Gli anni della protesta giovanile sembrano infatti lontanissimi da questo Veneto di fine anni Sessanta narrato da Aldo Dalla Vecchia. Passano le stagioni, l’Italia cambia sottopelle ma Rosa non sembra accorgersene. La sua vita è tranquilla: matrimonio, figli, azienda e, sullo sfondo, la provincia del tempo che fu. Ma, come in ogni vita, felicità e dolore si susseguono senza sosta. E, come nell’acqua quieta, appena sotto la superficie si intravedono le mille correnti che ne sconvolgono l’andare. Seguendo quelle correnti sotterranee, ecco una storia di famiglia, ed ecco quegli sconvolgimenti piccoli e grandi che traumaticamente incombono su ogni gesto di quotidiana consuetudine. "Prevale il non detto, caratteristica rara per un libro d’esordio, segno di una maturità espressiva che sa lasciare al lettore il piacere di scoprire ciò che l’autore suggerisce, senza svelarlo", ha scritto Margherita Oggero.

 

Rosa Malcontenta è il mio primo romanzo- scrive Dalla Vecchia nella prefazione - ed è il mio primo romanzo a essere pubblicato. Fin qui, niente di che. Il fatto è che dietro c’è una storia un po’ particolare, che secondo me vale la pena di essere raccontata. Lo scrissi nel corso di tre estati, dal 1995 al 1997, e lo inviai a tutte le case editrici possibili e immaginabili, piccole e grandi, prestigiose e non. Dopo aver ricevuto decine di rifiuti prestampati, o addirittura nessuna risposta, decisi di fare da solo, aprendo nel 2000 un sito internet in cui mettevo on line il romanzo a rate, una puntata al giorno, con tanto di recensioni di amici e personaggi famosi. Risultato: 20 mila visite in poche settimane, e una quantità di articoli sulla stampa nazionale. Dopo un paio d’anni, a causa dei costi per me eccessivi, rinunciai al sito, ma non al sogno. Periodicamente, continuavo a rileggere, limare e perfezionare quel mio primo romanzo, e non mi stancavo di inviarlo a case editrici e concorsi. Finché un decennio dopo un amico, Stefano Fiorentino, regista e attore, lo lesse e mi chiese di ricavarne un monologo teatrale. Detto fatto. Rosa Malcontenta è andato in scena al Teatro Frigia di Milano dall’8 al 12 febbraio 2012 e poi ancora dal 28 febbraio al 3 marzo 2013, registrando il tutto esaurito. Il resto è storia recente: un sabato di maggio del 2012 ho letto su “La Stampa” (in ritardo) del premio In Primis dedicato ad autori di romanzi inediti dai 18 ai 45 anni, ho mandato in fretta e furia il dattiloscritto (era l’ultimo giorno utile), e non ci ho più pensato. A settembre mi è stato comunicato che ero tra i 4 finalisti; a novembre che Rosa Malcontenta aveva vinto, e avrebbe visto la luce in libreria. Tutto questo per dire che alle volte, anche se con tre lustri di ritardo, i sogni si realizzano. Evviva!

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