NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Buono… il primo

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Buono… il primo

Proprio nei giorni dell'uscita in libreria, abbiamo dialogato del libro con Aldo dalla Vecchia.

Buono… il primo (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Innanzitutto, incuriosisce l'aggettivo «malcontenta» per definire la sua protagonista. Ci parli di questa scelta.

«Al di là di essere un termine poco usato e che a me invece piace molto, c'è una ragione squisitamente biografica: nelle prime pagine del romanzo, Rosa, la voce narrante, dice: Mio marito per prendermi in giro mi chiamava malcontenta, perché prima di sposarmi abitavo a Malcontenta, in provincia di Venezia, dal nome della villa del Palladio».

La storia racconta di un Veneto di quasi 50 anni fa... Cosa resta oggi di quella realtà? Com'è cambiato a suo avviso il Veneto?

«Secondo me la realtà della provincia, in ogni parte dell'Italia e del mondo, è sempre la stessa. Un certo modo di sentire, vedere e vivere le cose, tipico dei paesi e della provincia, è rimasto tale, al di là degli enormi cambiamenti avvenuti a livello sociale, economico e tecnologico».

Rosa, la protagonista, incarna un modello femminile che appartiene a quella realtà, oppure potrebbe essere nata ovunque?

«Credo che Rosa sia un personaggio molto veneto, ma allo stesso tempo un modello universale, proprio perché, come dicevo prima, la provincia è sempre la stessa, in ogni parte del mondo, e non importa che parliamo di adesso o degli Anni Sessanta e Settanta, nei quali è ambientato il romanzo».

All'inizio lei cita una frase di Mina: «Le parole più importanti che abbia sentito in vita mia sono quelle non dette». Perché?

«Perché uno dei complimenti più belli per questo mio primo romanzo li ho ricevuti dalla scrittrice Margherita Oggero, tra i giurati che hanno decretato la vittoria di Rosa Malcontenta al Premio patrocinato dalla Banca di Cherasco. La sera della premiazione, il 26 novembre scorso al Circolo dei Lettori di Torino, Oggero ha detto che la caratteristica principale di questo romanzo era il non detto. Così ho scelto quella frase di Mina, tratta da un suo vecchio articolo per La Stampa, che ribadisce il concetto. Per inciso, Mina è la mia cantante preferita in assoluto da tempo immemorabile».

La sua è stata un'attesa lunga 18 anni prima di vedere pubblicato il romanzo... Come vive un autore questa attesa?

«Per fortuna non ho vissuto nell'attesa di vedere pubblicato il mio romanzo, altrimenti sarebbe stato grave. Da 25 anni faccio due lavori che mi piacciono sempre tanto e che mi riempiono la vita: giornalista per la carta stampata e autore televisivo. Come giornalista, ho scritto migliaia di articoli e collaborato con decine di testate, dal Corriere della Sera a Epoca, da Tv Sorrisi e Canzoni ad A. Come autore, ho firmato molti programmi, come Target, Il bivio, Cristina Parodi Live. Attualmente sto preparando una cosa nuova per La5, che andrà in onda a settembre. In tutti questi anni non ho mai smesso di pensare che prima o poi il romanzo sarebbe stato pubblicato... E alla fine ho avuto ragione, grazie al Premio In Primis dedicato a romanzi inediti di scrittori al debutto».

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