NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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I Maltraversi, i castelli e il Durello

di Alessandro Scandale

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I Maltraversi

Che tipo di ricerca ha affrontato per scrivere il libro?

«Il lavoro si fonda su fonti archivistiche, molte delle quali già conosciute dagli addetti ai lavori e alcune del tutto inedite: tutti i documenti comunque sono stati controllati e rivisitati alla luce del taglio divulgativo che si è voluto dare alla pubblicazione. In tal senso trovano collocazione le schede inserite qua e là riguardanti alcuni personaggi o luoghi maltraversiani, basti pensare all’abbazia di Praglia fondata da un Maltraverso, con un’apertura di fiducia anche ai tanto maltrattati cronachisti, che sebbene a volte siano chiaramente poco attendibili, assicurano un’attenzione per la narrazione che gli storici moderni tendono a trascurare. Gli archivi presi in considerazione sono quelli ben noti agli storici locali: gli archivi di stato di Vicenza e di Verona, l’archivio storico della Biblioteca Bertoliana, l’archivio della Curia di Vicenza, in alcuni casi anche gli archivi parrocchiali, sebbene l’antichità del periodo trattato convogliasse l’attenzione sulle fonti quasi esclusivamente pergamenacee».

I Maltraversi (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)Che tipo di legame c'è tra il libro e la produzione vinicola del Durello?

«Il collegamento con il Durello nasce dal fatto che le terre di produzione di questo vino coincidono a grandi linee con la zona interessata dalla ricerca: il titolo originario del lavoro infatti era I Maltraversi nel territorio fra Vicenza e Verona. La pubblicazione rientra fra le iniziative culturali finanziate dal Consorzio tutela del Durello Doc e dall’Associazione Strada del Durello Lessini e non poteva quindi non avere, fin dal titolo, un chiaro riferimento agli stessi promotori».

Nel libro ci sono molte foto dei castelli vicentini: secondo lei questi antichi siti sono oggi ben valorizzati o andrebbero considerati di più?

«I castelli sono un patrimonio prezioso del nostro ambiente, però devono essere valorizzati in maniera intelligente. Esempi in positivo e in negativo penso siano sotto gli occhi di tutti: da vecchi ruderi del tutto dimenticati a manufatti fin troppo “ritoccati” ad uso e consumo di un turismo becero e superficiale. Per questo meritano un plauso particolare proprio i saggi utilizzi che compiono singoli cittadini o amministrazioni pubbliche riguardo ai castelli delle nostre zone: porvi all’interno una mostra, un convegno o altre manifestazioni culturalmente importanti aggiunge valore alla struttura, già di per sé significativa, di un castello; al contrario tenerlo come un souvenir buono solo per lo sfondo di una fotografia o, peggio ancora, sfruttarne i locali per interessi meramente economici magari anche intervenendo in modo scriteriato sulle strutture edilizie, depaupera il territorio di un bene che dovrebbe essere, anzi è, patrimonio di tutti. Per questo diventa importante il restauro, che nel libro viene opportunamente affidato agli esperti, ovvero agli architetti che hanno curato il restauro dei due castelli di Montebello e di Arzignano».

Gli architetti Fasolato e Fochesato hanno partecipato alla stesura del libro, in merito all'intervento di restauro dei castelli di Montebello e Arzignano. Cosa può dire in proposito?

«Penso si possa parlare di una felice commistione di valori storico-artistici esistente fra il lavoro dello storico e quello degli architetti: i documenti scritti parlano in un modo, e farli capire spetta allo storico; le strutture architettoniche e monumentali si esprimono in tutt’altro linguaggio, e per questo c’è bisogno degli esperti del settore per comprenderne appieno il valore, che non è solo tecnico ma anche storico e paesaggistico, come ben spiegano gli stessi autori. Il monumento (dal latino monère, cioè ammonire-ricordare) è per sua natura portatore di un messaggio che deve essere ben interpretato, a partire dall’intervento di restauro che ha bisogno, come è avvenuto nei due castelli presi in considerazione, di un lungo e attento lavoro preparatorio prima di essere messo in atto, con le soluzioni che oggi tutti possono apprezzare».



nr. 21 anno XVIII del 1 giugno 2013

I Maltraversi (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

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