NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Con o senza Palladio Vicenza si fa del male...

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Con o senza Palladio Vicenza si fa del male...

Torniamo a Stefani e alla sua analisi che indubbiamente ha contenuti culturali specifici e quindi torniamo al discorso di Vicenza e della sua propensione a farsi del male. Chiedo a Cavalli una incursione culturale anche rispetto al discorso di Riva.

MARCO_CAVALLI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)MARCO CAVALLI- Mi domando che risarcimento chiederemo se torna il Giro nel 2015 per quanto è successo questa volta salvo ipotizzare una diversa qualità del giornalismo televisivo e non in attività in questo momento. Sono dell'idea che scandalizzarsi tanto è abbastanza fuori luogo. Ci sono due elementi in contrasto tra loro: il primo è che Vicenza ha una sua specie di grandeur vivendo di una fama duratura legata all'immagine; ha cercato di camparci fin troppo di rendita e come tutti i campanilismi culturali dopo un po' o sei capace di aggiornarti o scade il termine e combatti una battaglia senza esito; dopo diversi secoli passati mentre il livello culturale del paese si abbassava, se pretendiamo di delegare alla televisione il compito di fare immagine della città -salvo alla fine trovarsi in questa condizione- allora il problema è di comunicazione, non altro. Il che non ha niente a che vedere con la ricchezza del patrimonio culturale da evidenziare, cosa che vede i francesi in testa come maestri del settore, e ancora molto prima che la televisione avesse vita in Europa. Se Vicenza smette con la storia del patriziato di cui parla Stefani molto meglio, tutto di guadagnato. La mostra organizzata da Goldin in Basilica è stato un grandioso evento mediatico, Goldin ha investito soldi intelligentemente; gli è andata molto bene perché è bravo in queste cose. Se fosse andato male lo avrebbero fatto a pezzi, ma siccome è andato tutto bene tutti hanno cantato lodi. Il che non implica che non ci fosse niente da dire sulla mostra. Se vogliamo una immagine più moderna e spregiudicata della città dobbiamo comunicare bene, se invece aspettiamo che un giornalista televisivo ci faccia il servizio di distingue una villa da un barile che rotola allora siamo sempre in ritardo con tutto. Faccio un esempio di comunicazione sì e comunicazione no: contemporaneamente alla mostra in Basilica c'era la mostra di Neri Pozza di cui nessuno ha saputo niente: la mostra di Pozza era perfetta dal punto di vista dei contenuti ma non all'altezza per la comunicazione mediatica che non era stata preparata o attuata. Perché non sono state investite energie decenti e perché bisognava fare esattamente come Goldin. Il risultato è che pur non avendo Goldin fatto velo alla mostra di Pozza la mostra di Pozza è rimasta nell'ombra. Mi domando perché Puppi ha contestato Goldin, forse perché non ha organizzato lui la mostra in Basilica. Il fatto è che per intercettare l'attenzione in pubblicità di persone che non hanno dimestichezza con un certo tema il sistema è esattamente quello che Goldin ha utilizzato per la mostra in Basilica..

CLAUDIO_PASQUALIN (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)CLAUDIO PASQUALIN- Sono d'accordo con Cavalli nel dire che effettivamente qui la questione va spostata su un altro piano. Nessuno ce l'ha con noi, credo, e invece c'è stata una sopravalutazione assurda del ruolo delle immagini trasmesse dalla tv per una corsa, rapportando il tutto al contorno della manifestazione sportiva. Sono anche d'accordo come ho detto, ma la sovraesposizione c'è stata. La Rai non vuole più bene a Verona o alle Cime di Lavaredo piuttosto che a Vicenza: questo è un incidente increscioso che non doveva succedere, ma su cui la Rai si è assunta le sue responsabilità, ma naturalmente non posso giurare che tutto questo non accada anche in un futuro anche prossimo. Chi può dirlo? So per esperienza che non si possono contrastare avvenimenti insondabili e imprevedibili e per questa ragione ripeto che non mi sento di escludere che nonostante il mea culpa della Rai tutto non si possa ripetere tale e quale. Quel che so di sicuro è che con Moreno Nicoletti e tutto il comitato coinvolto siamo riusciti a dare a Vicenza una tappa del Giro che ha ricevuto commenti molto positivi anche e soprattutto dal punto di vista tecnico: corridori e direttori sportivi hanno testimoniato che questa tappa anche se in fondo al Giro ha funzionato come una specie di sveglia salutare per tutti. Questo giudizio ci conforta molto e ci aiuta naturalmente ad impegnarci nel modo migliore anche per altri impegni ai quali non ci sottraiamo.

VLADIMIRO_RIVA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)VLADIMIRO RIVA- La mia battuta sul fatto che come nel calcio siamo finiti in lega Pro in questo caso nasce dal fatto che Vicenza arriva sui media nazionali solo per fatti negativi; è una immagine scadente della città che di volta in volta coinvolge la questione Dal Molin o i morti ammazzati o altro ancora di questo genere. Della città non si parla in altro modo. C'era il Vicenza calcio che faceva tema sui giornali nazionali, ma ora non c'è più e grande parte degli eventi pensati qui lo sono secondo me per un pubblico locale con l'aggiunta di una gelosia sciocca per cui una mostra come quella di Neri Pozza è stata proposta al pubblico solo quattro giorni prima dell'apertura. Goldin ha un patrimonio di 600mila indirizzi mail e comunica con questi lavorando sabato e domenica annunciando avvenimento dopo avvenimento a partire dall'anno prima, non da due giorni prima. Con un collega tedesco di Monaco siamo andati in teatro e lui mi ha detto che non solo non sapeva dell'esistenza di questo nuovo teatro, ma mi chiedeva anche il programma del prossimo anno. Quando gli ho spiegato che non abbiamo ancora il calendario di settembre mi ha guardato come si guarda un marziano. A parte la mostra di Goldin che aveva ottime motivazioni anche se sicuramente non aveva grossi contenuti culturali, personalmente mi ricordo solo il festival di Mozart per andare a qualcosa di notevole a Vicenza. Sono passati anni. E quanto alla mostra di Palladio vi prego di pensare soltanto al fatto che abbiamo avuto gli stessi numeri del 1980. Anche per quello non si era comunicato a dovere e rivolgendosi al target più adatto. E questo è di nuovo il problema principale. Vicenza nonostante tutti i discorsi non è ancora conosciuta e per fare arrivare la gente che poi se ne va peraltro soddisfatta utilizziamo messaggi tuttora estemporanei.

MARCO CAVALLI- Diciamo anche che se Toscani avesse fatto le stesse considerazioni per un'altra città diversa da Vicenza forse non sarebbe successo niente. Questo testimonia di un modo di considerare l'immagine della città e se stessi. Se Toscani dice così della confusione architettonica di Vicenza, durezze ed eccessi a parte, qualche ragione ce l'ha.

CLAUDIO PASQUALIN- La sera della tappa sono salito per la prima volta sul terrazzo della Basilica e dico la verità mi sono beato del panorama; una vera gioia fino a che non sono arrivato all'orizzonte occupato dal nuovo tribunale. Un pugno nello stomaco. Con me in quel momento c'era Miguel Indurain che seguendo il mio sguardo è stato costretto e qualche domanda me l'ha fatta. Rispondergli è stato davvero imbarazzante.

 

nr. 22 anno XVIII dell'8 giugno 2013

 

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