NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

Le nozze di Figaro ai giorni nostri

di Elena De Dominicis
elenadedominicis@virgilio.it

facebookStampa la pagina invia la pagina

“Settimane musicali al Teatro Olimpico”

Storicamente ci sono più vicine le vicende raccontate da Verdi, eppure l’italiano di Da Ponte è molto più moderno e semplice di quello di Verdi. Anche la ricerca psicologica che fa Mozart è più diretta, il linguaggio è meno articolato ma l’impatto psicologico è molto più lineare e centrale, quasi shakespeariano, sembra quasi che l’analisi che Mozart fa dei personaggi sia meno tormentata e di più efficace lettura rispetto a Verdi.

“Settimane musicali al Teatro Olimpico” (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«Mozart tratta dei sentimenti che sono trasversali al tempo, Verdi li localizza, diventa un po’ più storico, sono sentimenti più forti. In Mozart c’è un sacco di ironia, io vorrei vivere la vita con ironia e vorrei anche che i personaggi dell’opera la vivessero, i miei personaggi quantomeno, perché sono i miei figli, perciò vorrei che vivessero con ironia anche loro».

Come spesso avviene in Mozart, sia nella storia che nella musica, la commedia si mescola col dramma: considerati i vincoli scenici dati dall’Olimpico, come si riesce a rendere visivamente entrambi i registri? Ci si può affidare solo alla musica?

«No, non ci si può affidare solo alla musica, infatti qua c’è un misto di dramma e comicità: la contessa che è esaurita che prende psicofarmaci, quello è un dramma femminile che molte donne vivono e subiscono. Poi c’è la riscossa di questa donna: eh no adesso prendo io in mano la situazione».

Quindi, “le nozze di Figaro” in cui però le donne sono centrali.

«Le nozze di Figaro sono fino al terzo atto: c’è anche il matrimonio con tutte le amiche che arrivano coi pacchi, tirano fuori il tostapane! Dal terzo atto in poi abbiamo la riscossa della contessa che deve saltare fuori: “io mi devo ammazzare di psicofarmaci? Eh no adesso me lo beffo io un pochino!” e infatti la contessa poi si dà da fare e si tira un po’ su e arriva un po’più fashion».

“Settimane musicali al Teatro Olimpico” (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Qual è l’autore che preferisci rappresentare?

«In questo istante quello che preferisco è Mascagni perché vado a Cagliari a fare L’amico Fritz».

Lavori anche al’estero, quali sono i paesi in cui preferisci lavorare?

«Dall’anno scorso a quest’anno ho fatto Manila, Germania al Festival di Vildbad. Non saprei dirti: io preferisco andare in un luogo che mi è nuovo».

Molti registi amano la Germania perché dicono che lì sono più “avanti”.

«Si sono più avanti ma per certe cose sono anche più indietro perché tante volte fanno delle cose che non c’entrano niente con il libretto, ma non è andare avanti».

Hai fatto un allestimento godibilissimo e leggibilissimo, poi la musica è talmente famosa, molto fruibile anche dai giovani. C’è sempre questo problema di rinnovare la lirica, i giovani. Secondo te c’è una possibilità anche in questo momento di crisi profonda?

«Sì! L’altra sera c’era un gruppo di ragazzi: Cherubino l’ho voluto rapper perché comunque assomiglia ai ragazzi, perché anche i ragazzi sono rappresentati e hanno un posto, e come hanno un posto sulla scena così possono avere un posto in platea».

Versione “napoletana” dell’800. No avete fatto nessun riferimento?

«Sì c’è questa Marcellina, un po’ridondante, in certi momenti, si vede quando arrivano le amiche coi regali. Poi lei, la cantante, è appunto campana».



nr. 23 anno XVIII del 15 giugno 2013

« ritorna

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar