Nell’ambito della prima edizione della rassegna Vicenza Pride, al teatro Astra, tra i tanti artisti ospiti, si sono esibiti anche dei giovanissimi musicisti provenienti da tutti i conservatori del Veneto, che da poco tempo hanno costituito un’orchestra sinfonica specializzata in musica pop. Si chiamano Gaga Symphony Orchestra, all’stra si sono presentati con l’organico ridotto, 23 elementi, e stanno spopolando in tutta la regione, sono costituiti come associazione e il presidente e direttore d’orchestra Simone Tonin, a soli 21 anni, ha già una visione imprenditoriale ad ampio raggio di questo progetto e non è l’unico che ci crede visto che i ragazzi sono accompagnati da musicisti diplomati che suonano anche con orchestre di fama. Il repertorio della serata è stato suddiviso in vari medley presentati ognuno da alcuni dei componenti dell’orchestra: si è passati da Madonna a Lady Gaga a Rhianna agli Abba ma anche una selezione di colonne sonore della Disney e un medley di canzoni pop- dance che possiamo sentire attualmente in rotazione sulle radio come Swedish House Mafia, ke$ha o Scissor’s Sisters. Abbiamo Incontrato il presidente dell’associazione e direttore Simone Tonin e Sara Prandin, flauto, vicepresidente e responsabile gestione promozione eventi.
Voi avete un anno di vita come orchestra, siete 50 elementi tra studenti, diplomati e professionisti, in un momento in cui le orchestre si sciolgono.
Simone Tonin: «L’idea è nata per gioco più di un anno fa: ci avevano proposto di fare una festa di istituto al liceo Modigliani di Padova. Avevo già provato con degli amici a fare dei brani di Lady Gaga ed era piaciuto molto e da lì avevo già coniato il nome Gaga Symphony ma era per proprio per ridere e questa amica mi ha chiesto se volevo andare con gli stessi elementi, le ho detto: “No, facciamo di meglio”. La sera stessa ho chiamato lei (Sara Prandin ndr) e abbiamo creato il gruppo privato su Fb. Abbiamo cominciato a invitare gente su amicizia».
Sara Prandin: «Avevamo anche paura perché non eravamo amplificati: strumenti classici, senza batteria, noi andiamo là e non ci ascolta nessuno e invece la cosa assurda è che solo con noi tutto l’istituto è rimasto zitto, battevano le mani e dopo ci sono anche venuti a chiedere cosa fosse il fagotto perché non lo avevano mai visto; ci siamo detti che forse questa poteva essere un’idea grossa, perché non tirare su una vera e propria orchestra sinfonica con tutto l’organico e le proporzioni giuste e facciamo le cose fatte bene, cresciamo e cerchiamo di andare a suonare nei teatri questa musica? Poi abbiamo fatto un concerto in discoteca con l’organico ridotto, come questo».
In discoteca!?
S. T.: «Al Molo 5 di Marghera, serata “Trash & Chic”, tema Madonna vs Lady Gaga, il gestore della discoteca mi ha detto di preparare due medley da 5 minuti ciascuno che sono proprio i medley che avete sentito stasera e che erano nati per quella serata e in discoteca la gente coi pon pon che urlavano, ballavano e cantavano finché stavamo suonando con strumenti classici amplificati uno a uno!».
S.P.: «Poi nei 4 mesi successivi abbiamo fatto altri 7 concerti e, compresi i concerti che faremo a luglio, saranno 19 concerti tra completo e ridotto, in un anno».
Siete andati anche al Teatro Verdi di Padova.
S.T.: «Sold out con standing ovation, sono venuti anche barocchisti e direttori d’orchestra e quelli che ascoltano solo musica house, dance e commerciale».
S.P.: «Lì ci siamo sentiti veramente realizzati perché abbiamo portato in teatro ragazzi che non sapevano nemmeno dell’esistenza del Verdi e sono venuti per la prima volta in teatro grazie a noi».
Tu sei il direttore d’orchestra, ma non sei diplomato.
S.T.: «Io sono al V anno di composizione e ho sempre fatto composizione, ho sempre scritto e diretto; dovrò certo studiare direzione perché al di là del progetto è una mia ambizione, a me piace dirigere perché un compositore quando scrive sulla carta, non sembra, ma è molto distaccato dal mondo orchestrale, può conoscere gli strumenti e tutto ma anche i compositori professionisti, alla fin fine hanno la pecca di non essere dentro al mondo dell’orchestra, possono esserci incomprensioni o non scrivere bene per l’orchestra. Vivendo con l’orchestra invece si impara a vivere e a capire gli strumenti e gli strumentisti, a capire che dietro ci sono dei tempi, esattamente come in un film, ci sono dei tempi anche nella musica, quando si scrive bisogna pensare a ogni singola nota, respiro, quanto tempo ha l’esecutore per prendere quella determinata nota, l’armonia. Ci sono tante variabili che entrano in gioco, che alla fine queste cose si imparano solo lavorando. La cosa bella di questi arrangiamenti è che noi prendiamo da You Tube, ascoltiamo la canzone ad orecchio, tiriamo giù la linea melodica con gli accordi dopodiché prendiamo fogli pentagrammati a 12 righi per l’organico completo, o addirittura 42, e là c’è tutta l’arte dell’orchestrazione che entra in gioco, per cui lì c’è pura fantasia , scambio tra gli strumenti e tutto quello che avete sentito. È un lavoro estremamente artigianale: c’è anche tutto un lavoro di copisti che è tutto giocato in casa, gente che scrive al computer, io scrivo ancora a mano. Gli arrangiamenti sono nati tutti in una settimana, una media di 8 -9 ore al giorno di scrittura, tutti scritti a mano e poi affidati ai copisti».
S.P.: «I pezzi sono pesanti da suonare perché in nessun pezzo sinfonico o classico tutti gli strumenti lavorano allo stesso modo così tanto».
S.T.: «In un’orchestra del genere le trombe sono sempre 2; fino a 60-80 elementi cominciano a essere 3. Con noi, che siamo 40-50, sono 3 trombe perché sennò non ce la fanno a reggere fino alla fine».