NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Conco: da articolo a libro

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Conco, tra case e antiche mappe

Stefani, come è nato il libro e perché dedicare un volume a Conco?

«Potrei dire che è nato quasi per caso. Nel 2007, quando il giornale locale 4 Ciacole ha pubblicato la mappa del 1794 del territorio di Conco e l’ha confrontata con la foto satellitare del paese, mi è venuto in mente che io avevo le mappe del Catasto Austriaco del 1836 e l’aggiornamento datato 1906. Mettendo in sequenza queste quattro mappe si poteva capire come era nato e cresciuto il paese. L’idea iniziale era di fare un articolo, ma strada facendo le cose si sono complicate sia per la necessità di spiegare l’origine delle varie carte e sia per la continua aggiunta di informazioni, foto, e testimonianze che hanno fatto crescere a dismisura le dimensioni dell’articolo fino a farlo diventare il libro attuale».

Conco, tra case e antiche mappe (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Il volume è davvero ricco di immagini e foto...

«Grazie all’abbondanza delle immagini che avevo a disposizione il mio primo compito è stato quello di organizzarle e classificarle. Poi ho cercato di creare un filo conduttore che potesse presentarle come testimonianze coerenti delle vicende passate più significative o almeno come una sequenza cronologica dell’evoluzione urbanistica e ambientale di Conco. Ecco perché alcune immagini si ripetono, essendo inserite in contesti differenti. Ma non mi sono limitato a scegliere le immagini da mostrare. Spesso ho dovuto cercare di riempire i vuoti e non sempre ci sono riuscito. Per questo rinnovo l’appello che conclude il libro e mi rivolgo a tutti coloro che possono ancora aggiungere nuove foto o cartoline inedite».

Il libro ha come occhiello "se non sai dove stai andando, sappi almeno da dove vieni"...

«È un invito rivolto in particolare ai miei figli ai quali questo lavoro è dedicato. E per non fare la misera fine di tante raccomandazioni dei padri, che viaggiano tra un orecchio e l’altro senza lasciare traccia, l’ho riempito di oltre 350 disegni e foto accattivanti. Servirà? In ogni caso è nata una breve storia illustrata del paese. È una storia lunga oltre due secoli, raccontata soprattutto con immagini, accompagnate però, dove possibile, dalla voce dei protagonisti e dei testimoni, con i documenti raccolti e analizzati da tanti appassionati della nostra storia locale. È dunque un libro scritto a più mani e mi piace pensarlo come a una vecchia storia, come quelle narrate nei filò, dove chi racconta - dice Claudio Magris - riprende vicende accadute a persone vere, e dove la storia non ha un autore perché racconta la vita».

Il sottotitolo parla dell’ottavo dei Sette Comuni: un ossimoro?

«La paradossale definizione è di Luciano Cremonini che è risalito alla data di inizio del Comune di Conco collocandola nell’anno 1681. Prima di allora Conco era parte del Colonnello, o frazione, del Comune di Marostica chiamato Roveredo. Oltre al nostro paese vi facevano parte Gomarolo, Fontanelle, Crosara, Vallonara, Valle S. Floriano e S. Luca. Questo territorio era chiamato anche Contrade Annesse alla Spettabile Reggenza dei Sette Comuni perché aveva gli stessi diritti e godeva degli stessi privilegi concessi dalla Repubblica di Venezia ai Sette Comuni. Quando, nel 1681, Conco si separa da Crosara nascono due nuovi Comuni. Conco si può considerare come l’ottavo per continuità geografica con l’Altopiano. E Crosara, nato nello stesso giorno, sarebbe da questo punto di vista il nono Comune. Pertanto la definizione di ottavo deve essere intesa nel senso che il Comune di Conco, come entità autonoma, è entrato a far parte della Reggenza dopo gli altri Sette Comuni».

Conco, tra case e antiche mappe (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Qual è oggi a suo avviso la situazione della montagna vicentina e dell'Altopiano in particolare?

«La mia conoscenza della montagna vicentina e dell’Altopiano riguarda prevalentemente Conco che frequento nei pochi fine settimana che la mia condizione di emigrante pendolare mi consente. Il mio è quindi un punto di vista parziale, limitato agli incontri con gli amici nei momenti di relax. Alcuni di loro hanno trascorso gli ultimi sei anni in attesa che la Regione decidesse lo sblocco dell’attività di estrazione del marmo, una delle poche risorse che, con il legname e l’edilizia, consente di lavorare vicino a casa. E in questo tempo hanno dovuto trovare altri lavori. C’è chi è emigrato in Svizzera, in Carnia, altri hanno ingrossato le fila dei pendolari che da anni lavorano nelle aziende e nelle imprese della Pedemontana. E se la possibilità di trovare lavoro in loco si è progressivamente ridotta con l’esaurimento dell’effimero modello di sviluppo basato sulla costruzione di seconde case, il turismo invernale si è dissolto perché è rimasto senza neve. Ora a Conco risiedono 2.235 persone e c’è un numero pressoché uguale di case; superfluo dire che molte sono chiuse per gran parte dell’anno. Gli abitanti da 0 a 29 anni sono 640 e negli ultimi sei mesi sono nati meno di dieci bambini. Ma, nonostante l’invecchiamento della popolazione e la presenza di numerose piccole imprese artigiane a base prevalentemente familiare, i giovani faticano a trovare lavoro o fanno mestieri precari come baristi o manovali, e altri giovani, soprattutto tecnici e diplomati, sono andati a lavorare in Germania, in Australia, in Etiopia, in Ciad, nella Repubblica Dominicana. La recessione ha colpito duramente la fragile economia locale e le risposte sono le stesse di cinquanta e centocinquanta anni fa: emigrare!».

In tempi di crisi il turismo sull'Altopiano può essere una salvezza? E cosa ci sarebbe da migliorare per renderlo più appetibile?

«Il turismo è uno dei fattori economici trainanti dell’economia montana. E l’Altopiano ha tutte la caratteristiche per essere una meta turistica di eccellenza perché ci sono ricchezze naturali e paesaggistiche con pascoli e boschi che si estendono ad altitudini ideali sia per il turismo invernale che estivo. ci sono ricchezze storiche che comprendono siti archeologici risalenti all’età della pietra, vie di comunicazione romane e medioevali, resti di villaggi medioevali, siti e confini della Repubblica di Venezia, il museo all’aperto meglio conservato d’Europa delle follie della Prima Guerra Mondiale, le basi partigiane della Resistenza nella Seconda Guerra Mondiale. E ancora ricchezze gastronomiche, ricreative e percorsi culturali come la Valle dei Mulini a Lusiana, la Cava Dipinta e Abitata di Rubbio, il Sentiero del Silenzio a Gallio, il Museo dell’Acqua ad Asiago, il Parco Archeologico del Bostel di Rotzo. Tutto questo esiste ad un passo dalla pianura. La pianificazione della proposta turistica è stata una delle chiavi vincenti per i vicini territori trentini e altoatesini. Il turismo diventa una risorsa preziosa quando è supportato da una politica coerente che predispone infrastrutture su tutto il territorio e ad investe in attività e impieghi stabili a favore della popolazione residente. Il turismo da solo non è la soluzione, ma integrato e in sintonia con le altre attività può creare nuovi posti di lavoro e conservare e migliorare il territorio».

Cosa direbbe ad un forestiero che non conosce Conco per invogliarlo a venire?

«A Conco si possono avere piacevoli sorprese e scoprire per esempio una rete di percorsi naturalistici che collegano le sessanta contrade sparse in luoghi incantevoli. Passeggiare a piedi in luoghi nascosti, preferiti anche da Sonia e Rajiv Gandi nelle loro vacanze italiane. Fare escursioni a cavallo o in mountain bike e ripercorrere il selciato di epoca romana. Sostare in aree attrezzate per trascorrere momenti di relax tra boschi, prati e aria pulita. Godere di panorami mozzafiato sulla pianura fino alla laguna di Venezia, sul canale di Brenta e sulle Pale di San Martino. Gustare gli ottimi formaggi di malga, le patate di montagna e la cucina tipica locale e i prodotti naturali come i frutti di bosco, il tarassaco e i funghi. Visitare la chiesa settecentesca, tra le più belle dell’Altopiano, e la Cava Dipinta e la Cava Abitata».



nr. 26 anno XVIII del 6 luglio 2013

Conco, tra case e antiche mappe (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

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