NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Il patrimonio "dimenticato" di collezioni e musei

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Il patrimonio "dimenticato" di collezioni e musei

A proposito della dimensione e del patrimonio conservato anche in proporzione nettamente contraria dei numeri e dei valori, vi faccio l'esempio della Casabianca di Malo dove un altro personaggio colpito da virus, Giobatta Meneguzzo, ha raccolto il meglio degli ultimi cinquant'anni della grafica internazionale avendo ora il problema non piccolo di pensare ad una destinazione futura, in direzione di chi, sperando che sia il pubblico a raccogliere questo appello. È il caso che si ripete: un patrimonio che un Comune ha in casa e rischia di vederselo disperdere sotto gli occhi anche quando si tratta come in questo caso di qualcosa di unico, senza confronti neppure in Europa, non solo in Italia.

IVANO_PASQUALE (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)IVANO PASQUALE- Io ho due figlie, so che il virus o guarisce o muore assieme a chi lo ha; se non c'è nessuno a raccogliere l'eredità ci pensano quelli che io chiamo gli avvoltoi di turno, cioè quelli che vanno in visita alle vedove e se ne escono con qualcosa in mano, cioè comprano. So che molti o vendono o scambiano prima che sia troppo tardi, ma so anche che questa è la morte del collezionismo. Se non c'è chi raccoglie...

LORIS PASQUALE- Io ho tre figli e spero che qualcuno di loro prenda il timone e continui questa attività anche se so che il futuro è veramente insondabile. Dappertutto i musei funzionano con le donazioni da privati, no?

MAURO PASSARIN- La struttura portante dei musei del Veneto, quelli pubblici, è costituita dal collezionismo e dalle donazioni; il collezionismo affonda le radici nel 700 e fa sì che avendo motivazioni e radici si trasforma in ente donatore: cosa sarebbe la nostra città senza la Bertoliana, costituita a fine 600 con 6000 libri donati da una sola persona? e cosa sarebbe la Marciana? e che cosa sarebbe la struttura museale di Venezia senza il museo Correr? Si tratta evidentemente di processi di lunghissimo termine, ma il destino di queste collezioni è quello del lascito in morte a strutture pubbliche grandi come ovviamente non può essere ad esempio il Comune di Salcedo. Ci sono forme di collaborazione, di integrazione di attività, che possono svolgere molto bene questa funzione di tenere sotto custodia un certo patrimonio, ma anche di garantire una corretta conservazione, un corretto restauro ove ce ne sia bisogno e anche una corretta fruizione perché il museo deve aprirsi a farsi vedere. Questa è la strada. La strada alternativa è invece quella dell'andare in perfetto controsenso rispetto al raccoglitore e alla sua storia finendo col disperdere tutto. Il collezionista conserva e raccoglie in modo quasi feticistico e tramanda una memoria, con una sua nobiltà particolare evidente. Nel momento in cui la raccolta non è più nella condizione di continuare è chiaro che cambiano i termini della questione e davvero si rischia di perdere tutto. La struttura del sistema museale Alto Vicentino può svolgere una sua funzione importante perché impegna una ventina di Comuni ad occuparsi della valorizzazione dei patrimoni presenti nel territorio e quindi garantire la conservazione della memoria. La continuità familiare è possibile fin dove può, ma prima o poi oltre la prima generazione tende ad esaurirsi per forza di cose. Il museo deve essere aperto al pubblico, deve sostenere anche spese, ha caratteristiche del tutto diverse da quel che può essere anche lì'impegno più profondo del collezionista privato, anche del più avanzato come qualità e quantità di patrimonio. È su questo terreno che si cambiano i termini della questione vera.

IVANO PASQUALE- Però a volte basterebbe poco: avevo chiesto al sindaco di darci un locale capace di ospitare tutto e mi anche ero offerto di fare da custode e curatore, tenendo aperto e preoccupandomi di tutto, anche della gestione e a titolo del tutto gratuito, ma finora non mi hanno risposto...

 

nr. 27 anno XVIII del 13 luglio 2013 

 

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