NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Riapertura della case chiuse, ora “tocca” ai cittadini

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Riapertura della case chiuse, ora “tocca” ai citta

Il realismo dell'assessore Dario Rotondi: «A Vicenza situazione migliorata rispetto a 5 anni fa, ma la prostituzione non scomparirà mai»

Riapertura della case chiuse, ora “tocca” ai citta (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Sull'argomento abbiamo coinvolto anche Dario Rotondi, assessore alla sicurezza urbana nella Giunta di Vicenza, che conosce molto bene la città di Vicenza, soprattutto sotto il profilo dell'ordine pubblico, per essere stato Questore di Vicenza dal 2003 al 2008.

«Da cinque anni a questa parte - tiene subito a precisare il dottor Rotondi - il problema della prostituzione, almeno nel centro della città, è sicuramente migliorato: ad esempio dopo i vari divieti e ordinanze, avviate nel mandato elettorale precedente dal sindaco Variati, sono scomparse le prostitute nella zona di via Milano, di viale Mazzini e della stazione ferroviaria, un’area quest'ultima per decenni luogo storico per il meretricio. Qualcuno potrà obiettare che il problema è stato spostato di pochi chilometri, ma comunque più lontano dal centro storico, aspetto non indifferente: in questo senso va ribadito che questo viene definito il lavoro più vecchio del mondo perché esiste da sempre e perché sarà impossibile da debellare, in ogni parte del mondo. L'unica possibilità è cercare di conviverci, limitando più possibile i disagi per residenti e cittadini».

Sulla legge Merlin, che dagli Anni Cinquanta, ha fatto scomparire, almeno a livello legislativo, le case chiuse l'assessore Rotondi ha una sua idea ben precisa. «Questa normativa ha dimostrato di non funzionare, d'altronde sono passati quasi 60 anni e ha fatto il suo tempo. Era partita dal presupposto che c´era la prostituzione perché c´erano le case chiuse. E invece la prostituzione continua ad esserci sulle strade, ma anche negli appartamenti. La soluzione della riapertura

delle case chiuse? È già stato dimostrato, in altri Paese, non che sarebbe sufficiente per risolvere alla radice il problema. L’esempio è presto fatto: negli anni successivi al mio impegno a Vicenza sono stato Questore a Bolzano e avevo contatti abbastanza frequenti con la polizia austriaca e tedesca, dove la prostituzione si pratica all’interno di certi ambienti. Ebbene ad Innsbruck ho visto personalmente delle ragazze che si prostituivano in strada, magari non molte come siamo abituati a vedere da noi, ma c'erano. A conferma che se mai un giorno venissero riaperte le "case chiuse", sono convinto che molte donne e ragazze continuerebbero a praticarlo come fanno adesso e quindi anche in quel caso estremo il problema non verrebbe risolto completamente».

 

Barbara Maculan, presidente dell'Associazione Mimosa: «Vicenza è una città "interessante" per la prostituzione, numeri in crescita»

Riapertura della case chiuse, ora “tocca” ai citta (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Sull'eventuale modifica della Legge Merlin abbiamo sentito il parere, infine, di Barbara Maculan, presidente dell'Associazione di volontariato Mimosa, nata nel 1996 a Padova e operante anche nel territorio vicentino da una decina d'anni attraverso un sistema di monitoraggio e supporto alle vittime che coinvolge gli enti locali e regionali, le forze dell'ordine, la magistratura e gli operatori sociali.

«L'eventuale riapertura delle case chiuse - spiega la signora Maculan, che è anche presidente della Cooperativa Equality - rappresenterebbe un passo indietro e una sconfitta per culturale per tutti. Forse non tutti sanno che negli Anni Cinquanta, l'on. Merlin, diventata poi famosa per questa legge che porta il suo nome, porto avanti la battaglia, poi vinta, della chiusura delle case di tolleranza dopo aver ricevuto un alto numero di denunce da parte di ragazze e donne che, praticando questa attività, lamentavano di essere rinchiuse e costrette a lavorare sempre con le finestre sbarrate, spesso anche segregate. Per questo tornare all'antico sarebbe davvero un pericoloso passo indietro, che finirebbe, tra l'altro, con il mettere fuori gioco le associazioni come la nostra e anche il lavoro delle

forze dell'ordine: perché a quel punto nessun volontario o agente potrebbe entrare in un alloggio per parlare con le ragazze, cosa che invece, seppur tra mille difficoltà, si può fare attualmente in strada».

Le statistiche, che l'Associazione Mimosa tiene costantemente aggiornate, evidenziano per il Vicentino e in particolare per il capoluogo berico numeri in crescita, sia per la richiesta dei clienti che per il numero di prostitute in strada. «In termine tecnico - spiega la presidentessa - noi parliamo di Vicenza come un "territorio interessante", dove in sostanza si lavora bene. In relazione a quanto ci dicono le "persone" (nell'intervista la signora Maculan usa sempre questo termine per una

forma di rispetto, ndr.), ciò che caratterizza Vicenza è un'alta domanda, favorita anche dalla presenza della base americana da cui deriva un buon numero di clienti, ma anche per il fatto è facilmente raggiungibile da Padova, Verona e Brescia. Tanto per fare un esempio nel 2012 a Padova, che vanta quasi il doppio degli abitanti, abbiamo avuto contatti con 270 persone, rispetto alle 304 di Vicenza. E di questi ultimi ben 128 sono contatti nuovi, a conferma di come la città berica sta registrando un notevole flusso di nuovi arrivi, spesso di ragazze straniere che scelgono Vicenza per iniziare». 

 

nr. 30 anno XVIII del 7 settembre 2013



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