NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Una Guida verso panorami mozzafiato

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Cime e punti panoramici del vicentino

Da cosa nasce questo libro? Anche dalla sua passione per le escursioni e la montagna?

Cime e punti panoramici del vicentino (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)«Se non fossi appassionato di montagna ed escursioni da quando avevo 16 anni credo che non avrei scritto tutte le guide ed i libri fotografici che ho scritto ma avrei impiegato il mio tempo in attività più redditizie sul piano economico. Questi libri si scrivono per passione, non per interesse economico. È un gesto di amore verso i luoghi che si amano. È un po’ come quando un innamorato descrive ad estranei doti e virtù dell’amata. Con tutti i rischi che ne conseguono, ovviamente. Nel caso specifico si rischia di vedere negli anni il territorio descritto, magari un tempo misconosciuto o negletto, improvvisamente valorizzato in maniera insensata, oppure frequentato da persone che non hanno sensibilità adeguata ai luoghi. Per fortuna, però, il più delle volte non è così! Altrimenti avrei già smesso da un pezzo di scrivere».

Quali sono i punti panoramici vicentini che l'hanno colpita di più per la loro spettacolarità?

«Quelli che ancora non ho descritto! Scherzi a parte, al primo posto metterei il Soglio dell’Incudine (il mio preferito, specie al tramonto in tardo autunno), ma anche l’Ortigara. A ridosso della pianura, invece, il Novegno: semplicemente unico! Ma vogliamo lasciare fuori la Cima dell’Osservatorio o il Corno Battisti? E il Gramolòn dove lo mettiamo? Insomma: tutti!».

Il Vicentino ha un territorio montano invidiabile: dall'Altopiano dei 7 Comuni alle Piccole Dolomiti c'è solo l'imbarazzo della scelta. Senza dimenticare i bellissimi Colli Berici...

«Io lo dico sempre: al territorio montano vicentino fanno difetto solo i ghiacciai. Per il resto non manca niente: canyons, valli, foreste, vallate dolcissime, picoli laghi, enormi pareti di roccia, altopiani straordinari, ecc. E poi i Berici: una perla vastissima a due passi dalla città. Che volere di più?».

Cime e punti panoramici del vicentino (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)A testimonianza della panoramicità dei belvedere consigliati, alcuni di essi sono stati in tempo di guerra, in special modo durante la Grande Guerra, punti fortificati o comunque postazioni di avvistamento.... hanno dunque anche una valenza storica.

«Sul territorio vicentino è stata scritta buona parte della storia d’Italia, dai tempi del dominio romano alle Signorìe medioevali, dalla Repubblica di Venezia sino alla Grande Guerra ed a quella successiva. Un patrimonio storico-culturale straordinario che sta alla pari con quello di Verona e Padova, per citare le due maggiori città che la “affiancano”. A questo proposito vorrei fare una piccola osservazione: è giusto puntare molto alla conservazione e valorizzazione delle testimonianze della Grande Guerra ma il vicentino, come ho appena scritto, non è solo Grande Guerra, così come la città di Vicenza non è solo la città del Palladio. Occorrerebbe ampliare un po’ gli orizzonti – mi riferisco sempre al piano storico culturale - e valorizzare anche altri aspetti, altre epoche, altre testimonianze. Io, nei miei libri, cerco di farlo anche se, come è naturale, la precedenza va sempre alla Grande Guerra».

Lei è un conoscitore delle montagne veronesi... quali differenze ci sono con quelle vicentine?

«A livello oggettivo la differenza è una sola, ma fondamentale: la presenza del Garda, che rende il Monte Baldo, e quindi tutto il territorio montano occidentale veronese, qualcosa di speciale, come ben sanno i turisti d’oltralpe che qui cercano il “piccolo mediterraneo del nord”. Per il resto montagne veronesi e vicentine si equivalgono anche se quelle vicentine sono più alte, più numerose e più vaste. A livello soggettivo, invece, cioè per quella che è la mia esperienza personale, non vi è differenza alcuna. Da quando ho iniziato a camminare e ad arrampicare non ho mai fatto distinzione e trovo familiari tanto le Piccole Dolomiti ed il Pasubio - per fare un esempio - quanto il Baldo e la Val d’Adige. E quando sono lontano provo nostalgia per entrambi i territori».

Il filosofo francese Frederic Gros, nel recente libro Andare a piedi (Grazanti), sostiene che camminare abbia anche un valore meditativo, quasi spirituale, e non solo fisico. Cosa significa camminare per lei?

Cime e punti panoramici del vicentino (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)«Nell’andare per monti, sia su sentieri che lungo le pareti, non riesco a vedere null’altro che non sia piacere fisico ed estetico. È una cosa bella che, se fatta con entusiasmo ed in buona compagnia (o da soli se non si vuole seccatori fra i piedi) produce sensazioni positive, buone. Di certo ci avvicina alla bellezza pura, ce la fa apprezzare. E questo è sempre positivo. Sono conscio di rischiare di apparire politicamente scorretto, ma quando sento parlare - o mi ritrovo a leggere sulle riviste di settore - di trascendentalismo, spiritualismo e metafisica delle vette mi viene un po’ da sorridere. Fa tanto New Age e beato chi ci crede, comunque. Dico solo che per me la montagna è pura fruizione estetica, luogo di diletto e, talvolta, di contemplazione. Punto e basta».

Cosa consiglia a chi si avvicina da neofita alla pratica del camminare in luoghi così belli?

«Così impostata la domanda mi conduce inevitabilmente a dare una risposta scontata e banale: comportarsi bene e rispettare la natura. Ma ciò è talmente ovvio - oltre che prescritto da leggi e regolamenti comunali - da risultare superfluo! Piuttosto suggerirei, una volta tornati a casa da una escursione, di leggere ed informarsi su quanto si è visto. Non c’è niente di meglio, per apprendere e per accrescere la voglia di apprendere, che ripassare sui libri quanto si è appena ammirato per potere approfondire gli aspetti che ci hanno maggiormente colpito. Suggerirei inoltre di effettuare le escursioni solo nelle giornate migliori, possibilmente scegliendo le ore più adatte a seconda della stagione e dell’esposizione del versante. Insomma, studiare la luce e la posizione dei luoghi da attraversare per poter meglio ammirarne forme e colori. Nei musei le opere d’arte non vengono forse illuminate in modo che risalti la bellezza di ogni particolare? La stessa cosa dovremmo fare noi quando andiamo ad ammirare quei capolavori della Natura che sono le nostre montagne. Specie quelle del vicentino, davanti alla cui bellezza –a parer mio - non c’è capolavoro del Palladio che tenga!».

Eugenio Cipriani è da oltre trent’anni uno dei più attenti conoscitori ed assidui frequentatori della collina e della montagna veronese che ha descritto non solo sulle pagine de L’Arena e de Il giornale di Vicenza ma anche in numerose pubblicazioni.



nr. 30 anno XVIII del 7 settembre 2013

Cime e punti panoramici del vicentino (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)

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