NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Niente crisi nella terra dei vini. «Una stagione straordinaria»

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Niente crisi nella terra dei vini. «Una stagione s

Pietro Zambon, produttore di prosecco: «Il 90% destinato all'estero. Stati Uniti mercato storico, ma anche la Cina sta crescendo»

pietro_zambon (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Uno degli assi nella manica della viticoltura vicentina è rappresentato dal prosecco, che continua a rappresentare uno dei fiori all'occhiello soprattutto per l'export. «Del prosecco abbiamo cominciato la vendemmia solo da qualche giorno (lunedì 9 settembre, ndr.) - spiega Pietro Zambon, la cui azienda è situata nell'area dei Colli Berici - quindi è un po' presto per stilare un bilancio della stagione 2013. Tuttavia, secondo quanto emerso ad esempio dalla raccolta delle uve precoci, Chardonnay compreso, possiamo dire che siamo di fronte complessivamente ad una buona annata caratterizzata da una minor qualità rispetto all'anno scorso e ad una maggiore quantità, un aspetto quest'ultimo peraltro atteso visto che nel 2012 si era toccato il minimo storico a livello di produzione. Per quanto riguarda la qualità, che tuttavia rimane in un range decisamente alto, sicuramente ha inciso una primavera che non mi vergogno a definire "infame" a livello meteorologico, visto che sino a fine maggio ha fatto freddo e quindi l'intera fase iniziale, quella da cui dipende la crescita, è stata rallentata ad inizio estate, salvo poi riprendersi. Importante comunque evidenziare che le uve sono sane e quindi il prodotto è senz'altro buono».

Confortanti sono le prospettive del prosecco che continua a spopolare in tutto il mondo. «Gli Stati Uniti - precisa Zambon - rimangono il mercato di più grande richiesta, proprio perché maggiormente apprezzato. Una fetta importante riguarda l'intera Europa, con la Germania in testa, ma con molti altri Paesi che vantano numeri in aumento. Per quanto riguarda i Paesi emergenti, non c'è dubbio che quello di maggiore interesse è la Cina, dove non è facile penetrare ma dove la prospettive future di crescita sono davvero allettanti. C'è da dire che per il prosecco di casa nostra la quota export rimane molto alta, nell'ordine del 90%. Sino a qualche anno fa questa percentuale sfiorava il 95%, ma poi con l'aumento della produzione è stata garantita una maggior offerta anche al mercato italiano: perché il prosecco è molto apprezzato in tutto il mondo, ma anche nel nostro Paese».

È privilegiato l'osservatorio di Pietro Zambon, in qualità di presidente delle Cantine Colli Berici e del Gruppo Collis, che oltre alle Cantine che conglobano le aree di Lonigo, Barbarano Vicentino e San Bonifacio (Verona) e comprendono altre due zone di prestigio della provincia scaligera, ossia Merlara e Colognola ai Colli. «Quello della viticoltura rappresenta un settore che non sente la crisi, anzi in questi anni ha saputo mettere la freccia anche grazie ad imprenditori sempre molto disponibili. Noi abbiamo circa 2.000 soci, che lavorano tutti in un'unica direzione».

 

Andrea Fabio, sommelier: «Il consumatore più attento alla qualità del vino, mentre a livello di costi sta sparendo la fascia media»

andrea_fabio (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«Il consumatore medio vicentino? È sempre più attento alla qualità del vino, mentre a livello di costi sta sparendo la fascia media. Ma sicuramente non è prerogativa solo della nostra provincia». È questo lo scenario tracciato da Andrea Fabio, sommelier molto conosciuto a livello locale e "nordestino", anche per il suo ruolo di delegato per il Triveneto della Fisar, ossia Federazione italiana sommelier, albergatori e ristoratori.

Fabio, 53 anni, vicentino di adozione in quanto da 13 anni vive a Vicenza con la moglie, fa di professione il consulente d'azienda, mentre tutti i week-end e alcune sere infrasettimanali sono dedicati per l'appunto a fare il sommelier. «La mia è più che una passione - confida - direi quasi un secondo visto anche questo incarico che mi porta a spostarmi in vari punti del Triveneto. Non c'è dubbio che la crisi economica sta decisamente condizionando anche le scelte in fatto di vini: ad esempio il consumatore vicentino, più che in altre zone, non predilige l'enoteca per quanto riguarda gli acquisti, mentre si rivolge molto di più direttamente nelle cantine sociali. E in questa non c'è dubbio che influisce anche il fatto che la nostra provincia è ricca di queste realtà economiche». Diverso il discorso dei vini che vengono scelti dai clienti nei ristoranti e nei locali: «Anche qui la minor disponibilità di soldi finisce con l'influire sulle scelte. Ecco quindi che una parte preferisce scegliere vino meno costosi, proprio per non andare ad incidere troppo sul conto finale, ma rimane comunque abbastanza alta la fascia di coloro che non badano a spese e scelgono vini in un range alto a livello di costo. Ecco perché sostanzialmente sta sparendo la fascia di mezzo».

«Nei ristoranti - osserva poi il dottor Fabio - si nota un certo calo del consumo. Magari anche con la preoccupazione legata ai controlli sulle strade con l'etilometro è abbastanza frequente vedere, ad esempio una coppia, ordinare due bicchieri di un certo vino, comunque di qualità, magari per il primo piatto e altri due bicchieri di un altro vino, altrettanto di valore, per il secondo piatto. Si tratta di scelte assolutamente condivisibili, in una realtà come quella vicentina, dove esiste la cultura del bere bene, ma anche del mangiare bene e quindi di cercare di abbinare il giusto vino a quel particolare cibo».

«Una situazione completamente diversa - conclude il delegato triveneto della Fisar - avviene invece nelle cosiddette sagre e feste paesane dove il vino viene consumato in quantità molto elevate, magari sperando nella bontà dei vigili che evitano di fare controlli in queste occasioni».



nr. 31 anno XVIII del 14 settembre 2013

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