La scuola continua ad insegnare però cose poco interessanti per i giovani ie se si arriva alle scelte e lo si fa per esclusione l'origine è anche in questo.
GIANI ZEN- Il rischio evidentemente c'è e si fatica a eliminarlo...
CRISTIAN ZOPPINI- Le riforme della scuola si sono sempre fermate a tematiche alla programmazione e ai docenti e non si è mai arrivati alla organizzazione o alla riorganizzazione della scuola. Il dirigente scolastico dovrebbe essere più coinvolto con valutazione del merito, scelta degli insegnanti, ecc. In Germania fanno così e le retribuzioni sono molto più importanti. Se una parte della scuola auspica tutto questo i freni e le linee di pensiero orientati diversamente sono troppo numerosi. La scuola è dall'azienda nel senso che si arriva a fine corsa senza mai aver visto un'azienda come funziona in realtà. Molte opportunità esistono durante il percorso di studio, il grande passo che bisogna fare è questo, ma ancora non si fa: studio/lavoro è il percorso duale vincente di cui abbiamo bisogno.
TINA CUPANI- La formazione professionale consolida questo rapporto perché lo stage fa parte del percorso formativo e l'alternanza tra scuola e lavoro è continua e importante, integrata.
Però noi veniamo da una scuola ottocentesca che nonostante l'apparenza non è tramontata: che cosa ne dite?
GIANI ZEN- Tocchiamo proprio qui il cuore del problema perché dobbiamo risalire addirittura a prima di Gentile e della sua riforma, non sappiamo quali sono i saperi essenziali e la scuola replica sempre gli stessi modelli ed è difficile intaccare questa situazione. Come preside devo pregare i consigli di classe e gli insegnanti per organizzare una alternanza di scuola e lavoro, io non posso farlo, la responsabilità non me la posso prendere direttamente perché occorre un gioco di squadra mentre invece prevale una logica di tipo individualistico a oltranza.
LEONARDO DE LUCA- Per rispondere al meccanismo duale e all'alternanza che vedo solo in alcuni settori della scuola perché nei licei è difficile pensarla interamente, io penso che quando si entra nel mondo universitario si capisce davvero che si può entrare in contatto col mondo del lavoro, ma dipende naturalmente dalle scelte che si fanno individualmente; il nostro meccanismo inaugurato nell'associazione Jest all'università di Vicenza, è purtroppo ancora una eccezione, non è diventato una regola.
SANDRA FONTANA- Lo stage è uno degli strumenti più utilizzati e si dovrebbe utilizzarlo in tutte le scuole. È un criterio essenziale per le scelte perché è una fase orientativa molto importante per i ragazzi. Bisogna sperimentare anche fuori dalla scuola con le esperienze più disparate.
TINA CUPANI- Rientra nella programmazione didattica anche tutto questo e certo gli istituti tecnici e professionali lo fanno. Certo che bisogna mettersi in gioco anche nel mondo della scuola dove dovrebbe esserci un investimento che vada oltre quanto viene previsto oggi come oggi in questo settore.
CRISTIAN ZOPPINI- C'è sinergia tra imprenditori ed scuola e genitori e si sta lavorando molto perché sappiamo che bisogna agire in termini di squadra con questa alternanza tra sapere e studiare e dall'altra fare e imparare. Ci sono molti insegnanti e molte scuole che stanno facendo veramente tanto ed è su questa disponibilità che contiamo.
TIZIANA COSMA- Il problema è anche di distinguere tra disciplina e competenza, lo vedo anche nei confronti dei miei colleghi nelle provincie: fondamentale la rete che si sta creando e che forse può essere momento di propulsione anche in questo fondamentale cambiamento che tutti auspichiamo.
nr. 31 anno XVIII del 14 settembre 2013
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