NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Cene enogastronomiche tra crisi e nuove strategie

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Cene enogastronomiche tra crisi e nuove strategie

Ernesto Boschiero, direttore Confcommercio provinciale: «Giusto valorizzare i prodotti locali, ma quelli che possono essere commercializzati»

Cene enogastronomiche tra crisi e nuove strategie (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Con Ernesto Boschiero, direttore della Confcommercio provinciale, è possibile tracciare un "excursus storico" delle cene enogastronomiche nel Vicentino. «Il mio ingresso in associazione - racconta Boschiero - risale alla prima metà degli Anni Ottanta, proprio nella categoria dei ristoratori, che stavano intuendo la necessità di muoversi collegialmente. La prima importante iniziativa del genere avvenne in occasione dei campionati del mondo 1985 di ciclismo su pista a Bassano: ricordo che una quindicina di loro investirono a testa 1 milione di lire, una bella cifra per quei tempi, e attraverso un'agenzia pubblicitaria si presentarono con un proprio logo, in occasione del grande evento. A Vicenza e dintorni uno dei precursori è stato lo chef Mario Baratto (storico titolare del ristorante "Da Remo", ndr.) che con alcuni colleghi ha lanciato la rassegna "I piaceri della tavola", che ha poi fatto da apripista a molte altre iniziative di enogastronomia che si sono succedute negli anni. Baratto, ex presidente dei ristoratori di Confcommercio, è sempre stato un generoso, spendendosi molto a favore dei colleghi, invitandoli a loro volta a credere nella promozione e ad investire in queste rassegne».

Ma qual è la strategia della Confcommercio, che garantisce generalmente il patrocinio a queste rassegne pur senza occuparsi direttamente dell'organizzazione? È lo stesso direttore a spiegarlo: «Consideriamo tutte le iniziative valide perché consentono, anche attraverso la promozione e gli articoli sulla stampa, di far conoscere i locali e la promozione in genere della cucina vicentina, che comprende complessivamente (sono compresi anche bar e pizzerie, ndr.) oltre un migliaio di nostri associati. Tuttavia riteniamo importante la valorizzazione delle tipicità locali in certi periodi dell'anno, come il tartufo dei Colli Berici, gli asparagi di Bassano e i funghi porcini dell'Altopiano, solo per citare i più conosciuti. C'è poi un altro aspetto determinante, ossia che è giusto valorizzare solo quei prodotti, anche con delle rassegne, che la gente è poi in grado di trovare in vendita. Non ha senso farlo per quelli troppo di nicchia e la cui produzione spesso non esce da un solo comune ed è troppo esigua per soddisfare anche richieste minime».

L'ultima battuta riguarda il prezzo delle cene. «La nostra posizione - conclude il direttore Boschiero - è che ci sia libertà di scelta, tuttavia riteniamo sia fondamentale la trasparenza nei confronti dei consumatori: ecco perché nel sito, oltre a data, orario e menù, inseriamo anche il costo per partecipare all'evento».

 

Vladimiro Riva, Consorzio turistico Vicenza È: «Giusto puntare anche su assaggi e degustazioni, ma servono anche i menù scritti in inglese»

Cene enogastronomiche tra crisi e nuove strategie (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)«Le cene enogastronomiche rappresentano un veicolo importante di promozione della cucina, ma è giusto puntare anche su eventi in grado di proporre assaggi e degustazioni, come in occasione di eventi all'aperto. Per il resto dobbiamo continuare a crescere, ad esempio, se vogliamo aprirci davvero ai turisti stranieri, i menù nei ristoranti devono essere scritti anche in inglese». È questo il pensiero di Vladimiro Riva, consigliere delegato del Consorzio Vicenza È, che abbiamo interpellato per capire come le cene enogastronomiche possano diventare anche un'occasione di rilancio turistico nel Vicentino.

«Proprio in questi giorni - spiega Riva - abbiamo definito nei dettagli un importante appuntamento, ossia la visita di un gruppo numeroso di tour operator stranieri, di nove Paesi diversi, in programma a Vicenza dal 3 al 6 ottobre e incentrato proprio sulle offerte enogastronomiche e all'agroalimentare della nostra terra: il giorno 4 (è un venerdì, ndr.) si terrà un importante convegno a Vicenza, mentre gli altri tre giorni saranno dedicati a visite a cantine sociali, ristoranti e scuole di cucina proprio perché riteniamo fondamentale questo tipo di offerta anche per i turisti provenienti dall'estero. Tuttavia a mio parere il turismo enogastronomico fine a sé stesso non è facile da proporre, le poche eccezioni riguardano, ad esempio, il tartufo di Alba e qualche ristorante al "top" di Milano. Semmai ritengo che siano in crescita i turisti individuali, che si muovere per visitare città o per le cosiddette vacanze all'insegna dello sport, ma che nello stesso tempo sono molto attenti all'enogastronomia locale».

«È la prima volta che organizziamo uno workshop così specifico e sicuramente impegnativo - tiene a precisare il consigliere delegato di Vicenza È sull'evento di inizio ottobre - ma forti anche del convincimento che pur essendoci una crisi della ristorazione in generale, così come sta avvenendo in tutti gli altri settori della nostra economia, la provincia di Vicenza sia in grado di offrire delle eccellenze incredibili con prodotti tipici, invidiati e richiesti in tutto il mondo. Nello stesso tempo sono convinto, che al contrario di quanto avvenuto negli ultimi anni in alcune province venete, la cucina vicentina sia cresciuta moltissimo a livello di professionalità, sia per quanto riguarda gli chef e il personale di sala. L'aumento delle scuole di cucina è un segnale importante, ma lo è anche la nascita, ad esempio, della "Confraternita dei ristoratori Deco" che si sono dati delle regole ben precise e che usano i prodotti d'eccellenza solo in certi periodi dell'anno. Fondamentale l’obiettivo, come stanno facendo loro, di migliorarsi sempre».

 

nr. 32 anno XVIII del 21 settembre 2013



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