NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Il bacalà diventa messaggero nel mondo

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Il bacalà diventa messaggero nel mondo

Quale può essere il futuro di questo grandissimo fenomeno di penetrazione di una tradizione in cucina verso l'esterno e il pubblico? Proloco e organizzazione: come finirà?

roberto_ciambetti (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ROBERTO CIAMBETTI- Diciamo che quello che è successo da 60 anni a questa parte, prima con la fondazione della proloco e poi dell'unione delle proloco, dopo di che quello che è successo in seguito con la fondazione 25 anni fa della Confraternita, ha indubbiamente un nome ed è quello di Michele Benetazzo. Una serie di intuizioni formidabili che hanno prodotto questo fenomeno di Sandrigo come una specie di unicum al punto che quando vado in giro per lì'Italia e nomino Sandrigo subito mi si collega alla festa del bacalà, tanto per dirvi quanto sia ormai radicato questo legame che fa notorietà. L'associazionismo e il volontariato che si mettono a lavorare insieme per la comunità e fanno riscoprire il territorio come accade ad esempio anche a Marostica con un evento mondiale, fanno progredire al punto che la legislazione regionale segue e supporta cose che difficilmente un'amministrazione pubblica potrebbe realizzare da sola. Il nucleo forte è qui in Veneto con iniziative da febbraio a dicembre, con una proloco per ogni paese e una miriade di manifestazioni che sono utilissime per il tessuto sociale. Dalla pro Sandrigo siamo partiti e andati dappertutto, la festa del bacalà è riuscita a promuovere nel vero senso della parola. Quando poi si hanno testimonial come Antonio per settimane in tv l'anno scorso con il premio finale della Prova del Cuoco si ottengono ovviamente cose importanti e per di più a costo praticamente zero. Una serata come il gala di martedì dimostra che si può fare tutto, con 32 cuochi che lavorano assieme e 600 persone che se ne vanno soddisfattissime.

ANTONIO CHEMELLO- Il volontariato è importantissimo, inutile dirlo. Se non ci fosse stato e non co fosse non ci esisterebbe tutto il resto. Faccio il cuoco ma sono anche un uomo proloco, molto spinto da Benetazzo e poi decisamente convinto, ho fatto qualcosa per il mio paese e sono contento, come tantissimi altri fanno qualcosa di importante: ci sono 200 persone che da anni lavorano da volontari per preparare tutto quello che si vede. Ora la festa è diventata tanto grande da arrivare come estensione fino a un passo dalla chiesa e al punto di porre il problema di come continuare senza entrarci, in chiesa, perché davvero bisogna trovare un luogo alternativo: restare a Sandrigo, naturalmente non si discute, ma avere più spazio. So che scateno un putiferio ma negli anni qualcosa bisognerà pensare perché il fenomeno davvero fa economia, fa lavorare gente, fa impresa, come si dice. Un piccolo grande problema logistico, quello del capannone, che andrà risolto, anche se non so come perché davvero la cornice della piazza è quella che identifica questa manifestazione dal punto di vista dell'immagine complessiva. Quello che so ora è che lo spirito volontaristico ha contagiato tutti a cominciare dai colleghi dei ristoranti con i quali siamo concorrenti tutto l'anno tranne che nel momento stesso in cui si tratta di entrare in azione per la festa: allora non c'è più distinzione e c'è solo da lavorare, una grande armonia che spero si mantenga sempre perché sta alla base di quanto abbiamo ottenuto e di tutto questo successo. Ripeto: la piazza è bellissima, però sono andato a Isola della Scala dove fanno 5 milioni di fatturato con mille persone che lavorano tutte in regola, e lavorano un mese. Insomma c'è da pensarci. Il bacalà alla vicentina è ancora inesploso, tenete conto di questo.

LUCIANO RIGHI- Certo che il bacalà ha ancora grandi potenzialità non espresse. Lo dimostra il fatto che ogni anno aumenta il numero delle persone che partecipano e quello di conseguenza del prodotto in quanto tale, cioè i piatti confezionati. C'è una grande attività di pubblicistica e di promozione, distribuiamo materiale di propaganda e pubblicità a tutte le manifestazioni; poi ci sono gli sponsor, c'è La Regione che ci ha sempre aiutato nel senso che ha assecondato le manifestazioni, le ricerche storico/culturali e alla fine il turismo perché è stato prodotto turismo. È un riconoscimento per tutti, senza gli sponsor non faremmo niente e senza le manifestazioni neppure. Quel viaggio di Querini ripetuto nel ventennale e poi nel venticinquennale ha prodotto ulteriormente molto altro, cioè contatti a tutti i livelli in 13 paesi, ricevuti lungo 6300 chilometri di viaggio da tutte le autorità di 30 città e delle varie regioni comprese le autorità del Parlamento europeo. I contatti con gli operatori turistici non li contiamo più e gli studiosi che ci vengono a chiedere materiale per la conoscenza anche. Fare presto un grande convegno per sfruttare questa esperienza e cercare di creare per questa via Querinissima una nomina ufficiale che produca ancora altre novità e altre adesioni internazionali.

 

nr. 32 anno XVIII del 21 settembre 2013 

 

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