NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Come e quanto cresce il turismo a Vicenza?

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Come e quanto cresce il turismo a Vicenza?

Preparazione con largo anticipo, dunque, ma per armare una strategia seria che cosa bisogna avere a disposizione?

VLADIMIRO RIVA- Risorse prima di tutto, ma voglio dire anche che in questa città dovremo metterci seriamente d'accordo: mettere in tutte le mail che partono qualcosa che riguardi quel che avviene in città, oltre al contenuto della mail, si capisce, e magari un piccolo accenno all'evento importante del momento. Bastano poche parole. L'informazione influisce sul mercato e siamo tutti all'anno zero, l'esperienza che non avevamo ce la siamo fatta questa volta. Stiamo preparando seminari informativi con Confcommercio per imparare come si accolgono i turisti, lo facciamo oltre che con Vicenza anche con Schio e Bassano. È una qualificazione a crescere del lavoro di contatto sapendo benissimo che il primo impatto con una certa realtà è determinato dalla gradevolezza dell'accoglienza.

Torniamo alla preparazione: Goldin ha dimostrato che quando uno è un professionista nel suo mestiere i risultati sono garantiti e le variabili dovute all'imprevedibilità si riducono quasi a niente: per una strategia turistica come quella di cui stiamo parlando occorre quindi uno stratega. Chi può essere? Altro argomento: quali sono i contenitori visto che la Basilica rappresenta un riferimento formidabile?

Come e quanto cresce il turismo a Vicenza? (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)VLADIMIRO RIVA- Bisogna riuscire a catturare quello che Goldin chiama il popolo della mostra e farlo diventare il popolo di Vicenza, quello che torna a casa e fa passa parola. La Basilica dovrebbe diventare come il Ponte Vecchio di Firenze, perno attorno a cui ruotano tutte le cose. Noi abbiamo oro, ville di Palladio, il bacalà, eccetera, e poi vai fuori e tranne qualche caso isolato a parte nessuno sa niente. Il museo dell'oro si farà, è previsto proprio al piano terra della Basilica. Ma il Palladio Museum? sarebbe un altro elemento di attrazione. O stiamo per avere e spingeremo per avere altre cose, in più, che serviranno. Sono impressionato ad esempio dal restauro del tempio di Santa Corona dove ci sono cose incredibili che valgono più di un museo, e poi c'è il museo anche restaurato... In questo momento abbiamo una cinquantina di ospiti cinesi in delegazione che abbiamo portato al Museo Bisazza di Alte: sono rimasti estasiati, ma questa cosa con molte altre va difesa e rilanciata dall'interesse pubblico. Vicenza ha avuto il Premio Marzotto per molti anni e ce ne ricordiamo tutti, possibile che non si possa rifarlo in qualche galleria cittadina, possibile che non si possano valorizzare i patrimoni d'arte conservati da imprenditori che si sono fatti gallerie privatissime e di altissimo valore nei capannoni della loro ex fabbrica? Credo che uno spazio importante si possa aprire. Mai vista la collezione di quadri della Villa Malinverni di Lugo? Tutto si potrà fare con una offerta davvero importante da mettere a disposizione.

Vicenza però ha rinunciato al suo aeroporto, inspiegabilmente lo ha regalato o svenduto se non proprio ceduto gratis. Che cosa si può fare per arrivare ad una visione complessiva davvero importante?

MATTEO TREVISAN- Il tema della professionalità è importante e coinvolge tutto, ci vuole preparazione competenza conoscenza del prodotto che si offre e lo sappiamo tutti perché ci arriva sempre più gente che ci chiede quel che trova in rete mentre magari noi lo si sta ancora aspettando in la fornitura. Il problema è che un coordinatore ci vuole e non serve certo che sia sempre il solito, anzi, tutt'altro: a seconda dell'argomento dell'evento occorre avere a disposizione chi se ne intende. Magari ci vorrà un po' di tempo, però... Comunque oggi siamo molto più attenti, dobbiamo correre di più ed essere molto più precisi. Queste sono le risposte da dare.

VLADIMIRO RIVA- Un tempo si andava bene perché del turismo non avevamo quasi bisogno. Oggi invece no, la necessità c'è ed occorre saper dare risposte a tutti. Se ci comportassimo come un tempo senza essere disponibili al nuovo saremmo finiti. I cinesi ad esempio mangiano a mezzogiorno e alle sei: ovvio che bisogna adeguarsi in fretta, altrimenti questo tipo di clientela che può diventare molto interessante te la giochi su piccole cose e la perdi.

MATTEO TREVISAN- Bisogna andare incontro alle esigenze della clientela: una volta non se ne parlava di tenere aperto alla domenica mentre ora non c'è problema. Naturalmente chi vuole. Ora c'è anche un calendario con indicate le domeniche di apertura per chi lo vuole e così informare il pubblico su quale sarà effettivamente la disponibilità di negozi. Questo ovviamente dà l'abitudine al pubblico ad orientarsi con il criterio deciso da noi che nel mese ci debbono essere almeno due domeniche di apertura per tutti e contemporaneamente in modo da avere uniformità e non un disegno a macchia di leopardo che invece confonde le idee e crea problemi anzichè offrire un vero servizio.

 

 nr. 35 anno XVIII del 12 ottobre 2013

 

 

Come e quanto cresce il turismo a Vicenza? (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

 

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