(C.R.) Impensabile. Basta questa parola per rappresentare lo scenario calcistico venutosi a creare negli ultimi tempi nel capoluogo berico. Da una parte il "Lane" (come continuano a chiamarlo i tifosi biancorosso) neoretrocesso, relegato al penultimo posto in Prima Divisione Lega Pro. E dall'altra il neopromosso Real, che sta sorprendendo tutti e dopo otto giornate è capolista solitaria con 16 punti, frutto di cinque vittorie (di cui due in trasferta), un pareggio e due sconfitte. Una situazione inimmaginabile per due squadre che anche in considerazione della nascita dal 2013-2014 di un'unica Lega Pro potrebbero disputare il prossimo anno lo stesso campionato ma intanto (il 2 ottobre scorso) hanno già disputato la prima sfida stracittadina della storia, seppur nella Coppa Italia di categoria, "mal digerita" dai tifosi del Vicenza Calcio. Ecco come la pensano quattro personaggi molto legati, per motivi diversi, al calcio nella città di Vicenza.
Umberto Nicolai, assessore comunale: «Il mio sogno è che possano riunirsi in un solo club capace di tornare nel calcio che conta»
«Da amministratore il mio sogno è che le due società possano riunirsi in un solo club in grado di ben figurare nel calcio che conta». È questo l'auspicio di Umberto Nicolai, assessore allo sport e alla formazione del comune di Vicenza, interpellato sulla “coesistenza” del Vicenza Calcio e del Real Vicenza. «In effetti si tratta di una situazione nuova e inedita per la nostra città – ammette Nicolai – a partire dall'utilizzo contemporaneo dello stadio Menti, con le due squadre che si alternano ogni domenica nell'utilizzo dell'impianto. Una situazione che per la verità si verificò anche una ventina d'anni fa con il Villaggio del Sole che per una sola stagione ha utilizzato il Menti, mentre lo scorso anno il Vicenza, essendo in serie B, giocava di sabato. Da assessore posso anche dire che mi fa piacere che uno stadio, pur con i problemi causati dal tempo, venga utilizzato da due squadre che in questo modo possono contribuire alle spese di ristrutturazione che diversi anni continuano ad essere pesanti per le casse dell'amministrazione».
«Il fatto che le due squadre siano più vicine tra loro e che il prossimo anno possano giocare nello stesso campionato – aggiunge l'assessore berico - è un fatto concomitante tra un momento difficile per il Vicenza Calcio e una risalita, inattesa perlomeno nei tempi, del Real. Nel primo caso ritengo che, così come avvenuto in passato, il calcio proponga alti e bassi, sino a pochi anni fa anche l'Hellas Verona era in Lega Pro. Per quanto riguarda il Real Vicenza c'è invece da dire che questi exploit, compreso l'attuale primo posto in campionato, vanno identificati in una sola persona, ossia il presidente Lino Diquigiovanni: gli va dato il merito di avere creduto ma anche di avere investito molto in questa realtà calcistica con soldi propri, non certo quelli della collettività. Io auguro ogni bene al Real Vicenza, che tuttavia sarà condizionato dalle scelte dello stesso Diquigiovanni che se un giorno, ad esempio, decidesse di tornare ad investire nel ciclismo, porrebbe fine anche al sogno del team calcistico e la rinuncia ai livelli di adesso».
«Da assessore alla formazione – aggiunge poi Umberto Nicolai – devo anche segnalare, con grande piacere, che sia il Vicenza Calcio che il Real stanno facendo una bella politica a livello giovanile, con un vivaio ciascuno di alcune centinaia di ragazzi, che per la città di Vicenza rappresenta sicuramente un valore aggiunto importante. In tal senso, anche per una questione di mentalità, mi piace guardare avanti più che indietro e quindi sono sicuro i frutti di questo lavoro si vedranno nei prossimi anni. I tifosi del “Lanerossi”? Capisco la loro delusione ritengo che lo scoramento di questo periodo sia legato alla retrocessione in Lega Pro, più che alla fortune del Real. Non credo ci sia invidia, solo l'amarezza di far parte di un palcoscenico che non appartiene alla storia ultracentenaria».
L'ex presidente Pieraldo Dalle Carbonare non ha dubbi: «La fusione tra i due club non avrebbe senso, sicuramente non si farà»
Sulla possibilità di una fusione tra i due club di Vicenza abbiamo chiesto il parere dell'ex presidente biancorosso Pieraldo Dalle Carbonare, che sulla vicenda non ha il minino dubbio: «Escludo che si possa arrivare ad un accordo simile - spiega Dalle Carbonare - in questo momento non ha assolutamente senso e quindi a mio parere non se ne farà nulla. Quasi sicuramente il Real Vicenza otterrà uno dei primi otto posti e quindi disputerà la nuova Lega Pro, proprio assieme al Vicenza che non ha speranze di promozione in B. A questo punto una fusione sarebbe illogica soprattutto per il fatto che il presidente del Real, ossia Lino Diquigiovanni si dovrebbe accollare i debiti del Vicenza Calcio. Semmai sarebbe stato più logico che avesse acquistato il "Lane" qualche anno fa, prima di investire comunque tanti soldi nel Real che ha portato dall'Eccellenza all'ex serie C2».
Il possibile scenario di due squadre di Vicenza nello stesso campionato sorprende, ma solo fino ad un certo punto, l'ex presidente biancorosso. «In questo mondo ci può stare - obietta Dalle Carbonare - quando da un lato assisti ad un declino lento ma inesorabile come quello che stiamo vedendo con il Vicenza Calcio, che non può essere più frutto di situazioni sfortunate ma dell'impossibilità di portare avanti un progetto calcistico di alto livello. E dall'altro la scelta di un imprenditore come Diquigiovanni che sta investendo molto nel calcio e in tal senso ha la mia stima. Tuttavia, giusto dirlo, il Real Vicenza continuerà ad esistere, perlomeno a livello professionistico, finché ci sarà un presidente così, quando se ne andrà lui, anche la favola di questa squadra emergente è destinata a finire. Lo stesso discorso vale anche per il Bassano Virtus: quando la famiglia Rosso lascerà, la società rischia di doversi ridimensionare e probabilmente tornare dov'era prima del loro arrivo. E lo stesso dicasi anche a Marano: con un presidente come Rino Dalla Rive possono anche sognare palcoscenici importanti, ma probabilmente solo con lui».
«Ma attenzione - fa notare Dalle Carbonare - non è un problema di adesso, causato dalla crisi economica: lo stesso è avvenuto anche a Thiene, oltre 20 anni fa; finché ci sono
stato io e poi Della Rovere, la squadra ha potuto calcare certi scenari, poi è tornata nella sua dimensione, molto più piccola. Le analogie tra il mio Thiene e il Real Vicenza? Probabilmente ci sono, in entrambi i casi si è partiti dal basso sino ad ottenere risultati importanti e in parte inattesi. Ma ripeto le due storie sono accumunate da presidenti che hanno investito molto e una volta uscito dalla scena quel club non è stato più in grado di restare a certi livelli».