NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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La mensa pubblica spia del disagio sociale

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La mensa pubblica spia del disagio sociale

È anche una questione culturale o no? Prendete la situazione dei senza dimora che tra poco per ordinanza comunale saranno multati se dormono nei luoghi pubblici o negli androni: dove debbono andare?

LUCA BERTOLDO- È un argomento molto delicato, fa parte del non voler vedere queste persone; certo che c'entra la cultura dell'affrontare i problemi e in che termini. Queste persone sono in questa condizione per tante ragioni, ma quello che si fa nell'incertezza è di allontanarle dalla città così non esistono. Non si devono vedere, così il problema va via. Invece il problema va affrontato. Sono persone che hanno bisogno di non sentirsi escluse, come diceva Ginetta Cappon, è molto importante raggiungere questi obiettivi anche perché c'è un grosso lavoro dei volontari per farli uscire dall'isolamento e provvedimenti avventati del tipo che stiamo ricordando possono scavare di nuovo un fossato che non si colmerebbe più. Gli operatori del gruppo di strada della Caritas ha cercato e finora ottenuto risultati buoni su questo terreno. Se l'esperienza del gruppo di strada di Caritas ha prodotto una minore invisibilità dei senza dimora bisogna cercare di capire e ammettere che non si può toccare il sociale impunemente.

RENATO RIVA- Una comunità che ha servizi è anche attraente per gli investimenti, è più facile che ci si vada a investire. I Comuni sono in difficoltà, c'è problema di risorse che però non possono essere strappate in modo lineare e basta, si può creare una serie di no-profit sociali che già ci sono, con una filiera più corta, meno burocrazia, meno amministrazione e organizzandosi bene mettendo assieme tanti servizi: il risultato che si ottiene è non solo un servizio migliore, serve anche ad evitare altri tagli. È che occorre normativa da cercare parlando con quelli che lavorano, non calandola dall'alto. Vediamo come lavorano il terzo settore e il volontariato, magari impariamo qualcosa da buone pratiche che si possono anche copiare o adottare utilmente. Può essere la dimostrazione che di meglio si può fare e anche la chiave per diminuire il disagio: le risorse, razionalizzandole, si trovano.

FABIO_DE_LUZIO (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)FABIO DE LUZIO- Sono d'accordo, tra l'altro non destinare al sociale vuol dire non solo spendere e dare meno, ma aggravare i addirittura problemi, tipico delle famiglie su cui finisce col pesare tutto. Non si risolvono i problemi che già c'erano e se ne creano di nuovi provocando una pressione intollerabile proprio sulla famiglia.

La sussidiarietà comunque autorizza il disimpegno delle istituzioni pubbliche, perlomeno lo libera dall'incubo: è o no una vera e propria sostituzione degli interventi di programma di una dimostrazione?

FABIO DE LUZIO- Servono effettivamente risposte non dico educative ma soluzioni da evidenziare perché le soluzioni esistono e bisogna anche fare in modo che chi ascolta si renda conto di quanto diciamo: i divieti non sono mai una soluzione, senza contare che l'attuabilità di un provvedimento di questo genere mi sembra quanto meno dubbia, quasi insostenibile perché richiederebbe sorveglianza continua quando sappiamo benissimo tutti che gli orari di servizio sono precisi e non prevedono allungamenti di sorta. Se non si offrono alternative si condannano le persone all'isolamento ulteriore, quello stesso isolamento che magari si stava cominciando ad abbandonare come unico modello di vita. Il fatto è che queste persone non hanno residenza non votano, per cui...

GINETTA CAPPON- Difatti occorre quella formazione che in Caritas ci danno, per affrontare gli aspetti pratici e legali che presumono una conoscenza delle cose vera prima di impegnarsi nel volontariato.

RENATO RIVA- Parlando di risorse, arriva la nuova riprogrammazione dei fondi strutturali europei che parla di progetti per l'inclusione destinata alle Regioni e che prevede l'organizzazione della rete che lavorerà per creare i progetti. Gli autori sul territorio ci sono, dico io, basta mettersi a lavorare seriamente e vedere quali sono i progetti da preparare e attuare.

 

 nr. 37 anno XVIII del 26 ottobre 2013

 

 

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