NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
google
  • Newsletter Iscriviti!
 
 

La mensa pubblica spia del disagio sociale

facebookStampa la pagina invia la pagina

La mensa pubblica spia del disagio sociale

L'intervento del volontariato è utile a tutti, ma è comodo, toglie le castagne dal fuoco a chi dovrebbe avercele messe e per questo si ritorna sempre al problema economico, qui appesantito dai tagli operati sul sociale perché mentre aumenta la domanda di aiuto calano i finanziamenti...

RENATO_RIVA (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)RENATO RIVA- Su questo credo si debba avere una visione più integrata e cioè: il tema delle mense registra un disagio in aumento da qualsiasi parte si guardi; nonostante la crisi l'Istat dice che le nuove povertà non sono aumentate proporzionalmente rispetto al fenomeno e questo perché ci sono gli ammortizzatori di sostegno per i lavoratori che prima non li avevano, il che ha aiutato ad attenuare il fenomeno delle nuove povertà. Bene, però questo è il pronto soccorso, ma debbo chiedermi dov'è la cura e per questo dobbiamo capire che ci sono più autori che possono intervenire, dal volontariato alle istituzioni. Chi perde il posto di lavoro e non ha più una professionalità spendibile che cosa fa? Pronto soccorso bene, la famiglia continua a vivere, ma dopo l'uomo deve essere riqualificato, si deve impegnare a questo e deve incrociare con altra competenza un altro lavoro, per cui va anche formato. Dove si riesce a fare questo c'è una buona percentuale di successo, molto più di quello che erano i semplici sussidi di prima. Tutti gli attori in campo debbono parlarsi, condividere le informazioni, capire le linee di intervento e trovare la soluzione perché si può. L'integrazione e la sinergia sono il primo passo, dopo di che bisogna razionalizzare l'utilizzo delle risorse anche perché non è detto che le risorse arrivino sempre a chi ne ha più bisogno, come nel caso delle indennità di accompagnamento che a statistica non vanno proprio sempre a chi più ne necessita. Il bisogno assume infatti una valenza molto più grande se il caso in esame oltre al problema che lo affligge fisicamente è coinvolto anche nella crisi economica oltre che nella necessità di essere accompagnato.

Ma ci sono gli strumenti per riuscire a distinguere e non disperdere il lavoro di identificazione delle varie situazioni?

RENATO RIVA- Occorre prima di tutto un riordino della normativa e dei sostegni alle zone più fragili della popolazione che sono i giovanissimi e gli anziani e oltre tutto aumenta la non autosufficienza con il progressivo pericolo di emarginazione ed isolamento. Come i bambini che hanno diritto alla scuola in quanto diritto essenziale eppure rischiano di essere tagliati fuori per le difficoltà delle famiglie. Per questo furono inventate le 150 ore che aiutarono anche i nostri genitori a muoversi nella vita in modo diverso. Il volontariato è per tutti noi un patrimonio ricchissimo, guai se non ci fosse e non nasce per caso. È un vero capitale sociale e questo è il messaggio che mandiamo ai nostri giovani.

I giovani rappresentano un tasto potenzialmente dolente: quanti sono e quanti ne vedete che arrivano, sono motivati e poi rimangono?

LUCA_BERTOLDO (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)LUCA BERTOLDO- Non sono pochi, da noi in Caritas c'è una persona che segue e coinvolge i giovani. Il volontario è una risorsa con due aspetti diversi: risorsa sì, ma non mera manovalanza che altrimenti diminuisce il valore aggiunto e magari stanca e fa scappare; bisogna mettere il volontario all'interno di un contesto e fargli capire che cosa si sta facendo. Il giovane in queste condizioni porta l'esperienza all'interno della propria famiglia e quindi la catena che si crea è importante perché anche la famiglia e poi la comunità comunicano e sanno. Gli essere umani escono dall'isolamento, non sono più ai margini. I giovani rispondono a tutto questo, ma bisogna avere molta cura verso di loro non pretendere semplicemente. L'altro aspetto di cui vorrei dire qualcosa è quello del volontariato che sostituisce il servizio pubblico: le esigenze sono queste e noi così interveniamo, spesso proprio sostituendoci, ma io penso che se si fa rete e si lavora con le istituzioni facendo di tutto per ottenere attenzione e dopo aver segnalato il problema alla fine qualcosa cambia. Questa è la rete vera, quella finale, con tutti gli attori che collaborano e chi ha possibilità istituzionale di aiutare alla fine aiuta, il nostro in fondo è un incentivo ai servizi preposti.

DANIELE SAVERINO- Sono scambi preziosi che stiamo cercando di aumentare con altri progetti con attività su tutto il campo immaginabile compreso quello sportivo.

FABIO DE LUZIO- Aiutare e sostituire il pubblico è un effetto collaterale perché ci si accorge di tutto dopo che si è sollecitati ad intervenire come volontari. È ovvio che facendo parte della società il volontariato deve aiutare a dare risposte organiche che si ottengono solo dalla rete degli interventi. Le cose dovrebbero essere così per obiettività della realtà. Certo che se le risposte non vengono per tante ragioni allora è evidente che la situazione è diversa. Con amarezza nel momento della crisi abbiamo visto che i tagli più vistosi sono arrivati proprio nel sociale e non è stato un bel messaggio. Però insisto sul fatto che a fronte di meno servizi pubblici aumentano i volontari e aumenta anche il loro lavoro. Una cosa però va detta: il nostro essere sussidiari alle carenze pubbliche non sistema tutto, non saranno i volontari a risolvere il problema.

La mensa pubblica spia del disagio sociale (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)

« ritorna

continua »

Come installare l'app
nel tuo smartphone
o tablet

Guarda il video per
Android    Apple® IOS®
- P.I. 01261960247
Engineered SITEngine by Telemar