NR. 43 anno XXVIII DEL 23 DICEMBRE 2023
la domenica di vicenza
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Dall'Alto Vicentino al Don

Nel libro curato da Maria Angela Cuman non solo la ricostruzione della campagna di Russia, ma anche la raccolta di tante testimonianze, soprattutto di donne

di Alessandro Scandale
a.scandale@gmail.com

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Testimonianze - Dall'Alto Vicentino al Don

Nel 70° Anniversario della Campagna di Russia l'Editrice Artistica di Bassano ha pubblicato Testimonianze - Dall'Alto Vicentino al Don, un curatissimo libro che vede la collaborazione di tanti studiosi e ricercatori che, oltre a presentare i fatti storici, hanno anche voluto approfondire il valore della testimonianza e dare significato al ruolo della donna, rappresentata soprattutto come figura di madre e di moderna Penelope. Il testo, curato dalla marosticense Maria Angela Cuman, figlia del sergente Remigio, uno dei soldati che vissero quella terribile vicissitudine, presenta molte testimonianze di famigliari che hanno voluto ricordare i loro cari, alcuni tornati da questa dolorosa esperienza ed altri dispersi. Nei testi emerge in modo evidente il valore della pace nelle sue diverse accezioni: una conquista che ogni generazione, in tutte le epoche, può compiere attraverso un viaggio nella propria più intima umanità e nel confronto con l’altro.

Testimonianze - Dall'Alto Vicentino al Don (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Già presentato nella sala consiliare del Castello Inferiore a Marostica, il volume della Cuman, la cui prima edizione è andata esaurita in breve tempo e che sta per essere ristampato, sarà di nuovo presentato al pubblico il 22 novembre al Cenacolo degli scrittoi bassanesi e ancora in altre occasioni sia nel Bassanese che in diverse zone della provincia. "Non siamo soli - scrive Marica Dalla Valle, Sindaco di Marostica, nelle pagine introduttive - quando qualcuno trova la forza e il coraggio di tessere con pazienza i fili di tante storie vissute. Perché ricordare significa dare senso alla testimonianza di chi ancora è tra noi. Ogni evento storico è legato all’oblio e ogni fatto rischia di finire con il proprio tempo. Ricordare significa non dimenticare il passato e, quindi, non dimenticare una parte di noi".

"Pregio di questo lavoro è di mettere fra le persone e la storia la cronaca di un paese come Marostica o, meglio ancora, della frazione di Roveredo - nota Vittorio Andolfato, presidente dell’Associazione 26 Settembre - . Se preziosissime sono le testimonianze, corredate da un inedito ed efficacissimo apparato fotografico, dei pochissimi sopravvissuti e in primis di Remigio Cuman, motivazione prima per la nascita del libro, importante è anche lo spazio dato ai ricordi dei famigliari, sollecitati con tatto da abili intervistatori. Emerge un quadro familiare dove le voci femminili escono dall’anonimato e ribadiscono, in modo ancora più esplicito del racconto dei soldati, l’immensa, stupida ed inutile crudeltà della guerra. Sono sconosciute donne russe e ucraine che, in un ambiente ostile e in momenti di cupo egoismo, trovano la semplice generosità dell’offerta di una patata e di un po’ di calore a nemici invasori".

Testimonianze - Dall'Alto Vicentino al Don (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)"La grande storia - gli fa eco Domenico Innecco, Generale di Corpo d’Armata - in genere è oggetto di saggi e trattati, la piccola storia per contro è raccontata dalle cronache o nelle biografie. Però la piccola storia, con i suoi risvolti umani, narrata in questo libro, aiuta a capire la grande storia attraverso il racconto delle vicende dell’artigliere Remigio Cuman e di coloro che, come lui, condivisero le tragiche vicende della Campagna di Russia. È doveroso dare atto alla figlia Maria Angela, gelosa custode dei ricordi familiari, dell’accurato e prezioso lavoro di documentazione che ha concorso a rendere interessante e gradevole il racconto del vissuto del padre".

Remigio a vent'anni fu coinvolto nel dramma della guerra nello scenario più drammatico del conflitto: il fronte russo. L’artigliere aveva un incarico molto delicato: topografo del Comando Artiglieria dell’Ottava Armata. A pochi mesi dal suo arrivo al fronte, nel dicembre del 1942, nella tragica ritirata dell’Armata Italiana in Russia, fu testimone sbigottito di una lotta infernale, delle fatiche dei suoi commilitoni a contatto con un nemico superiore qualitativamente e quantitativamente. E in quello scenario, reso ancora più drammatico da temperature insopportabili, i soldati italiani, fedeli al dovere, tengono duro anche oltre il limite delle possibilità umane, infliggendo al nemico perdite tali da impressionarlo e, talvolta, respingerlo. Verosimilmente, in queste circostanze, Remigio matura il proposito di dedicarsi agli altri non appena conclusa la sua avventura di soldato e, nel lungo periodo di pace del dopoguerra, mette il proprio tempo a disposizione della sua comunità per concorrere alla costruzione di un mondo migliore, alieno dalle logiche dell’individualismo e dell’utilitarismo.

Abbiamo incontrato la curatrice del volume.

 Testimonianze - Dall'Alto Vicentino al Don (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)



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