NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Bilancio alle porte e il piatto piange

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Bilancio alle porte e il piatto piange

Il Comune di Vicenza ha presentato il regolamento di polizia municipale e subito la gente ha messo la tenda in piazza.

ALBERTO_TOLDO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ALBERTO TOLDO- Tutte le nostre funzioni sociali sono rette da una legge del 2000 che oggi è preistoria per le risorse locali, la legge dà ai Comuni un numero incredibile di competenze anche e soprattutto in materia di assistenza sociale; purtroppo ci sono pochissimi amministratori locali in parlamento e quando cerchiamo di far capire ai nostri cittadini che cosa succede ovviamente non abbiamo alle spalle nessuna copertura. La situazione difficile dentro cui emerge una domanda sociale di servizio a cosa attiene se non all'intervento del Comune? Solo che siamo ancora nell'equilibrio della finanza trasferita che però oggi non esiste più, ma le risorse dei Comuni sono pur sempre legate alla vita dei cittadini in maggiore condizione di debolezza come nel caso della disabilità. Conviviamo tutti con una serie di situazioni di diritto in cui molti diritti cedono bruscamente il passo dopo il fatto di far fluire almeno un minimo possibile rispetto a quanto serve ai nostri cittadini. Sulle stabilizzazioni finché non spieghiamo al paese qual è la sostenibilità che ci possiamo permettere succede che finirà con venir meno la stessa possibilità che noi stessi per legge abbiamo da onorare, senza poterlo fare: le conseguenze sarebbero devastanti.

Devastante anche per lo stesso ruolo del sindaco che ci mette la faccia e forma la sua squadra di governo, prendendosi dunque in carico la questione molto più di quanto possano fare ad esempio i suoi assessori.

MARCELLO VEZZARO- Difatti le responsabilità sono sempre più trasferite al sindaco. In protezione civile ad esempio dovrei subito dire che mi domando spesso chi me lo fa fare perché sarebbe meglio starsene a casa. Ci dobbiamo muovere con volontari che si debbono formare da soli e spesso la formazione non gliela danno, dopo di che non sono pagati e tuttavia questi sono i termini della questione. Pensiamo solo alla possibilità di turn over sopportati dalla legge cioè uno nuovo su ogni cinque dipendenti che se ne vanno in pensione o per qualsiasi altra ragione: impossibile fare un conto del genere già nel mio Comune è impossibile con una quarantina di dipendenti, ma pensate ad un piccolo comune come Grancona o come Valdastico e tanti altri: se se ne va anche un solo dipendente come lavorerà il Comune? Non lavorerà, molto semplice... Ecco perché la logica di queste regole ferree e cadute dall'alto è davvero una faccenda ingenerosa e che va assolutamente cambiata. Sarebbe utile avere a disposizione il lavoro socialmente utile anche se ovviamente verrebbe attinto come risultato di una situazione di difficoltà esterna ma comunque utile al Comune e alla comunità; per i costi standard: quando non vogliamo penalizzare qualcuno bisogna parlare chiaro, noi abbiamo 45 dipendenti in altri posti d'Italia hanno il triplo; bisogna rivedere senza mandare a casa nessuno ma trovando altre funzioni alla parte che è in più rispe4tto a chi dimostra che bastano meno persone o meno risorse o meno soldi. Siamo anche disponibili ad aiutare gli altri ma sia chiaro con gli obiettivi precisati altrimenti la palla che continuiamo a tenerci stretta perché obbligati, alla fine finisce che scoppia e non si salva più nessuno.

Chi ce la fa fare dicono i sindaci, ed in effetti come funzionano le cose lo capiamo anche da queste dichiarazioni: il fatto è che i politici nazionali non si curano affatto della gente e dei suoi veri problemi e sono occupati a pensare ad altre faccende che poi diventano dirompenti come la vicenda Berlusconi.

LUIGI DALLA VIA- Ho ormai una lunga esperienza anche come vicensindaco prima di questi ultimi dieci anni; gli ultimi cinque sono stati molto più difficili dei precedenti perché l'autonomia dei Comuni si è ridotta moltissimo a fronte di un continuo aumento degli impegni. Il sindaco è massimo responsabile per definizione, ma le sue possibilità di manovra sono state molto ridotte e questo i cittadini debbo saperlo. Ho partecipato alla riunione dell'Anci a Firenze, c'erano Confindustria e sindacati ad ascoltare, si discuteva di cose vere e importanti: il giorno dopo i giornali parlavano di tutt'altra cosa, magari principalmente proprio di Berlusconi, senza evidentemente sapersi concentrare su altro. Difficile ragionare in queste condizioni, le difficoltà richiedono invece a noi sindaci di concentrarci su tutto quel che serve effettivamente alle nostre comunità. Questa è la differenza della politica nazionale con il ruolo del sindaco perché il sindaco non può non concentrarsi sulla realtà effettiva in cui vive e in tutti gli oltre 8mila Comuni italiani questo discorso vale sempre, è regola. Non sto difendendo niente e nessuno, sia chiaro, dico che il Comune ha nonostante tutto un grado di efficienza grande tanto che la cosiddetta spending review la fa ogni giorno: ad esempio dal 2005 aggiungendo l'inflazione per il Comune di Schio dovrei avere un bilancio di 40 milioni invece ne ho cinque in meno e questo risultato è dovuto al fatto che abbiamo lavorato duramente; se questo lo avesse fatto anche lo Stato saremmo in un'altra situazione. Secondo me occorre che i Comuni abbiano finalmente le proprie entrate e che il cittadino si possa davvero confrontare col sindaco sulla base dei conti che si vedono in diretta, non per sentito dire.

ANTONIO_MONDARDO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)ANTONIO MONDARDO- È proprio così, a Grancona sono fortunato ad avere collaboratori che se c'è emergenza sono i primi a muoversi; nella condizione del sindaco in questi comuni è duro spiegare come si fa a non avere certe cose e certi risultati; tra l'altro i piccoli come Grancona non hanno filtri, entri e sei direttamente nell'ufficio del sindaco che viene a sapere di tutti di problemi di trasporto scolastico, del disabile, dell'anziano, dell'autosufficienza, magari con i problemi che rimbalzano sempre dalle zone collinari e le frazioni, ecc: se non conosci il problema e non puoi intervenire occorre davvero chiudere. Però ho la sensazione che a livello nazionale l’obiettivo sia proprio questo, si sta facendo in modo che i Comuni si ripieghino su se' stessi, si soffochino addirittura anche nella loro storia che invece è una grande storia nel bene e nel male. Io dico che i Comuni debbono sopravvivere perché le loro lotte il loro confrontarsi hanno aguzzato l'ingegno e fatto progredire tutto il paese. L'accorpamento di alcuni non può essere dunque la cancellazione del di un Comune e della sua storia...

ALBERTO TOLDO- Abbiamo una esperienza che considero ancora limitata e che comprende tre Comuni per dodici funzioni assimilate. Anche per me il Comune deve continuare a esistere, non parlo del mio che fu il risultato di un accorpamento di frazioni deciso durante il fascismo; ma parlo soprattutto per quelli che sono anche di esistenza ed esperienza millenarie; il fatto è che dobbiamo arrivare a capire che la storia non coincide con la macchina amministrativa. La macchina deve essere più grande e mettere in rapporto tutti anche se è difficile realizzare questa esperienza. Stiamo lavorando per arrivare a otto Comuni complessivamente con un unico ufficio lavori pubblici e mantenendo però tutte le identità di ciascun Comune. Quando scadiamo noi come sindaci che non sono più rieleggibili, mi preoccupa il fatto che saranno in provincia un'ottantina quelli che se ne vanno: sono tanti rispetti ai 120 Comuni in totale. Bisogna capire che se è buono il ricambio occorre che però che i nuovi facciano alla svelta ad ambientarsi perché altrimenti occorreranno altri anni che travolgeranno queste persone nuove e piene di buona volontà le quali però non sapranno come far fronte alle necessità per mancanza di esperienza: capiterà così che il loro piano di opere pubbliche andrà per la realizzazione ai loro successori mentre loro avranno solo il tempo di realizzare le cose che stiamo per consegnare loro nel giro di pochi mesi. Chiaro che con queste premesse ancora una volta dobbiamo dire che la capacità di giudizio dei cittadini è ovviamente compromessa perché non si può capire il limite di ciascun amministratore, dove ha fatto uno e fin dove arriverà l'altro.

MARCELLO VEZZARO- Condivido quel che dice Toldo, i Comuni debbo potersi accorpare senza annullarsi: a Caldogno gestiamo con altre due amministrazioni la polizia locale, sappiamo che un piccolo Comune non può avere tutti i servizi, impensabile. Va cambiata la logica complessiva, il sindaco va valorizzato dallo Stato e deve entrare a far parte di un meccanismo di programmazione che guardi avanti, molto avanti, magari vent'anni. Questo viene fatto regolarmente in Europa, noi invece inseguiamo l'emergenza, sempre o quasi sempre...

 

 

 nr. 38 anno XVIII del 2 novembre 2013

 

 

 

 

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