NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
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Illuminazione pubblica, è l'ora dei tagli

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Illuminazione pubblica, è l'ora dei tagli

Un "allarme" arriva da Aim Vicenza: «Negli ultimi 3-4 anni il costo dell'energia aumentato del 25%, forse servirà rivedere gli accordi»

Illuminazione pubblica, è l'ora dei tagli (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Il comune di Vicenza ha affidato, con la formula del “global service”, la gestione fino al 2019 dell’illuminazione pubblica ad Aim Vicenza Spa, con un canone che comprende la manutenzione, gli ammortamenti degli investimenti e i consumi. «La novità che dovrà per forza di cose essere valutata attentamente nei prossimi mesi, e che di fatto sta già condizionando alcuni comuni - spiegano i vertici di Aim Vicenza, rispondendo alle domande del portale www.ladomenicadivicenza.it - si è manifestata negli ultimi 3-4 anni e riguarda il costo dell’energia, aumentato di quasi il 25%. In questo senso, il canone fissato nel 2009 dal Comune per il servizio operato da Aim potrebbe necessitare una revisione, soprattutto se il costo della materia prima dovesse aumentare con l’attuale trend».

Dal quartier generale dell'azienda berica, che fornisce energia elettrica solo agli utenti residenti a Vicenza e pertanto non ha né contatti ne accordi economici con altre amministrazioni della provincia, non si nascondono le difficoltà attuali. «Aim è consapevole della situazione di difficoltà economica che sta attanagliando i comuni - spiegano gli stessi vertici - in particolare per l’impegno economico profuso dall’amministrazione comunale di Vicenza per il servizio di illuminazione pubblica. In questo senso stiamo mettendo in atto politiche industriali volte ad efficientare sia la manutenzione che i costi della materia prima, lavorando per eliminare eventuali sprechi o dispersioni con una continua ricerca di nuove tecnologie, attivando moderne metodologie illuminotecniche, anche motivate da esperienze viste all’estero, o già sperimentate e messe in opera da grandi aziende multinazionali del settore».

Allo studio ci sono anche proposte e offerte per far risparmiare i comuni. «È stato redatto un progetto – spiega Aim Vicenza - che prevede investimenti significativi volti a risparmiare energia attraverso l’utilizzo di lampade a led, tecnologia però ancora molto giovane e per il momento costosa. L’amministrazione sta valutando quali investimenti attuare e quali scelte strategiche operare a livello di arredo urbano e di investimenti per la sicurezza. Tuttavia, già da anni, nella rete che alimenta l’illuminazione pubblica, sono stati inseriti sensori crepuscolari che impediscono le accensioni occasionali. Un software sofisticato infatti, è in grado di sapere se l’abbassamento della luce, in base alla stagione, è dovuto all’orario o piuttosto a fenomeni meteo. In altre parole, l’attivazione dei lampioni si basa su precisi dati storici che fissano la luminosità stagionale in relazione all’ora dell’alba e del tramonto, con precise curve di illuminazione. In questa maniera si sono realizzati risparmi significativi. Per quanto riguarda l'idea di chiudere alternativamente le luci, molti studi sono concordi sul fatto che spegnere una lampada sì e una no sia veramente pericoloso, in quanto si perde la percezione del pericolo che si potrebbe celare nella zona d’ombra. Piuttosto, si potrebbe prendere in considerazione lo spegnimento completo, ad una certa ora, di strade o di aree periferiche, come piste ciclabili e zone industriali, anche senza compromettere il livello di sicurezza».

 

Chiara Crestani, comandante del Consorzio Polizia dei Castelli: «L'illuminazione pubblica è un problema sentito dalla cittadinanza»

Chiara_Crestani. (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«Il problema dell'illuminazione pubblica è indubbiamente un problema sentito dalla cittadinanza, che quasi sempre è convinta che il buio possa incentivare episodi di microcriminalità. E per questo tenderebbe a chiedere maggiori o più potenti punti luci davanti alla propria casa o proprietà privata». È quanto dice Chiara Crestani, comandante del Consorzio Polizia dei Castelli, che ha il controllo di un comune importante come Montecchio Maggiore - che comprende due realtà come Montecchio e Alte Ceccato (capoluogo e frazione distano tra loro circa 5 chilometri, ndr.) ed è interessata da ben quattro statali e un flusso di veicoli ingente a tutte le ore del giorno - ma che comprende anche Brendola. Due comuni nei quali, almeno per il momento, non sono previsti "tagli" a lampioni e a luci pubbliche per far fronte al rispetto dei cosiddetti patti di stabilità.

«In effetti per quanto ci riguarda non abbiamo avuto nessuna segnalazione del genere - conferma la dottoressa Crestani - da parte delle nostre amministrazioni, quindi i cittadini non devono temere, almeno per il momento, questa possibilità. In linea generale posso immaginare che un'eventuale riduzione dell'illuminazione pubblica possa preoccupare o comunque non rendere indifferenti. In realtà gli episodi di microcriminalità non sono collegabili solamente alla presenza di più o meno luci, ma è indiscutibile che il buio può diventare un alleato per chi compie determinati reati, ma questo succede in qualsiasi città o latitudine del mondo. Egoisticamente a tutti piacerebbe avere il proprio ingresso di casa molto illuminato, ma è chiaro che questo non è sempre possibile soprattutto in un momento in cui comuni ed enti locali si trovano con scarse disponibilità economiche».

Meno problematiche, secondo il comandante del Consorzio Polizia dei Castelli, riguarderebbe invece un'eventuale riduzione dell'illuminazione nelle arterie stradali. «Il codice della strada - conclude Chiara Crestani - prevede in quelle arterie che non illuminate, o lo sono in maniera ridotta, la necessità di ridurre la velocità e quindi in tal senso l'automobilista deve regolare la propria marcia. In parte lo stesso discorso vale anche per l'utilizzo dei fari anche di giorno, che alla fine diventano di aiuto non solo per illuminare ma anche per segnalare la presenza del mezzo che in quel momento stai guidando».



nr. 40 anno XVIII del 16 novembre 2013

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