A chi si rivolge questa guida e perché l'avete realizzata?
"La guida si rivolge a tutti gli appassionati di montagna che, oltre al piacere di camminare, vogliono guardarsi intorno e capire la natura e le emergenze antropiche. Gli itinerari proposti hanno dislivelli e tempi di percorrenza contenuti, inoltre non richiedono particolare allenamento o preparazione fisica, insomma sono adatti a tutti, anche ai più piccoli e ai non più giovani. Rispetto alle guide già in commercio, la nostra vuole accompagnare l’escursionista in luoghi particolari dell’Altopiano, legati alla storia, alla natura, alle tradizioni locali, al lavoro dell’uomo, percorrendo antiche strade e sentieri quasi dimenticati, oppure percorsi tematici, come il sentiero della memoria a Campomuletto".
Nella prima pagina del libro, lo scrittore e viaggiatore Paolo Rumiz definisce l'Altopiano come la Svizzera del Veneto... è d'accordo?
"Si, il territorio dell’Altopiano è simile a quello Svizzero, ma non ci sono ghiacciai e alte vette, piuttosto colpiscono i verdi pascoli e i boschi altrettanto belli. Anzi, sotto alcuni aspetti paesaggistici, l’Altopiano è addirittura meglio della Svizzera. Ad esempio la Piana di Marcesina rappresenta un caso quasi unico nel suo genere: una grande piana prativa circondata da boschi ad una quota di oltre 1400 da cui si vedono le dolomiti e la catena dei Lagorai".
L'Altopiano non è solo un luogo di montagna, ma anche un territorio ricco di usanze e leggende antiche: cosa rimane oggi di quella tradizione?
"Direi molto. Ancora oggi sono vivi nella popolazione locale gli usi e i costumi antichi. Gli altopianesi sono ancora molto legati alle tradizioni, basti pensare alla grande Rogazione che vede ogni anno, con qualunque tempo, migliaia di partecipanti di ogni età. Anche l’antica lingua cimbra sta vivendo una riscoperta grazie all’Istituto di lingua di Roana e alle varie pubblicazioni edite dallo stesso Istituto. Addirittura quest’anno il CAI di Bassano del Grappa organizza un corso di lingua cimbra con un esperto".
Lei è un conoscitore della montagna, essendo anche socio del Cai. Ha già scritto diversi libri sul tema: come vede oggi la montagna vicentina? Quali problemi ci sono e cosa possono fare gli enti preposti per favorirne lo sviluppo?
"La sezione del Cai di Asiago – Sette Comuni, della quale faccio parte, ha fatto e sta facendo molto per lo sviluppo dell’escursionismo, promuovendo attività sul territorio e curando la manutenzione, con lavoro di volontariato, dei molti sentieri che percorrono l’Altopiano. La montagna vicentina è in difficoltà, come tutta la montagna veneta, i fondi assegnati ai comuni veneti di montagna sono sempre meno, le Comunità montane hanno gli organici ridotti al minimo, il Corpo Forestale dello Stato, che fino a qualche anno fa aveva una stazione in ogni comune, è stato ridimensionato drasticamente e non riesce più a controllare in modo adeguato il territorio boschivo, il turismo è in affanno ed è pesantemente condizionato dalle condizioni atmosferiche. Una via d’uscita alla crisi è la proposta di un turismo sostenibile e il territorio dell’Altopiano ben si presta a questo tipo di approccio, quindi vanno potenziate le visite guidate ai campi di battaglia, i percorsi in mountain bike e a cavallo, le escursioni naturalistiche, le visite alle malghe, le ciaspe d’inverno Da questo punto di vista potrebbero nascere anche interessanti start up su iniziativa dei giovani altopianesi, spesso costretti a lavorare fuori dai loro paesi".
Cosa significa per lei amare la montagna, rispettare l'ambiente, preservare la bellezza del nostro territorio?
"Come detto sopra, la montagna deve fare una proposta di turismo sostenibile nel rispetto della natura e questo comporta, per esempio, la chiusura al traffico veicolare delle strade in quota, affidando il trasporto dei turisti ai bus navetta. Si dovrà intervenire anche sul potenziamento della sentieristica e dei tracciati per mountain bike e cavalli, in modo tale che la gente non vada nei prati e nei pascoli, ma sia invitata a seguire gli itinerari segnati. Sarebbe importante attirare anche un turismo giovanile, anche straniero, potenziando Bed & Breakfast e strutture ricettive competitive nei prezzi, facilmente contattabili via internet e con pacchetti soggiorno comprensivi di servizi. È uno sforzo notevole quello che si chiede alla montagna e spesso è vero che i privati da soli non possono sostenere costi e rischi oltre un certo limite".
Mario Busana è nato a Bassano del Grappa, laureato in Scienze forestali, docente di scienze naturali al liceo Brocchi di Bassano e libero professionista nel settore dell’assestamento forestale e della pianificazione ambientale. Dal 2010 fa parte della commissione centrale delle pubblicazioni del CAI. Dal 2011 è socio accademico del Gruppo italiano Scrittori di Montagna. Fa parte del consiglio Direttivo del CAI di Asiago - Sette comuni e della Segreteria delle Sezioni Vicentine del CAI. Dal 2005 ad oggi ha pubblicato una dozzina di libri in collaborazione con altri autori locali.
Alberto Manzan, nato a Santo Stino di Livenza (Ve) nel 1953, è diventato un frequentatore assiduo e appassionato della montagna in ogni stagione. affascinato non solo dalle vette ma anche dalla cultura della montagna: vita, saggezza, semplicità, silenzi, si adopera per far conoscere e rispettare questo affascinante ambiente. Attualmente socio della Sezione CAI di Asiago-Sette Comuni, ha frequentato i corsi di alpinismo, roccia e ghiaccio della Scuola nazionale di alpinismo F. Piovan - Sezione CAI, Padova. Dal 2005 ha pubblicato sette libri in collaborazione con Busana ed altri autori.
nr. 39 anno XVIII del 9 novembre 2013