NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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A caccia di risorse energetiche: biomasse?

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A caccia di risorse energetiche: biomasse?

Perché si dice no a tutto?

PIETRO FURLAN- Il vezzo del cancello o del giardino vicino per fare qualsiasi cosa è mondiale non solo italiano, comunque è vero, c'è...

WALTER FORMENTON- La mia idea è che manchino i necessari e giusti incentivi per convincere la gente. Se fai 8000 impianti di biogas come avviene in Germania dai lavoro a una marea di gente e per quanto riguarda le case vicine agli impianti se soffrono impatti negativi occorre intervenire e riconoscere il disagio. I comitati sono così forti perché strumentalizzano la gente magari il più delle volte su temi fondati ma in forme esageratamente rivolte a ottenere poi voti, cioè si fa demagogia. Bisogna invece spiegare e riconoscere, proprio come è stato fatto ad Asiago. E poi bisogna far conoscere bene il tema anche dal punto di vista scientifico perché manca sempre il condimento indispensabile della informazione vera e onesta su tutto questo tema. Non è per niente isolato, anzi: rappresenta la normalità, il caso di impianti progettati e razionali in cui dopo una premessa del tutto ragionevole si arriva al no pregiudiziale e quindi al blocco di tutto. Le amministrazioni di fronte a queste prese di posizione in genere si spaventano, fanno il conto del costo/beneficio e decidono che non conviene anche in senso di consensi che si rischia di perdere...

VANESSA GALLO- È vero, c'è il problema dell'informazione e del fare cultura; alle assemblee sui progetti di teleriscaldamento diciamo sempre cose molto chiare perché è vero che si mette sottosopra un paese ma il risultato finale è altamente significativo. La funzione dell'informazione è proprio questa perché non si può affidare il dialogo alla non conoscenza del tema. Sul coinvolgimento della gente in Italia attualmente ci sono varie esperienze in atto che nascono dalla volontà di gruppi di cittadini che prendono l'iniziativa e alla fine influiscono beneficamente anche sul consenso nel territorio. Si tratta di iniziative private, come in Valtellina con il Consorzio forestale Alta Valtellina, che ha preso l'iniziativa e poi è stato seguito dal consenso della gente. Resta il problema delle leggi che rimangono non adeguate. Infine esiste anche la discrezionalità di interpretazione dei vari Comuni ed anche questo condiziona il consenso o la partecipazione attiva del territorio.

I progetti sono visibili e interpretabili...

pietro_furlan (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)PIETRO FURLAN- L'esperienza in Sardegna è paradigmatica: 300 aziende di allevamento dentro un territorio limitato con monocultura del latte e una notevole produzione di deiezioni animali e la possibilità di ricavarne metano; dopo un primo impianto da un megawatt che già funziona, ne arriveranno altri sei, un lavoro anche esteticamente pregevole che produce una cosa nobile come il metano da una materia vile come la... cacca e può dare con i batteri la produzione di metano che sappiamo maneggiare. Da qui arriva la potenza elettrica o la risorsa per il teleriscaldamento. Le vere difficoltà stanno nella burocrazia: un nostro collega tedesco ottiene in 60 giorni quel che serve per aprire il cantiere di lavoro mentre noi ci mettiamo 18 mesi e non si può andare avanti così, è un tutto un modo di procedere che deve essere rivisitato, non modificato, deve essere radicalmente cambiato a partire dalla sua stessa mentalità. I comitati non sempre sono uguali, ma a prescindere da questo penso che cominciamo a capire tutti che forse il più grave problema ambientale che abbiamo davanti è l'inquinamento della parola, pensieri inquinati, relazioni inquinate. Non ideologie ma constatazioni in solido ad esempio su come usare legna e non metano per riscaldare. Così si entrerebbe nello specifico dell'argomento e constateremmo anche le improprietà generate nel tempo perfino nelle le parole che non hanno più alcun senso, come quel concetto astratto del riciclare che davvero non ha significato, non vuol dire niente.

Ma la gente non si fida...

PIETRO FURLAN- Da piccoli la mamma ci faceva togliere la polvere dai mobili, era il nostro modo di collaborare alla vita della casa: ogni tanto però dovevo sbattere lo straccio fuori dalla finestra. Intendo dire che nel momento in cui si decide di fare pulito qui, si deve prima stabilire dove faremo lo sporco. La macchina a emissioni zero non esiste, secondo il principio numero 2 della termodinamica. Evitiamo di dire sciocchezze e subito le possibilità di capirci aumentano. Non proporrei un impianto in piazza dei Signori, ma il Gennargentu che è totalmente vuoto offre la possibilità di almeno una decina di siti per piazzarci un sistema di pale a vento. Se però si dice di no a questa soluzione bisogna essere intellettualmente leali e dire di sì all'utilizzo del petrolio per fare la corrente elettrica equivalente necessaria. Pensare diversamente è sognare... Dobbiamo avere l'accortezza di fare quel che si può e farlo bene. AIM ha a disposizione un buco di oltre 2000 metri di profondità che però ora è del tutto fermo mentre è costato dei bei soldini a suo tempo; diciamo che forse si potrebbe ritirare fuori un po' di prodotto geotermico che serve al teleriscaldamento. Perché non lo si fa?

 

 nr. 41 anno XVIII del 23 novembre 2013

 A caccia di risorse energetiche: biomasse? (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

 

 

 

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