Luigi Schiavo, presidente Ance Veneto: «Per il bacino di Caldogno basteranno due anni, a pieno regime ci saranno 300 persone al lavoro»
In campo per il bacino di Caldogno anche un altro imprenditore vicentino, Luigi Schiavo, presidente dell'Ance Veneto, l'organismo che riunisce i costruttori industriali, che condivide la tesi di Marangoni sui tempi da rispettare. «Sono stati costituiti tre consorzi, che a loro volta comprendono diverse imprese - precisa Schiavo - proprio per il fatto che lavorano in ambiti diversi, tra cui il settore dell'idraulica e della difesa del suolo. Due anni dall'inizio dei lavori possono rappresentare un tempo giusto, considerando che non sono necessarie opere di ingegneria e quindi non dovrebbero esserci problemi particolari. Si tratta complessivamente di poco meno di quindici aziende, tutte ben strutturate, per la quasi totalità della nostra regione, già abituate a realizzare grandi opere pubbliche. Problemi di altra natura che non riguardano direttamente le aziende? Potrebbero esserci dei ricorsi o sorprese di natura geologica, anche se quest'ultima mi pare difficile. C'è poi un'incognita legata alle condizioni meteorologiche che ad esempio, nel periodo autunnale o invernale, potrebbero bloccare i lavori a causa di lunghi periodi di maltempo, ma qui eventualmente c'è la possibilità di recuperare più avanti, allestendo doppi o addirittura tripli turni durante la bella stagione».
Lo stesso presidente dell'Ance Veneto, a sua volta intervenuto alla cerimonia del 23 novembre, indica numeri importanti e poi fa poi una disamina tranquillizzante anche sotto il profilo della viabilità in zona. «A pieno regime - precisa Schiavo - lavoreranno nell'area complessiva un contingente complessivo compreso tra le 250 e le 300 unità, comprensivo tuttavia anche di ingegneri e geologi. Come dicevo non esistono grosse difficoltà dal punto di vista progettuale: per il nuovo bacino di Caldogno si tratterà di scavare per una profondità di circa tre metri rispetto al livello della campagna e il vantaggio sarà rappresentato dal fatto che quasi tutto il materiale scavato verrà riutilizzato per l'innalzamento degli argini. In entrata ci saranno invece i camion con il calcestruzzo, con l'ingresso previsto all'altezza dell'incrocio tra la provinciale "349" e la strada che porta a Novoledo. Nella zona in cui è stata fatta l'inaugurazione sarà allestito il campo base, che di fatto esiste già, una larga spianata che ospiterà il quartier generale, gli uffici, le mense e la pesa. E da dove partiranno anche le stradine che collegheranno tra loro l'interno cantiere».
Anche a Schiavo, quale presidente regionale dei costruttori industriali, doverosa una domanda sull'ormai imminente Piano-casa regionale. «Ci auguriamo che il testo del Piano-casa ter, che approda in Consiglio regionale nei prossimi giorni, non rimanga invischiato in pretestuose polemiche di natura politica. Il testo completo è il frutto di un lungo percorso di condivisione con categorie economiche, enti locali e operatori professionali ed è noto fin dallo scorso mese di maggio. Fermo restando il pieno rispetto delle prerogative del consiglio di emendarlo e integrarlo, sarebbe stucchevole assistere invece a un gioco di ostruzionismi alimentato da logiche partitiche e propagandistiche, che ad ogni modo sarebbero potute emergere in questi mesi di gestazione. Per Ance Veneto, il Piano casa rientra in una nuova vision sul governo del territorio regionale e costituisce un passaggio propedeutico a un'altra legge, quella sul contenimento del consumo del suolo, fortemente sponsorizzata dal governatore Luca Zaia e alla cui elaborazione ha contribuito anche l'Ance insieme ai tecnici e alle categorie che hanno costituito il tavolo di lavoro. Le due norme vanno di pari passo: se è necessario da un lato limitare il consumo di nuovo territorio, dall'altro occorre intervenire sul patrimonio esistente con misure legislative più adeguate. Il Piano casa dà ai cittadini e agli operatori economici nuovi strumenti rivolti alla riqualificazione e al risparmio energetico del patrimonio più vecchio».
Ai blocchi di partenza anche la cassa di espansione dell'Agno-Guà. Claudio Rancan, sindaco di Trissino: «Speriamo di partire ad inizio primavera»
In contemporanea ai lavori sul bacino di Caldogno, potrebbero partire anche quelli della cassa di espansione dell'Agno-Guà, nell'area ovest della provincia di Vicenza, che vede coinvolti due comuni: il 60% della superficie complessiva si trova infatti nel comune di Trissino, mentre il rimanente 40% riguarda il comune di Arzignano, dove si trova anche l'accesso del cantiere, precisamente nella frazione di Tezze. «Noi ci auguriamo che i tempi siano proprio questi e che l'iter già avviato possa procedere senza intoppi e che ad inizio primavera entrino in azione le ruspe», le parole di speranza di Claudio Rancan, sindaco di Trissino.
Di più il cittadino trissinese non vuole dire. O meglio, preferisce non sbilanciarsi sui tempi. Il bando d'asta è stato vinto un pool di aziende del Veneto e del Nord-Est (un po' quello avvenuto a Caldogno), anche se in questo caso le verifiche sull'offerta spettano ad Alta Pianura Veneta. «Noi ci auguriamo - spiega Rancan - che questi controlli siano positivi e che quindi l'iter prosegua nei tempi giusti e soprattutto garantendo le garanzie che sono state richieste anche dai amministratori. Un ricorso della seconda classificata nel bando d'asta? Non c'è nessuna ufficialità a proposito, per il momento a noi non risulta. Ci auguriamo davvero di poter partire nei prossimi mesi».
Se i due grandi bacini di espansione del Vicentino potrebbero dunque iniziare quasi in contemporanea, non sarà così per i tempi di esecuzione e quindi per la conclusione dell'opera. Il bacino dell'Agno-Guà, almeno così era stato detto nei mesi scorsi, potrebbe durare tra i quattro e i cinque anni. «Si tratta indubbiamente di un'opera ingente - riprende il sindaco di Trissino - ma le aziende vincitrici del bando, che costituiscono il pool, si sono sbilanciate nel dire che grazie ad una serie di attrezzature moderne, soprattutto per le operazioni di scavo e a un organico maggiore in fatto di lavoratori, i tempi potrebbero essere ridotti e questa sarebbe un lieta sorpresa. Noi ci auguriamo che davvero questo succeda perché è chiaro che per l'intera del cantiere avremo tutti gli svantaggi derivati dal caos provocato dagli interventi stessi e dal traffico derivato dai mezzi pesanti. In tal senso sono già in pieno svolgimento i lavori e le opere destinate a mitigare questi disagi: mi riferisco ai lavori in via Pranovi, tra Tezze e Trissino, ma soprattutto le due rotatorie previste nel comune di Arzignano che sicuramente snelliranno il traffico. Come amministratori terremo informati i nostri cittadini sui vari passaggi e fin d'ora posso anticipare che una volta che l'iter sarà definito nei dettagli convocherò un'altra assemblea pubblica per fornire tutte le indicazioni».
«I disagi ci saranno - aggiunge Rancan - inutile nasconderci la cosa. Tuttavia da parte nostra c'è sempre stato un senso di responsabilità e riteniamo che si tratti di un'opera indispensabile per mettere in sicurezza l'area dell'ovest vicentino, che è densamente abitato e altrettanto industrializzato, ma anche buona parte delle province di Verona e Padova, nei versanti sud. Si tratta di un grande impegno per un bene comune, visto che ogni volta che piove i comuni a sud del nostro comune tremano di paura».
In vista della realizzazione dell'opera l'amministrazione trissinese ha fatto una richiesta specifica. E in tal senso il sindaco Rancan si dice fiducioso. «Pretendiamo che si facciano tutti gli sforzi possibili per non interrompere la pista ciclabile dell'Agno, quella che collega Valdagno con Montebello. Pur con qualche difficoltà esistono le soluzione tecniche per far convivere il cantiere. Noi ci contiamo perché bloccare la pista ciclabile anche di pochi chilometri significherebbe costringere a chi va in bicicletta di percorrere strade alternative che ora sono diventate molto pericolose».
nr. 42 anno XVIII del 30 novembre 2013