NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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L'Area Berica sta studiando il suo futuro

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L'Area Berica sta studiando il suo futuro

Le amministrazioni dell'area in che condizioni sono e come si pongono per tempi e competenze nei confronti del mondo imprenditoriale?

MARCO ZECCHINATO- Le esigenze nuove impongono dal 2004 una dotazione nuova di strumenti urbanistici, tanto per cominciare; è rivisto il sistema di pianificazione, nazionale e regionale, cercando lo sportello unico delle attività produttive che sarebbe già un modo per velocizzare e incentivare. C'è una serie di caratteristiche che ogni comune sta gestendo anche in modo più veloce, ma come amministrazioni ci troviamo spesso di fronte a lentezze determinate da lacciuoli normativi che ci mettono in difficoltà. C'è anche il caso di perdite di tempo determinate magari da faccendieri che non conoscono le normative e fanno danni anche a noi. Va detto che abbiamo bisogno di rigenerazione urbana, di agire velocemente sui fabbricati esistenti con la possibilità di vedere più avanti perché tanti volumi inutilizzati oggi possono esserlo anche molto presto con finalità ad esempio per l'agroalimentare. La normativa è tuttavia sempre molto difficile, è un ostacolo anche quando c'è gente che dopo la chiusura di un'azienda cerca di riaprirla e potrebbe riuscirci, ma non c'è verso perché il fallimento non si può toccare, si va ai concordati, si va alle aste e alla fine ci si perde tutti.

Torniamo ai tre cerchi: che ruolo ha la Regione nella pianificazione urbanistica di cui ci sta parlando Zecchinato?

LUCA_ROMANO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)LUCA ROMANO- Quella impostazione dei tre cerchi era anche il frutto di una profonda riflessione; il problema fondamentale per arrivarci è che i diritti acquisiti dell'esistente sono nella nostra normativa così forti che trasformare il territorio è sempre più difficile anche se quel che va fatto va fatto proprio in quella direzione. Poi c'è anche il rischio delle paure infondate e che debbono essere lasciate da parte. I Colli possono essere un grande punto di attrazione turistica, ma hanno un sesto di presenze rispetto agli Euganei. Le attività economiche partono anche con il turismo e si rischia di non fare nessuna delle due scelte. Ci sono in ristorazione presenze interessanti ma non in strumenti di ricettività. Secondo me serve una agenzia per lo sviluppo turistico a capitale misto privato/pubblico per avviare attività che abbiano attrattività nel settore turistico: non esistono molte autostrade che attraversano aree di questa bellezza con colli sui due lati, ville palladiane, prodotti tipici: perché non trasformare Valdastico sud in autostrada delle ville venete? È un brand con forza di seduzione fortissima e il nuovo nome servirebbe anche a dare una dimensione più seducente di quella di oggi, una immagine potente. La teoria dei tre cerchi va seguita, le fasi sono magari lente, ma se non si fa il primo passo non si va da nessuna parte.

Non è che la Regione abbia fatto un granché dopo lo spettacolo del giro d'Italia sui Colli, unì'immagine vincente: non s'è mossa foglia. Il sospetto è che a Venezia si siano dimenticati che hanno ancora un ruolo...

GIANFRANCO REFOSCO- Le Regioni hanno quarant'anni, sono in discussione quasi come le Provincie anche se non si sa dove andremo a finire con i ragionamenti. Prima poi però occorrerà finalmente arrivare a distinguere tra le funzioni di programmazione e di amministrazione: la Regione programma, il territorio amministra, così dovrebbe essere. Questo territorio con 25 Comuni ha per ciascuna località tremila abitanti in media, cioè troppo limitato: il ragionamento deve essere di un progressivo percorso che unisca vari Comuni, esca dai campanili, senza caduta di caratteristiche proprie ma anche senza esitazioni. Anche per me la teoria dei tre cerchi è importante, valorizza le tre caratteristiche principali della zona, dal turismo all'agroalimentare al produttivo e ai servizi di terziario. L'area berica dovrebbe essere inserita nei tre percorsi di programmazione e la Regione non può permettersi di perdere il treno della programmazione europea dal 2016 fino al 2020, investimenti compresi. Occorre quindi un peso politico che possa far gestire bene i fondi che saranno assegnati appunto alla Regione Veneto. Le potenzialità da parte del nostro territorio ci sono e ci vuole quindi una forte alleanza territoriale che induca, perfino costringa la politica a fare il suo mestiere.

La rappresentanza politica non è più quella di quando i politici vicentini erano importanti, non come quelli di oggi che pure esistono, ma quasi non si vedono...

LEONARDO_MARTINI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)LEONARDO MARTINI- L'esempio emblematico è che la Valdastico sud c'è perché i sindaci hanno fatto squadra, sono stati loro a pesare tutti assieme. Così bisogna lavorare, concludendo patti che coinvolgano tutti perché il singolo Comune da solo non può fare niente e non conta niente. Se si decide prima che cosa si vuole fare e come lo si vuol fare diventa tutto più facile, spezza anche le pastoie della burocrazia e le scelte diventano immediatamente più comprensibili per tutti, si riesce a lavorare.

MARIANO_MIOLA (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)MARIANO MIOLA- Sapete com'è, l'area berica fu un bel bacino di voti con gli agricoltori che venivano contattati porta a porta. Il problema delle amministrazioni è che i loro tempi sono assurdi, lo sportello unico che era stato aperto a Noventa è stato chiuso anche se sarebbe servito, sono sempre i campanili a prevalere ed è questo il vero passaggio da fare e l'ostacolo autentico da superare interrompendo la tendenza a fare da soli di troppa gente. Le aree connesse per vicinanza all'autostrada, intendo il territorio e tutte le bellezze di cui dispone, ci dicono che per farle conoscere bisogna parlarne: c'è davvero di tutto nell'area berica, ma bisogna parlarne e darne la vera immagine: teniamo presente che se non c'è industria non c'è nemmeno artigianato a parte quello di servizio e di piccola entità. Bisogna così tornare al patto comune che venne stretto nel 2000 e che aveva come obiettivo il fronte unico, la non prevalenza dei campanilismi ed infine la precisa volontà di fare squadra tutti assieme e arrivare alla fine all'affermazione che questo territorio ha una sua posizione ed una sua identità: l'autostrada che ne è soltanto per quanto importante elemento è arrivata alla fine proprio per questa determinazione manifestata da parti sociali e amministrazioni senza esitazioni e anche senza riserve. Occorre riprendere e continuare su questa linea.

 

nr. 43 anno XVIII del 7 dicembre 2013 

 

L'Area Berica sta studiando il suo futuro (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

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