NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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L'Area Berica sta studiando il suo futuro

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L'Area Berica sta studiando il suo futuro

La proposta della CISL ai partner sociali ed economici trova reale interesse: ricominciamo da qui aggiungendoci i dati di progetto elaborati da LAN e gli effetti sul territorio.

GIANFRANCO_REFOSCO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)GIANFRANCO REFOSCO- Partiamo dalla pesantezza della crisi e dalla perdita dei posti di lavoro il che come sindacato ci riguarda direttamente perché senza sviluppo economico non si tutela il lavoro. Abbiamo prima rilanciato il tema territoriale e poi a Lonigo siamo andati a riparlare dell'area berica a torto considerata più arretrata e che ha molte potenzialità. Vogliamo proporre a tutti l'idea di sviluppo che parla dalle potenzialità effettive esistenti. La CISL ha commissionato a LAN uno studio approfondito che poi ci ha permesso di andare a proporre il percorso di condivisione del progetto stesso. Bisogna ricordare che negli anni sessanta l'economia vicentina ha avuto sviluppi forti ma anche disordinati mentre ora ha bisogno di un progetto che sia condiviso da tutti i soggetti che abitano il territorio; logicamente ci sono anche connessioni con il quadro nazionale ma noi partiamo da qui facendo quel che è nelle nostre possibilità. L'istanza forte deve dunque prendere il via da qui, sarò più facile poi farsi ascoltare ad altri livelli.

In che termini l'autostrada si inserisce in questo quadro generale e come lo può realmente influenzare?

LUCA ROMANO- Il mio studio rileva l'aspetto dell'identità del territorio e gli indicatori economici e sociali che individuano tre sotto-ambiti come la pianura a sud dei Berici, il monte ed infine la Riviera che presenta Comuni con diverse velocità ed efficienze oltre che di caratteristica; però nonostante le differenze tutti si sentono egualmente area berica che vuol dire alimentare un senso compatto di autoidentificazione. L'autostrada arriva tardi, fa parte di una pianificazione anche storicamente superata, però la si sta costruendo e completando con criteri validissimi per l'impatto ambientale e può in effetti recuperare la sua funzione in quanto i tempi di collegamento diventano davvero ridottissimi, il che vale anche per la quotidianità; il casello di Longare ha subito spiegato e dimostrato a chi abita a sud del Comune che poteva collegarsi subito e meglio con Vicenza; l'uso residenziale del territorio ne viene quindi influenzato per cui tutte le categorie sociali senza distinzioni possono aspirare a vivere in un posto e lavorare senza grossi problemi ad esempio anche nel bacino urbano. Il grande pericolo è che accanto ai caselli si proceda ad urbanizzazioni non adeguate. Bisogna assolutamente pensare invece alla creazione di aree industriali di grande mitigazione visiva, bioedilizia, legno, come dimostra la Carinzia, tutte cose fondamentali per evitare che l'autostrada diventi un elemento di devastazione del paesaggio.

MARCO_ZECCHINATO (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)MARCO ZECCHINATO- Con l'autostrada sicuramente tutti i tempi di percorrenza sono rivoluzionasti e questo deve far pensare a come affrontare adeguatamente il futuro; c'è il made in Italy da difendere e l'area berica al di là della sua vocazione agricola ha anche realtà artigianali di piccola e media industria che necessitano di collegamenti fondamentali. Come territorio secondo noi andrebbe già posta la questione dello scenario futuro, pensando al casello di Montebello e poi alla viabilità della San Feliciano con una razionalizzazione fatta di piccoli interventi, ma essenziali. Le amministrazioni già ci hanno provato a mettersi assieme e a lavorare per il futuro, ora però è il momento di associare varie funzioni fondamentali, snellire i lavori di amministrazione, lavorare anche contro le difficoltà che ci vengono dalla normativa nazionale. Vediamo se ad esempio l'autostrada proseguirà anche verso Trento, ma noi ora dobbiamo ragionare su quel che c'è e cher abbiamo occupandoci delle imprese, dei partner che si troveranno, della viabilità sì, ma anche della comunicazione di altro genere tipo quella telematica cioè della banda larga che ancora parecchi Comuni non hanno.

Artigiani e industriali come si pongono di fronte a tutto questo?

LEONARDO MARTINI- Vorrei precisare che gli industriali di area berica si sono fatti promotori di una iniziativa che voleva raggruppare amministrazioni e categorie economiche pensando nel 2003 alla futura autostrada, al cosiddetto "altro vicentino", per non commettere gli errori dell'alto vicentino dove lo sviluppo è stato a pioggia e spesso disordinato. Volevamo dire in quel 2003: governiamo questo sviluppo, l'area tra l'altro si è conservata è intatta, vediamo di capire che cosa si può fare: così nacque il progetto dei tre cerchi, il verde dei colli, edificare ai piedi dei colli e infine nella parte più distante un incremento del terziario e produttivo. In qualche maniera la Provincia ci ha copiato incitando i Comuni a un progetto unitario: letteralmente impossibile per 25 comuni. Così abbiamo chiesto di raggrupparne una parte superando i campanili. Ora però le esigenze hanno bisogno di altra risposta, adatta ai tempi e che dia la possibilità di collegarsi con tutti. Prima soltanto spostarsi da Campedello a Longare era un investimento rovinoso, ora tutto è cambiato e chiaramente il merito è dell'autostrada. Però occorrono normative moderne e anche occorre una risposta regionale a questo punto. Un collega mi dice che da Londra i suoi sono tornati con un 14% di aumento di contratti firmati, di avere creato una rete telematica e organizzativa tale che all'interno della sua azienda ora si parla in inglese, però è chiaramente una eccezione e non possiamo starcene qui ad aspettare i tempi dell'attuale normativa; bisogna sviluppare le imprese che sono fiore all'occhiello dell'area, riqualificarne le condizioni, non costringerle ad andare altrove per trovare quel che cercano. A Noventa ad esempio attualmente si sta portando avanti un importante progetto sulle materie plastiche che abbiamo finanziato con corsi nelle scuole: questi ragazzi si stanno specializzando sul posto, a casa loro, non in giro per il mondo e sarà qui che potranno continuare a lavorare con i migliori mezzi a disposizione.

MARIANO MIOLA- C'era un progetto intercomunale per il terzo millennio, un bello studio che però ora non è più adatto visto il tempo passato. Continuiamo a fare ricerca per capire il futuro ma dobbiamo pensare avanti, da qui a dieci anni, ai passaggi generazionali, alle attività possibili, alle aree produttive, agli abitanti da Almisano a Campiglia, alle specializzazioni, a chi ha intenzione di investire, ai capannoni che già hanno fatto scempio del territorio così che stiamo in guardia di fronte a quei 750mila metri di terreno che sono ancora lì e che non bisogna affatto sprecare andandoci a realizzare altri capannoni che nessuno occuperà. Ci chiediamo tutto questo per dire che dobbiamo guardare non solo a quel che è successo ma a cosa succederà domani. Stiamo vivendo il dramma sociale di una perdita di 5000 posti di lavoro: li recupereremo? e con gli investimenti di quali aziende? Non è facile sostituire quelle anche grandi e molto importanti che hanno chiuso. Per questo si chiedono investimenti.

L'Area Berica sta studiando il suo futuro (Art. corrente, Pag. 3, Foto generica)

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