NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Riconoscere la solidarietà come diritto umano

Si inasprisce il rapporto già molto complesso tra famiglie dei disabili, ULSS di riferimento e Regione Veneto - Mentre si compie il cinquantenario dalla nascita della prima ANFFAS di Vicenza tutto pare venga rimesso in discussione con un indiscutibile arretramento della qualità dei servizi possibili: quasi un centinaio di ragazzi esclusi dal centro diurno

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Riconoscere la solidarietà come diritto umano

(g. ar.)- Cinquant'anni fa un ragazzino autistico di 6 anni si presentò davanti all'ingresso della scuola elementare del suo quartiere; lo accompagnava il papà, Ferruccio Poli, il quale pose al dirigente della scuola un quesito che in quel momento era senza dubbio esplosivo: "Mio figlio ha l'età scolare da oggi, quindi ha diritto all'istruzione pubblica, io come padre ho l'obbligo di portarlo a scuola perché tenerlo in casa sarebbe un reato: per tutto questo vi chiedo di inserirlo in una classe con i suoi coetanei".

La perfino incredibile semplicità di questa posizione oltre a cogliere nettamente di sorpresa l'autorità scolastica, a partire dagli insegnanti e poi su su fino al Provveditorato, pose per la prima volta un problema tanto forte quanto visibile e almeno apparentemente senza possibilità di soluzione che non fosse appunto quella indicata dal professor Poli, vale a dire l'inserimento dei bambini disabili al livello di dignità di tutti gli altri.

Riconoscere la solidarietà come diritto umano (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)Ci vollero anni perché governi e scuola riconoscessero finalmente in tutta la sua profondità e dimensione la gravità del problema non ancora risolto e perciò senza risposte. Ma nel frattempo, a partire appunto da quel 1964, nacque l'ANFFAS di Vicenza che oggi raccoglie più di un centinaio di disabili di tutte le età ed oltre al centro di Bolzano Vicentino ha realizzato case albergo e laboratori esterni. Ma qualcosa sta cambiando e non in meglio per i ragazzi bisognosi di interventi e le rispettive famiglie. La crisi, naturalmente, ma anche qualche scelta che certo non va nella direzione indicata dai tecnici.

Il problema, riconsiderato oggi al vivo delle ultime novità, si determina e ricomincia a pesare perché la Regione ha accorciato e ridotto di fatto il ventaglio dei diritti della disabilità mettendo in forse la possibilità di frequentare il centro diurno per oltre una novantina di ragazzi i quali in tal modo tornerebbero all'antico vale a dire dritti dritti nel recinto di un istituto di protezione, condizione non ideale, abbandonata decenni addietro, ma oggi evidentemente ritenuta di nuovo possibile con l'arretramento delle condizioni di cura, assistenza ed eventuale recupero dei disabili ed in prospettiva conseguenze difficilmente prevedibili per tutti.

La novità in questo caso è provocata in parte dalla crisi che taglia indiscriminatamente anche nel settore sociale mentre per il resto si deve ad una vecchia iniziativa della Conferenza dei sindaci dell'ULSS 6 che tre anni fa propose tariffe ad personam alla Regione chiedendo che alcune spese andassero a pesare sul bilancio delle famiglie.

Il problema a questo punto, dicono appunto le famiglie, è che si riconosca per intero e non più solo teoricamente il diritto alla solidarietà, che è un diritto elementare, tanto elementare che ci pensa la Costituzione a prevederlo, codificarlo e proporlo come vero e proprio patrimonio normativo non più eludibile.

Sicuramente nel dibattito che si sta aprendo con grandi frizioni tra le parti più coinvolte gioca una carta determinante il fatto che i provvedimenti della Regione seguono la falsariga di una filosofia poco o nulla delle esigenze vere, quelle più che ampiamente riconosciute dai tecnici, cioè dal versante di tutti quegli operatori che in questa parte dell'assistenza sociale e anche sanitaria sono impegnati quotidianamente e sanno quindi benissimo di che cosa si parla quando si tocca il tema della disabilità e delle insanabili lacune che si aprirebbero in realtà se si seguisse la nuova e deleteria tendenza ad applicare altri tagli indiscriminati di spesa.

In Piazza ne ha parlato con VANNI POLI del direttivo ANFFAS del Veneto, ANTONELLA TOFANO presidente del Coordinamento autismo triveneto, ANNA PUTTI presente per l'associazione dei genitori de LA NOSTRA FAMIGLIA e GIUSEPPE DANIELI sindaco di Monteviale e presidente della Conferenza dei sindaci dell'ULSS 6 di Vicenza e Noventa.

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