NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Riconoscere la solidarietà come diritto umano

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Riconoscere la solidarietà come diritto umano

Il punto è: stiamo perdendo il senso della misura rispetto a concetti come il diritto alla solidarietà e alla cittadinanza? Se così è chi paga per primo è la fascia sociale più debole, di quelle persone che già pagano alla vita senza alcuna colpa il peso di uno svantaggio tremendo come la disabilità...

VANNI_POLI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)VANNI POLI- Partendo da qui, si dicono cose interessanti anche si dovrebbero fare cose interessanti. Stiamo vivendo una estrema precarietà per cui i diritti delle persone con disabilità rischiano di non avere più la loro vita normale fondata su standard tipici secondo le valutazioni tecniche: il problema è questo, l'aggressione alla stabilità di persone fragilissime come queste. Per una serie di cause di carattere economico si è decisa l'esclusione di alcuni rispetto ad altri per alcuni servizi; è il primo passo, la cosa continuerà, i problemi delle risorse ci sono, garantire diritti alle persone è sempre più costoso e inoltre sta davvero venendo a mancare la cultura della solidarietà. Un pilastro che ci sorreggeva, ora si inaridisce, in controcorrente con la presenza come qui da noi di decine di migliaia di persone che si occupano di volontariato.

Il meccanismo dei finanziamenti passa dallo Stato alla regione e dalla Regione alle ULSS, come se la cava la conferenza dei sindaci in questo faccia a faccia, ha voce in capitolo e fino a che punto?

GIUSEPPE DANIELI- Un ruolo pesante il nostro. Come sindaco dico che c'è sempre stata attenzione particolare per i disabili e per tutti quelli che hanno meno. Nonostante grandi difficoltà i Comuni riescono ad estrarre dai bilanci questa loro attenzione perché il problema c'è ed è viva la sensibilità. La conferenza dei sindaci è un organo ausiliario, lavora a fianco dell'ULSS, ha trovato e sta trovando grosse difficoltà nella gestione. Ci sono trasferimenti dello Stato che seguono esattamente il percorso descritto da lei con la differenza che la Regione paga il settore sanitario mentre i Comuni pagano la quota sociale. Fino a questo momento la Regione deve ancora versare la sua quota del 2013. La maggior parte dei fondi previsti di circa 750 milioni nel Veneto non sono stanziati mentre ULSS e Comuni hanno già impegnato e pagato in anticipo. C'è poca certezza e in compenso ci si chiedono risposte per quanto possibile soddisfacenti. Da giugno a ottobre abbiamo preso provvedimenti assolutamente difficili.

La precedente Conferenza dei sindaci due anni fa ha proposto alla Regione di ripartire una parte di spesa anche tra le famiglie che il loro problema da risolvere in termini di vita e resistenza alle difficoltà da affrontare lo hanno già in abbondanza...

VANNI POLI- Dico di più: l'assessore Sernagiotto si impegnò subito formalmente di fronte a quel suggerimento a cambiare le regole e lo fece con grande rapidità tant'è vero che questo provvedimento di ottobre che taglia la questione di netto, o casa di residenza o laboratori nei centri diurni, rispecchia proprio quella posizione ed è per questo che siamo al punto in cui siamo. L'impegno ora non c'è più perché Sernagiotto è in lista per le europee e l'argomento non fa gioco sotto il profilo elettorale. Vero che la Regione non ha ancora determinato le cifre per la non autosufficienza anche se è stata tentata una delibera bloccata dal dirigente dott. Mantoan. Bene, però il problema in genere è stato sanitarizzato mentre il disabile si trova in una particolare condizione di vita e non già dentro le logiche di una malattia. Al disabile non si possono infliggere scosse di questo genere, non è la ragioneria che può dare soluzioni, ma i tecnici. Tra l'altro in vista delle elezioni europee c'è l'assalto alla diligenza e la Regione stanzia la bellezza di quattro milioni di euro per il settore caccia, così un ritorno si può prevedere che ci sia. Credo che questo spieghi molte cose...

GIUSEPPE_DANIELI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)Danieli, come si concilia questa disaffezione di istituzioni che pure governano un territorio caratterizzato da un fortissimo volontariato, la bellezza di 150mila persone che a vario titolo e impegno si prestano gratuitamente a fare qualcosa?

GIUSEPPE DANIELI- La politica intesa in senso lato non si sta occupando in via prevalente di questo problema, si occupa di tante altre cose magari importanti ma non di questo; lo dico intendendo parlare della dimensione intera della politica, dalla nazionale a quella regionale; al nostro livello però tutto cambia: il sindaco tocca con mano il problema e sa che al sociale deve riservare una attenzione speciale compatibilmente con le risorse disponibili. Non avviene invece al livello più alto forse perché la solidarietà non porta voti o ne porta pochi e da questo capiamo come sia urgente cambiare la mentalità corrente, quella che sembra prevalere. Credo fermamente che se chi fa politica non arriverà a capire che cosa significa mettersi al servizio degli altri abbandonando demagogie e arroganze non si va da nessuna parte, di questo sono sicuro.



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