NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Quale progetto per l’Italia?

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Quale progetto per l’Italia?

Il Segretario del PD, Matteo Renzi, in una riunione della Direzione del PD ha detto, secondo Il Messaggero«Dieci mesi di fallimenti, riforme o saremo spazzati via… Esecutivo al minimo storico di gradimento. Alfano non è uno di noi». Il riferimento è, ovviamente al Governo Letta. La domanda che mi pongo riguarda il tentativo di comprendere il vero motivo che spinge Matteo Renzi ad incalzare, praticamente quotidianamente, il Premier Letta. Le risposte, più ovvie sono un paio. Quella che potrebbe essere la più apprezzabile dalla gente definibile moderata, è che questo atteggiamento del Sindaco di Firenze sia dettato da un desiderio forte, legittimo e anzi apprezzabile, di far si che l’Esecutivo metta una marcia in più e acceleri sulle riforme ormai assolutamente necessarie per una ripresa del Paese. Questa tesi, pur nella fibrillazione quasi generale che suscita nella gente, è suffragata da altre dichiarazioni di Renzi che insiste nel dichiarare che questo governo durerà almeno tutto il 2014 e, il alcune circostanze, addirittura dichiarando che può andare anche oltre questo limite. La seconda ipotesi è quella in cui le costanti pressioni sul Governo siano il frutto di un doppio calcolo. In primo luogo la necessità, da parte del Segretario del PD, di sottolineare il forte cambiamento nella gestione del Partito. Quindi non più le cosi dette “meline” da prima repubblica, ne i tatticismi, tanto meno le logoranti trattative con l’universo intero, ma un forte decisionismo e una costante presenza sul mas media per mantenersi sugli scudi. In secondo luogo, tutto ciò per giungere, con l’opinione pubblica convinta della positività della scelta, alle elezioni BERSANI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)politiche il più presto possibile. Il che potrebbe avvenire a maggio. L’insistenza con cui dichiara di voler dialogare anche con Forza Italia, quindi con Silvio Berlusconi, proprio in relazione alla riforma della legge elettorale, avvalla questa ipotesi. Personalmente, su questo aspetto, il dialogo con FI, mi pare che Renzi abbia ragione: una riforma così importante e delicata va condivisa con quanti più soggetti politici è possibile. Ma credo anche che la prima scrematura vada fatta all’interno della attuale Maggioranza di Governo. Bersani, a mio avviso, sbaglia a porre un veto all’incontro Renzi-Berlusconi che comunque è stato fatto, con un solo risultato evidente e certo: l’aver riportato al centro della scena politica Silvio Berlusconi. Su quanto altro possano aver condiviso Renzi e Berlusconi e le conseguenze di queste “nuove larghe intese” lo si saprà con il tempo, indipendentemente dalle dichiarazioni ufficiali. Pare certa una cosa che urta la sensibilità di molti italiani: che non vi sarà, nella futura legge elettorale, la possibilità di esprimere una preferenza. Bersani avrebbe dovuto, invece, porre la condizione che prima di questo incontro, avvenisse un pieno chiarimento con i partiti che compongono la Maggioranza, quindi Scelta Civica e la destra di Alfano. Se l’intendimento del Segretario del PD è quello di andare al più presto a nuove elezioni perché ritiene che questo sia un bene per il Paese e che il possibile trauma politico non incida sulla ripresa, pur lentissima, dell’economia italiana, allora, lo spieghi con la maggior chiarezza possibile e con argomenti convincenti. Se invece la fretta che dimostra è solo una sua personale urgenza, o del suo gruppo, magari anche della maggioranza del suo partito, di liberarsi di una situazione – quel che rimane delle “larghe intese”- per realizzare il grande sogno di una M.E.BOSCHI (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)univocità politica nella gestione della res publica, quindi di aprirsi la strada per il Palazzo Chigi, allora il suo comportamento non mi pare essere apprezzabile. Dichiara, su La Sette- Corriere della Sera, in una intervista a Vittoro Zincone, l’on. Maria Elena Boschi, una delle nuove figure del PD, renziana di ferro, responsabile delle Riforme del PD, che “Matteo vincerà le elezioni solo se il governo Letta otterrà dei risultati”. Una considerazione che mi pare centrata, ma in questo caso non aiuta certo il successo di Renzi le battute dello stesso quando dice che il governo, a stragrande presenza PD, non ha fatto nulla in dieci mesi. Se così fosse perché un cittadino, non impegnato in politica, quindi libero da vincoli di parte (e sono tantissimi questi potenziali elettori) dovrebbe votare per un deludente PD?

Può essere che vi sia una terza ipotesi che però non si riesce intuire proprio a causa di questo costante ping-pong di dichiarazioni. Spero, se le cose stanno così, che Matteo Renzi, magari con maggior pacatezza di quanta non ne usi abitualmente, spieghi ai semplici mortali, il suo autentico progetto.

 

Mario Giulianati

 

nr. 03 anno XIX del 25 gennaio 2014

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