Diventa un libro la prima ricostruzione a tutto tondo della storia di Creazzo fra medioevo ed età moderna. Con Storia di Creazzo dal Mille al 1818, l'autore Michael Knapton, docente di storia moderna all'Università di Udine ma residente a Creazzo, racconta in quattro saggi gli anni del Medioevo, dal Mille al ’400; l'economia, la società e la politica in età moderna; la chiesa e la religiosità; la toponomastica. Al volume s’accompagna un CD-Rom contenente mappe antiche e altri documenti di approfondimento. Promosso dal Comitato per la storia di Creazzo, che intende realizzare anche un volume gemello dedicato all’800 e ’900, il bel volume di oltre 400 pagine e una quarantina di illustrazioni, si basa su ricerche estese, condotte su fonti d’archivio inedite, oltre che sugli studi esistenti. A firmarlo, oltre a Knapton in funzione di curatore, sono Luciano Chilese, Reginaldo Dal Lago, Silvano Fornasa, Renato Nardon e Giovanni Pellizzari.
"A Creazzo il bisogno di storia è particolarmente forte -affermano il Sindaco Stefano Giacomin e l'assessore alla cultura Mirella Olivieri- . Ancor più di molte altre realtà vicentine, la comunità e il territorio di Creazzo hanno conosciuto mutamenti epocali nei decenni del secondo '900. Nei secoli trattati da questo libro, i dati noti per la popolazione vanno dalle 300 unità circa del tardo medioevo ai poco più di 1.000 d’inizio ’800; nel 2013, invece, superiamo gli 11.000 residenti. Quanto al territorio, se la sua estensione e i suoi confini emergono dal medioevo già sostanzialmente identici a quelli odierni, vediamo nelle pagine del libro una differenza profondissima da oggi in termini di paesaggio, sfruttamento delle risorse, assetto idrografico e rete viaria. Da paese agrario siamo diventati una cittadina dell’era del terziario e dell’industria, in gran parte accasati in fitte strade di pianura a nord della Strada Regionale. La Creazzo di oggi è fatta in gran parte di famiglie immigrate negli ultimi sessant’anni, e la si potrebbe immaginare schiacciata nelle funzioni anonime, disgreganti, di quartiere dormitorio, di luogo di passaggio, di area strategicamente collocata per necessità produttive e logistiche di scala molto più grande. Ma la nostra visione non è affatto così riduttiva e passiva: il paese esprime una comunità viva e attiva".
Un lavoro che ha coinvolto altre realtà locali, come la Pro Loco, che durante i giorni della festa del Broccolo Fiolaro a gennaio ha contribuito a vendere copie del libro. Volume che è stato presentato proprio questa settimana alla Biblioteca La Vigna di Vicenza, con l'intervento dello stesso curatore. La storia che il libro ricostruisce è quindi una storia lontana, anche se non certo immobile, perché ci furono importanti cambiamenti negli otto secoli esaminati. Essa è tuttavia una storia che si ricollega col paese di oggi, come ci ricorda in maniera esemplare la sezione dedicata alla toponomastica. Nelle vie, soprattutto del monte, sopravvivono nomi di luoghi che rinviano al rapporto secolare fra uomo e natura. Per esempio, Masare deriva probabilmente dalla vicinanza di quella contrada collinare alla Valdiezza, e quindi indica piccoli bacini collegati ai corsi d’acqua entro i quali macerare piante tessili come il lino e la canapa. Quanto a Sponsaora, nome ancora oggi di un sentiero del monte, il significato è proprio di un percorso collinare che comprende un allentamento o addirittura annullamento della pendenza del percorso, così da permettere una pausa a chi passa.
Abbiamo incontrato Knapton in occasione della presentazione del libro alla Biblioteca La Vigna.