NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Piogge, frane e rischio gelate: allarme per l'agricoltura

L'ondata di maltempo delle ultime settimane sta mettendo in ginocchio molte produzioni. La zona più colpita è il Basso Vicentino, dove si stanno studiando soluzioni per il futuro

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Piogge, frane e rischio gelate: allarme per l'agri

(C.R.) Piogge continuate e persistenti, frane in molti comuni e rischio gelate dopo una inverno sinora mite. È vero e proprio allarme quello che riguarda l'agricoltura vicentina, che abbiamo raccolto sentendo gli addetti ai lavori dopo l'ondata di maltempo dei giorni scorsi. Ecco cosa è emerso.

 

Antonio Nani, presidente del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta: «Servirebbe un bacino nell'area dei Colli Berici»

Prima di analizzare con gli “esperti” quelli che potranno essere i danni e le conseguenze per l'agricoltura nel Vicentino dopo il maltempo dei giorni scorsi, abbiamo interpellato Antonio Nani, presidente del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, per quella che è stata l'emergenza che ha riguardato l'area Berica, magari non nuova ma sicuramente non attesa, se non altro per le dimensioni.

Piogge, frane e rischio gelate: allarme per l'agri (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«In effetti le campagne del Basso Vicentino - spiega Nani - si sono trasformate in un mare d’acqua, che poi a macchia di leopardo si sono ritirate in tempi abbastanza brevi, mentre per altre aree c’è voluto più tempo. Nella sua complessità la situazione risulta abbastanza chiara: la situazione degli allagamenti si è protratta sino a quando non si è abbasserà il livello dello scolo Bisatto, in piena per alcuni giorni. Lo stesso discorso vale per il fiume Bacchiglione: sino a quando è rimasto in piena o quasi, è stato impossibile caricare quest'ultimo di ulteriore acqua. Alla fine la situazione è tornata alla normalità solo dopo che invece hanno iniziato a scendere in maniera significativa».

Il maltempo dei giorni scorsi ha consentito, anche per i responsabili del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta, di verificare sul posto cosa servirebbe al territorio vicentino. «I bacini servono e sono assolutamente indispensabili per mettere in sicurezza il territorio - assicura il presidente Nani - d'altronde l'esperienza che ci arriva da quello di Montebello è davanti agli occhi di tutti. Possiamo dire che la novità negativa riguarda questo allarme per il comprensorio dei Colli Berici che mai era andata così in sofferenza in un'area tanto estesa e prolungata. Ad onor del vero abbiamo registrato una presenza di una massa d'acqua eccessiva, assolutamente fuori dalla norma soprattutto in questo periodo, in cui le temperature dovrebbero essere sotto zero e cadere la neve, invece che la pioggia».

Secondo il presidente del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta una soluzione che risolverebbe il problema sarebbe quella di «un bacino nell'area dei Colli Berici, potendo scegliere la collocazione giusta sarebbe quella di Agugliaro, vicino all'uscita del casello autostradale sulla A31 Valdastico Sud. Diciamo che potendo scegliere più che un bacino grande, sarebbe sempre meglio optare per tre di più piccoli: uno ad esempio sarebbe utile a Villaga, visto che le campagne di Ponte di Barbarano, Mossano e Sossano sono tutte finite sott'acqua».

 

Martino Cerantola, presidente Coldiretti Vicenza: «Danni ingentissimi, la colpa è anche la cementificazione del territorio»

Alla Coldiretti di Vicenza sono bastati un paio di giorni per stilare un bilancio che è già da "bollettino di guerra". «A causa di questa ondata di maltempo – assicura il presidente Martino Cerantola – i danni che l’agricoltura è costretta a patire sono ingentissimi. La quasi totalità dei campi è finita sotto acqua e rimanendoci in molti casi per più di 36-48 ore le colture hanno patito l’asfissia. Per quanto concerne le orticole il raccolto è definitivamente compromesso, mentre per i cereali, frumento ed orzo, in particolare, i produttori meno colpiti perderanno un terzo del raccolto, per gli altri il danno sarà totale. Anche i prati, con relativa produzione di erba, risentiranno dell'alluvione generalizzata. Siamo poi di fronte ad un inverno anomalo, troppo mite, al punto che in alcune specie di piante sono già presenti le gemme. Ora se nel mese di febbraio farà una gelata, situazione ampiamente possibile, aggiungeremo ulteriori danni, anche per la frutticoltura e la viticultura».

Piogge, frane e rischio gelate: allarme per l'agri (Art. corrente, Pag. 1, Foto generica)«Di fronte ad una situazione del genere - aggiunge Cerantola - con una pioggia prolungata per quattro-cinque giorni, senza neanche poche ore di tregua, ci siamo trovati con le spalle al muro. La macchina dei soccorsi ed il monitoraggio dei territori sono stati tempestivi, ma poco puoi fare in situazioni analoghe e non prevedibili, in un periodo a cavallo tra gennaio e febbraio, che a livello statistico dovrebbe essere uno dei più freddi dell'anno».

Ma secondo il presidente della Coldiretti vicentina tale situazione non è solo da imputare al cosiddetto "clima impazzito". «La situazione che riscontriamo – tiene a precisare – è la conseguenza della dilagante cementificazione del territorio, che provoca nel Vicentino una capacità di assorbimento del suolo sempre minore. Questo problema la nostra associazione l’aveva reso noto lo scorso ottobre, commentando dati rilevati almeno due anni fa: gli ultimi due censimenti (2000 e 2010), infatti, fanno emergere il capoluogo berico ha perso ben 19.642 ettari, dei quali 3.313 a seminativi e 16.290 a prati permanenti e pascoli. Un danno per la comunità, non solo per l’agricoltura, corrispondente a due volte e mezza la superficie del comune di Vicenza». «Occorre al più presto esaminare le aree esistenti e non utilizzate - la ricetta immediata del presidente Cerantola - per valutarne la possibilità di riutilizzo, evitando così di costruirne di nuove. Il ruolo degli agricoltori è anche quello di sentinelle nel territorio per il benessere delle comunità».

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