Umberto Nicolai, assessore comunale alla formazione: «Grande sforzi per l'impiantistica, a Vicenza si può svolgere attività sportiva dovunque»
In questa inchiesta ad ampio raggio importante anche il parere di Umberto Nicolai, assessore allo sport e alla formazione del comune di Vicenza, per decenni insegnante di educazione fisica, oltre che presidente provinciale del Coni. È il tema dell'impiantistica nel capoluogo berico e quindi ai luoghi in cui si possono svolgere l'attività il primo argomento affrontato con Nicolai. «In questo comparto - assicura - sono stati fatti investimenti ingenti negli ultimi 5-6 anni, posso dire con assoluta certezza che il comune di Vicenza è dotato di numeroso strutture sportive, che consentono la possibilità di svolgere ogni tipo di sport. Da quest'anno, oltre alla riapertura del palasport di via Goldoni, utilizzato per più discipline e più squadre, sia maschili che femminili, abbiamo messo a disposizione le nuove tensostrutture anche al mattino, per dare la possibilità di svolgere attività motoria e sportiva: è il caso di quella di Maddalene e quella di via Turra, utilizzate dai bambini delle vicine scuole elementari. Si tratta indubbiamente di un sacrificio per l'amministrazione visto ad esempio i costi per il riscaldamento ma lo riteniamo un aiuto fondamentale soprattutto per le scuole elementari, in genere dotate di piccole palestre. Migliore la situazione nelle scuole medie e negli istituti superiori, tutte dotate di palestre, che a quanto ne sappiamo sono sempre frequentate al massimo nelle ore di scuola».
A proposito di lancio di attività sportiva il comune di Vicenza si sta distinguendo per un'iniziativa, iniziata nell'anno scolastico 2013-2014, che vede coinvolti i bambini dai 5 ai 7 anni. «Non è un caso - spiega l'assessore Nicolai - la scelta di un'età inferiore di chi frequenta le scuole elementari, proprio perchè riteniamo che l'attività motoria, più che quella sportiva vera e propria, possa diventare un'abitudine. Qui si tratta di giocare e divertirsi, senza dimenticare che l'attività facilita l'abitudine a stare in gruppo, quella di superare le difficoltà e non ultima un investimento sul futuro, visto che lo sport svolto sin da questa età tiene lontani tanti problemi fisici, a cominciare da quello dell'obesità».
Ma c'è un altro concetto che sta a cuore a Nicolai. «Questa iniziativa - conclude - è sicuramente lodevole, come lo sono altre simili. L'importante però è investire sui formatori: importante quando si tratta di bambini sapere dare le coordinate e gli input giusti, non confondiamo il volontariato con la professionalità di chi svolge questa attività legata all'insegnamento».
Giovanni Ragazzi, medico sportivo: «I ragazzini vogliono giocare e divertirsi, ma l'attività giovanile aiuta a crescere come persone»
Infine abbiamo voluto coinvolgere anche un medico, il dottor Giovanni Ragazzi, da diversi anni responsabile sanitario del Vicenza Calcio e già medico sociale del club di via Schio, che a livello professionale svolge attività anche di medico di famiglia. «Premetto che non sono un pediatria - dice il dottor Ragazzi - quindi nella mia attività ho a che fare con i ragazzi solo dai 14 anni in su, ma da medico posso confermare come l'attività motoria rappresenti una palestra di vita e di crescita che nel contempo rappresenta anche un modo per combattere, ad esempio l'obesità o il sovrappeso, mentre poi l'attività sportiva, anche a livello giovanile, costringe il ragazzo a un'autodisciplina, che in qualche modo è anche un modo per tenere distanti brutti vizi come l'alcol e il fumo, oltre a quello delle brutte compagnie».
«Semmai posso osservare non senza un pizzico di rammarico - spiega il dottor Ragazzi - che negli ultimi anni sta via via scomparendo quella palestra di vita che erano i ricreatori, dove quelli della mia età sono cresciuti. Ai bambini e ai ragazzini, anche quelli di adesso, piace giocare e divertirsi e le parrocchie in questo senso sarebbero ancora un luogo ideale, perchè nei giochi, penso alle partite di calcio, si giocava tutti assieme, nessuno escluso».
Diversa la situazione invece che può esistere in una società calcistica, magari di alto livello come il Vicenza Calcio. «Qui è inevitabile che ci sia una selezione - spiega il dottor Ragazzi - anche a livello giovanile, ma lo stesso avviene anche in società più piccole o di paese: proprio la concorrenza rappresenta un modo di crescere come persone, perchè si impara a vincere e a perdere, ad autogestirsi o a rispettare le regole del gruppo, che sono tante, a cominciare da quelle del rispetto per il compagno di squadra, per l'avversario e per l'arbitro».
Da semplice cittadino, più che da medico, il dottor Ragazzi fa un'osservazione che la dice lunga sulla cattiva abitudine di non svolgere attività motoria. «Accanto al mio ambulatorio (a Camisano Vicentino, ndr.) c'è una scuola - spiega - e con grande dispiacere noto che tutti i genitori vanno a prendere i loro figli in auto: la cosa brutta è che sono cento e probabilmente tutti loro arrivano in auto e parcheggiano davanti a scuola. Mi chiedo come quei genitori possano spingere i ragazzi a svolgere attività fisica quando sono loro i più sedentari. È un po' come dire a un figlio 'leggi un libro", quando in realtà tu non ne hai mai letto uno. In questo senso l’invito di un medico a fare sport rischia di essere una fatica sprecata».
nr. 07 anno XIX del 22 febbraio 2014