NR. 08 anno XXIX DEL 27 LUGLIO 2024
la domenica di vicenza
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Lo spirito d'avventura (per fortuna) esiste ancora

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Lo spirito d'avventura (per fortuna) esiste ancora

Ma queste esperienze, posto che ci sia forte volontà di partenza e qualità di scelte, possono essere di tutti o no?

KINO_OBRIETAN (Art. corrente, Pag. 2, Foto generica)KINO OBRIETAN- Io credo di sì, una volta che hai un po' di allenamento nessuno è escluso a priori e anzi al ritorno a casa si acquista finalmente tutta la misura di se' stessi. Quindi, perché no? È tutto possibile per tutti. E vale anche per quelli che pensano di non avere qualità: è la capacità di adattarsi quella che conta. Da parte mia ho deciso che porterò con me quest'anno mia figlia di 23 anni e mio figlio che ne ha qualcuno in più perché queste esperienze arricchiscono e tra l'altro sono anche belle, ti danno molto, ti riempiono dentro; si fa anche un po' di fatica però quando finalmente arrivi a destinazione ti trovi davanti a gente semplice e sorridente che ti ripaga di qualsiasi fatica. Tutte cose che qui abbiamo perduto irrimediabilmente.

CLAUDIO TESSAROLO- Un falò in Tibet mi ha messo vicino un vecchio che mi ha stretto la mano senza dire una parola, non c'era niente da dire. La gente ti saluta sempre con calore, questo per me vuol dire che i nostri rapporti interpersonali sono completamente perduti, forse con qualche speranza di recuperare. È un incubo, il nostro, che dobbiamo superare per tornare ad essere più umani: il vostro viaggiare, domando ai tre amici, che incubi provoca?

GIAN PIETRO DAL BEN- L'unico vero incubo è quello in frontiera alla verifica dei passaporti perché può sempre mancare qualcosa. Le situazioni difficili invece non danno incertezza, si rimediano sempre: alla prima porta a cui bussi ti danno ospitalità, dai una bottiglia d'acqua a una donna che ti guarda bere e se le lasci la bottiglia si toglie un anello e te lo regala perché si usa così: per me il deserto è qui da noi, in Africa c'è solo sabbia. E vi assicuro che questo è quel che penso davvero.

BEPPE FARESIN- La solidarietà è una faccenda di tutti i giorni dove andiamo noi, con elementi di sussistenza minimi e molta disponibilità dalla gente che incontri.

KINO OBRIETAN- Gli uomini Renna sono l'etnia giudicata la più povera al mondo; vivendo in quel territorio sterminato, da nomadi, queste poche centinaia di persone continuano a vivere così, sperduti chissà dove, tanto che te li devi cercare. Quando li trovi però ti accolgono, non ci sono esitazioni o diffidenze, direi che arrivi ad imparare un tipo di orientamento che diventa istintivo e non ti inganna più.

CLAUDIO TESSAROLO- Si arriva davvero ad avere una visione della vita particolare perché attraverso queste esperienze viaggi anche e soprattutto dentro te stesso, ti fai le domande e trovi le risposte, non è una fuga verso l'isola deserta, è tutt'altra cosa. Il ritorno a casa ti dice che il baricentro della persona sono gli affetti e le situazioni estreme hanno appunto questo potere di darti sensazioni forti in grado di farti crescere. Quando si è soli bisogna imparare a stare soli perché stare bene con se stessi fa stare bene con gli altri. Ognuno alla nostra maniera facciamo o cerchiamo di ottenere questo. Sotto l'Everest ho avuto un momento di angoscia improvviso che alla fine ho superato, sapendo che da lì sarei passato alla disperazione e poi al panico ed il panico ti rende un uomo morto. Il bello del conquistare un nuovo stato di esistenza con se' stessi è appunto sentire queste cose e riuscire trovarne la misura.

 

 nr. 08 anno XIX del 1 marzo 2014

 

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